In America direbbero “He’s on fire!”. E sarebbe la perfetta definizione per Alessandro Gentile, in particolare quello delle ultime giornate che sta finalmente dimostrando il suo potenziale ed il suo talento, doti sulle quali Milano ha deciso di investire circa un anno fa. Dopo un ambientamento un po’ difficile sembra ora riuscito a scrollarsi di dosso sia gli infortuni che la ruggine ed è tornato a tirare come faceva ai tempi della Benetton Treviso. Che fosse un grande prospetto nessuno lo ha mai messo in dubbio ma negli ultimi tempi il suo rendimento altalenante e le difficoltà di Milano avevano fatto storcere il naso a molti pensando che non fosse ancora maturo per una grande piazza.
Chi pensa questo però non conosce bene la carriera di Alessandro perchè la stessa Treviso è una piazza importante, esigente come quella milanese, e soprattutto perchè il più piccolo dei Gentile prima di arrivare a Milano aveva già fatto una bella esperienza. Esordisce nella stagione 2009/2010 all’età di 17 anni e si dimostra subito in grado di entrare nei meccanismi di Treviso, andando a segnare il suo provvisorio career-high a Caserta con 23 punti alla 25° giornata. Nella stessa stagione esordisce anche in Eurocup e ciò gli permette di farsi anche una bella esperienza a livello internazionale, considerando anche che l’anno successivo la Benetton arriverà fino alle Final Four sempre di Eurocup. Sempre nel 2011 mette a segno, in gara 1 dei playoff, contro Avellino 20 punti: mai nessuno meglio di lui a 18 anni.
Per dire che questo ragazzo di esperienza ne ha già fatta parecchio e la chiamata di Milano era di quelle da non poter rifiutare, visto anche le difficoltà societarie di Treviso. Se si considera che l’esordio in maglia biancorossa in Eurolega è avvenuto contro il Partizan a Belgrado, si capisce che non è uno che abbia timori reverenziali. Semplicemente doveva adattarsi al nuovo contesto, dove doveva riconquistarsi lo spazio. Cosa non facile se nel tuo ruolo hai davanti gente come Keith Langford e sei frenato dagli infortuni. Ma, cosa forse più importante, la piazza non ti perdona nulla ed ogni passo falso pesa come un macigno.
Gentile è stato bravo a non abbatersi e piano piano recuperare la forma, così ha potuto sfruttare due occasioni d’oro per dimostrare nuovamente che Milano ha fatto molto bene ad investire su di lui: prima l’assenza di Langford contro Siena per timbrare 22 punti, poi l’assenza di Hairston per farne 23 e guidare i suoi alla vittoria in overtime contro Venezia; tra l’altro con 10/10 ai liberi ha eguagliato la miglior prestazione stagionale, fatta in questa statistica, da Datome e Green. E non è un caso che grazie alla crescita dei suoi giovani (anche Melli non è da meno per miglioramenti) Milano abbia vinto 7 delle ultime 8.
Avendo più spazio a disposizione Gentile ha potuto giocare con più tranquillità e viste le assenze eccellenti provare a prendersi più responsabilità ed essere più coinvolto nel gioco. Certo c’è da migliorare in molte situazioni ed evitare quei cali di tensione tipici della formazione meneghina e dare un bel giro di vite in difesa, ma un giocatore che segna 6 punti nell’overtime e ti guida alla vittoria può essere un giocatore su cui scommettere.