Guardando la classifica del campionato di serie A dopo 12 giornate salta subito all’occhio come due grandi del nostro basket, Cantù e Roma, si trovino nella metà destra della graduatoria. Entrambe a 8 punti con un record di 4 vinte ed 8 perse si ritrovano a ben tre vittorie di distanza dall’ultimo posto disponibile per accedere alle Final Eight di Coppa Italia: esattamente il numero di partite che mancano per chiudere il girone di andata e quindi anche la graduatoria per completare la griglia della Coppa Italia.
Partiamo dai lombardi. Cantù è reduce da cinque sconfitte in fila dopo aver centrato con una giornata di anticipo l’accesso alle Last 32 di Eurocup. Ha perso le ultime tre giocate di fronte al proprio pubblico: quello che una volta sembrava un fortino inespugnabile, il Pianella, oggi invece non dà più quel vantaggio di una volta. Per coach Sacripanti l’atmosfera è piuttosto tesa: la squadra esprime un gioco balbettante e a corrente alternata. L’esempio è data dall’ultimo match a Cremona: la squadra è andata sotto più volte rimanendo attaccata con le unghie alla partita; poi all’inizio dell’ultimo periodo ha piazzato lo sforzo decisivo per pareggiare il match ma lo ha pagato poi nei minuti finali. In questo momento a Cantù manca soprattutto un giocatore in grado di tenere unita la squadra di guidarla fuori da momenti di difficoltà, a Cremona ci hanno provato Williams e Gentile ma non è bastato. I giocatori nuovi come Johnson-Odom e Feldeine stanno deludendo e anche l’ultimo arrivato Shermadini non ha ancora trovato il ritmo giusto. Quando la panchina va bene il problema è nel quintetto e viceversa. Insomma Sacripanti ha parecchie cose da sistemare il problema è che il tempo stringe. Cantù si gioca questa sera nell’anticipo contro Reggio Emilia l’ultima chance per acciuffare la Coppa Italia e potrebbe non bastare, inoltre tempo per lavorare in palestra non ce n’è molto considerando anche che ai primi di gennaio inizia la seconda fase in Eurocup.
Discorso simile per Roma. I capitolini sono reduci da tre sconfitte consecutive, tutte contro formazioni di alta classifica come Avellino, Milano e Brindisi, con l’ultimo match, quello giocato in Puglia, che non li ha mai visti in partita. Al trend negativo in Italia si contrappone però quello molto positivo in Europa, dove ha chiuso al primo posto il suo girone, con un record di 7 vinte e 3 perse. L’andamento alterno della squadra si riflette anche in alcuni giocatori simbolo di questa Roma: Triche, arrivato quest’estate da Trento, con l’aria del possibile go-to-guy della squadra, in campionato fin ora non ha lasciato il segno, mentre in Eurocup si è aggiudicato ben due volte il titolo di MVP della giornata. Per coach Dalmonte questo è uno dei problemi più grandi: la differenza di rendimento tra le due competizioni è strana e Roma si adatta meglio al basket continentale. Inoltre molti giocatori sono ancora un’incognita: come Gibson che va anch’egli a corrente alternata, o Ejim che ancora deve lasciare il segno; inoltre manca forse qualche tassello in uscita dalla panchina. Eppure la squadra ci mette impegno, basta guardare qualche statistica dove Roma è quarta per palle recuperate, peccato che per altri aspetti abbia molto da migliorare come la difesa dentro la linea da tre essendo prima per percentuale da due concessa, o la percentuale da tre punti. Per Dalmonte la situazione non è facile da sbrogliare ma sa, quanto meno, che tutto dipende dai suoi giocatori. Roma ora si giocherà l’accesso alle Final Eight lunedì in casa contro Trento: ultima chiamata per i ragazzi di Dalmonte.