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La crisi e gli “egonomisti”

Creato il 03 luglio 2013 da Conflittiestrategie

Sapete come finirà l’Italia? Come il babbio. Colpita alla testa, al cuore o alle spalle? Come il babbio ho detto, ovvero dappertutto! Grazie Mario (Monti, Draghi ecc.). Non ci resta che piangere mentre il mondo se la ride. Abbiamo dato fondo a tutte le nostre energie, eppure non è bastato perché non c’è nulla di peggio che  schiaffeggiare il vento per cadere a terra stremati. Adesso siamo anche costretti a venderci gli organi per non sopravvivere comunque.

Incominciarono la carneficina i trafficanti della concorrenza e del mercato imponendoci l’espianto di alcune parti vitali in quanto monopolisti di troppi apparati strategici. Proseguirono i vampiri della speculazione che ci succhiarono molto sangue. Completarono l’inumazione i dischi rotti del parlamento che sapevano unicamente ripetere: ce lo chiede l’Europa o la globalizzazione. Detto fatto, anche se si trattava di di buttarsi dalla finestra. Eravamo integri con un bel colorito ma di questi tempi essere tutti d’un pezzo è una pratica scorretta verso chi non digerisce la competizione e pretende di rubarci i gioielli con tutti gli arti.

I cialtroni d’Italia e dell’UE insistono, con scuse sempre diverse mirano ai nostri tessuti industriali e al ventre molle della politica nazionale ulcerato da lotte intestine e dissenteria istituzionale. Temono le purghe statunitensi ed offrono in sacrifico allo yankee il loro fegato spappolato.

Occorre privarsi di un braccio operativo in Finmeccanica, di un “core” business in Eni (favorire il deflusso del gas nelle bocche altrui), bisogna staccare la spina all’Enel, liberarsi delle appendici ma anche dello stesso apparato produttivo statale per fare cassa da morto.

Sarà sufficiente? Macché, finora gli italiani avevano potuto godere di una compattezza di servizi utili, certo in via di costante restringimento ma non di totale annientamento. E’ finita la pacchia. Anche qui si deve incidere col bisturi. Ad operare ci saranno economisti con l’encefalogramma piatto, specializzati in ambizioni ed amputazioni. Risparmiare su tutto per non risparmiarci l’esistenza. L’unica cosa che non decresce mai è l’ego di questi dottori che oggi ribattezziamo “Egonomisti”.

I sapientoni della triste scienza hanno da sempre la ricetta giusta: salasso al malato affinché l’operazione riesca ma il paziente muoia. Ciò che conta è la tecnica non il risultato, come insegnano nelle migliori università del mondo finanziario.

Eppure, per irrobustirsi occorrono vitamine non pillole amare che tolgono l’appetito. Sostenere l’incremento del pil per scacciare la penuria e rinfoltire la peluria pubblica. Se la carne aumenta non pesa mettersi a dieta ma se si è anoressici saltare i pasti vuol dire finire nella fossa. Tuttavia, l’uscita dal tunnel ci sarà unicamente quando la si smetterà con la contabilità da quattro soldi e si imparerà a fare i conti con la Politica. Questo perché la natura della crisi è sistemica ed è determinata dal riacutizzarsi delle dispute tra potenze mondiali sulla soglia di un inevitabile multipolarismo epocale. Il vecchio centro regolatore statunitense non può più garantire equilibri stabili, altri attori si sono attrezzati per riprendersi i loro spazi intervenendo sui vari fronti. Nuove minacce e passate conoscenze impediscono agli Usa di normalizzare il mondo a proprio piacimento.

In questo clima storico, soltanto un cervello politico perfettamente funzionante, consapevole delle sfide geopolitiche in atto, potrà salvarci dal crac. Chi non connette i neuroni al massimo può vegetare. O sgovernare e potare. Come in Italia.


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