E’ partita la striscia informativa quotidiana condotta da Lucia Annunziata su RaiTre , dal titolo “La crisi in mezz’ora” che punta il confronto con gli ospiti, Sacconi e Ichino, sull’evento collegato alla prima vera uscita sul palcoscenico internazionale per Mario Monti, che ha incontrato a Strasburgo il presidente francese Nicolas Sarkozy e la cancelliera tedesca Angela Merkel.
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Dunque la crisi è ormai drammatica per tutti, servono risposte immediate e Monti intende porsi in una posizione di mediatore tra Parigi e Berlino, salvaguardando da un lato l’attuale statuto della Bce dall’altro insistendo sui vantaggi che si avrebbero dall’introduzione degli eurobond che servirebbero a garantire la stabilità. Monti rappresenta sul piano europeo una garanzia di credibilità maggiore rispetto a Berlusconi, ma la soluzione è ancora lontana, siamo tutti su una barca che traballa sulle acque minacciose di una crisi catastrofica. Del resto non sono solo i titoli di Stato greci, spagnoli o italiani ad essere sotto attacco. Ormai anche i titoli francesi e persino il bund tedesco iniziano a soffrire. Necessario e urgente il coordinamento tra stati e senza una risposta comune, l’Eurozona non riuscirà ad uscire dalla crisi.
La Merkel, continua ostinatamente, a ribadire la sua posizione fortemente contraria sugli eurobond e atteggiamento costituisce un problema. Ichino:” Ora c’è un governo che ha la credibilità, possiamo fare richieste decise, alla Germania, ma dobbiamo farlo in fretta”.
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Esultiamo tutti per queste affermazioni, ma staremo a vedere se alla parole seguirà la continuità delle azioni. Ichino: “L’intero sistema del welfare è strutturato per dare moltissimo alla precedente generazione, quella dei sessantenni, e pochissimo ai giovani, mettersi dalla parte dei più deboli significa riequilibrare e riaprire il mondo delle tutele ad una generazione che ne è stata esclusa”.
La fascia debole del paese, non è solo quella degli anziani, oggi ci dobbiamo aggiungere, i lavoratori, giovani e non, che sono fortemente e da tempo sottoposti a diritti dimenticati, la crisi ha colpito duramente creando sofferenza, preoccupazione, disperazione nelle famiglie italiane che vivono l’ incubo della quarta settima, quella settimana in cui si finisce di fare i conti e con la busta paga alla mano si saldano debiti e bollette, quella settimana in cui i conti non tornano mai. Per molti addirittura la settimana cruciale non è più la quarta, ma dopo quindici giorni i soldi sono già finiti. E non è questione di essere spendaccioni, lo stipendio è troppo basso, figuriamoci le pensioni.
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