Cosa si intende per Crisopea o Pietra Filosofale?
Per alcuni la pietra filosofale è una fantasiosa composizione chimica, invano cercata dagli alchimisti, la quale avrebbe dovuto possedere straordinarie virtù, come quella di trasformare qualsiasi metallo vile in oro
Per altri invece, la “pietra dei filosofi” non è opera materiale ma la trasmutazione della materia prima (grezza) nell’opera perfetta ( e trasmutata): per giungere a questo cambiamento, occorre una lunga serie di operazioni descritte sotto il velame del simbolismo alchemico.
La trasmutazione avviene per mezzo della lenta cottura in un bagno di sabbia dell’”Uovo Filosofico o Matraccio” e del successivo miscuglio e distruzione dei due componenti principi quali L’Oro l’Argento dei Saggi.
Tale distruzione diviene possibile attraverso il loro mescolarsi e confondersi insieme, in modo che “da due cose se ne formi UNA sola”.
Argento dei Saggi
Chiamato anche Mercurio dei Saggi in opposizione al Mercurio dei Filosofi, che lo precede dallo stadio del Mercurio dei Folli, l’argento vivo volgare o, ancora, Argento filosofico. Risulta dall’assorbimento di una certa quantità di principio di Zolfo e di una quantità determinata di principio di Mercurio o, più facilmente ancora, per l’assorbimento di una quantità proporzionale d’oro volgare e di una quantità determinata di principio Mercuriale. Questo oro volgare non deve aver subito né esaltazione, né trasfusione. In una parola, non deve essere stato rifuso o allegato a se stesso; deve essere vergine.
Oro dei Saggi
Anche denominato Zolfo dei Saggi, in opposizione allo Zolfo dei Filosofi che precede lo stadio dello Zolfo dei Folli, che è lo zolfo volgare o, ancora, oro filosofico. Risulta dall’assorbimento di una certa quantità di principio Sale, da una quantità determinata di principio Zolfo o, ancora più facilmente, per assorbimento di una quantità proporzionale di argento volgare e di una certa quantità determinata di principio Zolfo. Questo Argento, innanzitutto, non deve aver subito né esaltazione, né trasfusione. In una parola, non deve essere stato rifuso o allegato a se stesso. Deve essere vergine. Queste due Operazioni risultano da una serie di cotture successive: “moltiplicazione”.
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