di Luisa Lanari
Anche Perugia dice «Sì!» alla vita: il Consiglio Comunale di lunedì scorso ha approvato all’unanimità l’Ordine del Giorno dei Consiglieri Cozzari (Udc), Cavalaglio (Pd) e Bellezza (Perugia di tutti) riguardante l’istituzione della “Culla per la vita”, una riedizione dell’antica “Ruota degli esposti”.
Nel suo parlare a proposito del “Progetto Culla”, di cui si è fatto promotore, il Consigliere Comunale del Gruppo Udc Mauro Cozzari esprime apertamente ciò che sente: «È un atto su cui ho lavorato con emozione e passione: è Natale, consentitemi di dire che la Culla sarà la nostra “mangiatoia”!».
Si riferisce alla prossima creazione, anche a Perugia, dell’istituto della “Ruota degli esposti” che consentiva alle madri di affidare il proprio figlio a mani sicure ed esperte: il neonato veniva posto in un congegno rotante, situato nelle nicchie di muri di ospedali o istituzioni assistenziali o conventi. Poi si suonava una campanella per avvertire la deposizione del bambino nella ruota.
E il funzionamento dell’attuale “Culla per la vita” è lo stesso: il Comune realizza – in ospedali o RSA o conventi, «dove la sorveglianza può essere attiva 24 ore su 24» – un meccanismo moderno e tecnologico, composto di specifici allarmi che scattano al momento della presenza del neonato nella culla e permettono il tempestivo intervento degli operatori dell’ospedale o del 118.
Questa di Perugia sarà la prima culla in Umbria e ricalcherà quanto già avvenuto in altri comuni di tutta Italia come Casale Monferrato (da cui è partita l’idea ispiratrice già dal 1995), Milano, Torino, Padova, Firenze, Roma, Napoli e altri.
Il “Progetto Culla” prevede un gruppo di lavoro che coinvolgerà gli enti pubblici umbri, le Asl e molte associazioni di volontariato. In 15 sono intervenute alla Conferenza Stampa tra le più disparate: la Croce Rossa, le Donne Imprenditrici, l’Arci, il Rotary, il Forum delle associazioni familiari, la Società italiana di Pediatria e tante altre; tutte comparteciperanno concretamente attraverso una campagna di fund raising.
Come sottolinea Cozzari «la culla pone in essere una doppia salvaguardia della vita e una cultura dell’accoglienza integrale»: accoglienza sicura verso quei bambini “indesiderati” a cui è data, poi, la possibilità concreta, dell’adozione, attraverso il Tribunale dei Minori; accoglienza e rispetto verso quelle donne «troppo spesso giudicate senza che venga loro offerto un aiuto concreto» che potranno lasciare il loro bimbo nel più totale anonimato (la culla è un completamento della legge sul parto anonimo in ospedale) e scongiurare così un dramma.
Anche i singoli cittadini potranno partecipare alla realizzazione del progetto e alcuni privati, infatti, hanno già garantito il loro contributo. Cozzari sottolinea, a questo riguardo, che «il progetto coinvolge tre livelli: quello politico che deve “concepire la culla”, quello istituzionale che l’accompagna nella “gestazione” e quello della partecipazione popolare che rappresenta il livello “nutritivo”, si ha cioè una sorta di “maternità della cittadinanza”».
Il Comune si farà promotore di una campagna di comunicazione, pubblicizzazione e sensibilizzazione sul progetto, anche se – sottolinea il Consigliere – «la culla risuona da sola», come una mangiatoia nella notte di Natale.