Non sono una che si piange addosso.
Il mio motto è “Aiutati che il ciel ti aiuta”, perciò quando sento che si sta avvicinando il magone, strascico di una brutta depressione avuta anni fa e che ogni tanto cerca ancora di fare capolino, prendo e me ne resto da sola, per non immusonire mio marito. Quindi sono uscita abbastanza presto: sola, ma in mezzo ad una marea di gente…del resto è proprio così che la solitudine si gusta maggiormente. Beh, che fare per allontanare brutti pensieri? Shopping! Ho sempre scritto che per me lo shopping a Milano consiste nell’acquistare libri, CD e DVD. Ma di libri ormai ne compero pochi: una come me che adora anche il profumo della carta, che sia un’enciclopedia od un volantino pubblicitario fa poca differenza, si è convertita agli ebook. Ho infatti sia un Kobo (comperato) che un Kindle (regalato) e dopo un periodo di reticenza nell’usare le diavolerie elettroniche ho capito che, almeno per certi tipi di letture, l’ebook è l’ideale. Restavano DVD e CD, ma non ne avevo voglia. Ho quindi gironzolato tra vari reparti di telefonia guardando curiosa ed interessata tablet e smartphone: certo, Il Galaxy S5 mi attira molto, ma il prezzo non tanto (circa 700 euro!), e per ora il mio vecchio Galaxy S3 va ancora benissimo, almeno per quanto mi serve (lo sto usando ora per scrivere).
Per tirarmi su di morale mi sono detta “Shopping classico”…e via con le spese.
Non sono tipa da via Montenapoleone (anche per via dei costi!), ma tra la via Torino, Corso Vittorio Emanuele e corsoVenezia c’è ben da scegliere. Un tubino semplice e grazioso, turchese (un colore che adoro), con giacchina bianca corta in tessuto goffrato, sandali bianchi con piccola fibbia turchese dal tacco abbastanza alto ma non troppo e borsetta coordinata (ahimè…mi sembra piccola, ma è bella), un nuovo paio di jeans e camicetta a quadrettini celesti e bianchi (magari assomiglierò ad una tovaglia :-) ). Sosta in un bar per insalatona vegetariana per leggere il giornale e controllare il telefono, poi un paio di email (una ancora in bozza, ma la finirò presto), dopo il pranzo prenderò il tram per farmi un giro per la città.
Bene…il “giretto è concluso, ed anche là mi sono concessa un altro po’ di spese (biancheria varia): le borse sono piene, la carta di credito ed il bancomat un po’ meno :-).
Tra largo Cairoli e piazza Castello hanno costruito due strutture tubolari di colore bianco e forma triangolare, altissime, che nascondono quasi completamente la vista del Castello Sforzesco da via Dante. a cosa servano proprio non lo so, ho letto solamente che le hanno definite “la grande bruttezza”
http://www.ilgiornale.it/news/milano/grande-bruttezza-998628.html.
Solita passeggiata per via Dante, un altro caffè e sosta per vedere i soliti artisti di strada (già fotografati altre volte, quelli del trucco della levitazione) mentre si stanno preparando, nascosti da un enorme drappo scuro chiuso alla sommità che ricorda tanto un enorme sacco dell’immondizia. Scopro poi per caso che poco dopo da lì era passato uno dei miei contatti che aveva fotografato la scena postandola poi su Facebook.
Per rifarmi un poco gli occhi, niente di meglio che passare dal solito Sant Ambroeus, dove sono esposte le uova di Pasqua variamente decorate: alcune, stupende ,con tralci di rose di macchia e foglioline di un verde tenero, altre invece con decorazioni ispirate alla mostra di Klimt, con il celebre “Bacio”. Un peccato pensare che saranno mangiate. In piazzetta san Fedele, per intenderci, proprio sul retro di palazzo Marino, sede del Comune, tre enormi cavalletti con delle grandissime tele rappresentanti una Milano molto stilizzata: immagini semplici, ma di grande effetto. Ho solo evitato di passare per piazza Duomo, avendo letto che erano stati esposti quattro agnellini morti durante uno dei tanti trasporti verso il macello. Un simile spettacolo non lo reggerei.
Ed ora si torna a casa…col mitico tram della linea 1.