Dei ricercatori della Ludwig-Maximilians-Universität (LMU) di Monaco, in Germania, hanno scoperto che la curcumina può bloccare la formazione di metastasi nei pazienti con cancro alla prostata. La curcumina è una sostanza presente nel curcuma, una spezia indiana ricca di proprietà molto utili: è un ottimo antinfiammatorio ed aiuta le persone colpite dal morbo di Parkinson. Il cancro alla prostata è uno dei tumori maligni più comuni nelle società occidentali. Purtroppo, è spesso diagnosticato troppo tardi, quando i tumori si sono già diffusi in altre parti del corpo.
Quando un cancro metastatizza, le probabilità del paziente di morire aumentano notevolmente. Attraverso questo recente studio si è scoperto che la curcumina può essere utilizzata sia come terapia preventiva che come trattamento per curare i pazienti colpiti da cancro alla prostata in stadio avanzato. Gli scienziati hanno prima esaminato i processi molecolari anomali presenti nelle cellule di questo tumore e di quello al seno.
Queste due malattie hanno molto in comune, infatti sono spesso legate a reazioni infiammatorie, latenti o croniche, e le loro cellule tumorali producono pro-infiammatori immunomodulatori come le citochine CXCL1 und CXCL2. La curcumina è in grado di ridurre l’espressione di CXCL1 und CXCL2, riducendo così anche il rischio di metastasi. I ricercatori ritengono che questa sostanza abbia proprietà utili per la prevenzione dei tumori associati ad infiammazione, come quello alla prostata ed alla mammella.
Ciò non significa che il composto deve essere visto come un sostituto alle terapie convenzionali, ma come un composto in grado di svolgere un ruolo positivo nella prevenzione dei tumori o delle eventuali metastasi. La curcumina è ben tollerata dall’organismo umano e le sue proprietà anti-infiammatorie sono stati utilizzate nella medicina tradizionale cinese e indiana per centinaia di anni.
Secondo alcuni potrebbe risultare molto utile anche per trattare altri tipi di cancro, come quello al collo ed alla testa. Ulteriori studi sono necessari per confermare questi risultati e gli scienziati si stanno già attivando al riguardo.