Qualche giorno fa, il presidente della commissione Politiche sociali del Comune di Bologna, Pasquale Caviano, ha ammesso alla Consulta per la famiglia diverse associazioni che avevano fatto richiesta, tra cui le Famiglie Arcobaleno (associazione delle famiglie con genitori omosessuali) e l'Agedo (Associazione dei Genitori di Omosessuali).
La Curia di Bologna ha risposto con un editoriale non firmato dell'inserto settimanale di Avvenire, in cui afferma che la decisione del Comune è:
una grave offesa in primo luogo alla ragione e al buon senso comune perché non si capisce la congruenza dell’una con le altre; poi alla comunità civica, perché in palese contrasto con l’articolo 29 della Costituzione; e inoltre alla comunità cattolica – che pure è parte rilevante del consorzio bolognese - perché degrada a un relativismo senza fondamento nella persona umana quella concezione della famiglia che da secoli è patrimonio della nostra gente.Trovo questo messaggio della Curia di Bologna una grave offesa:
- in primo luogo alla ragione e al buon senso, dato che entrambe le associazioni sono associazioni di famiglie - in cui i genitori e/o i figli sono omosessuali, certo, ma sempre famiglie - e la congruenza tra tali associazioni e la Consulta per la famiglia è lampante;
- in secondo luogo alla comunità civica, dato che la Costituzione non richiede che in una famiglia i figli o i genitori siano eterosessuali;
- all'umanità tutta, dato che le preferenze sessuali di una persona non sono a disposizione né della Curia né di altri.
È giunta l'ora di scrollarsi di dosso questo fardello.
«Famiglia, il comune ha deciso anche i gruppi gay nella Consulta», laRepubblica Bologna.it, 1 dicembre 2011; «Consulta, la Curia attacca il Comune "L'ingresso dei gay offesa ai cattolici"», laRepubblica Bologna.it, 1 dicembre 2011.