VITA TIFOSA (Stadio “Meazza”, Milano). Il disclaimer “vita tifosa” questa volta di tifoso ha poco. Lo sapete, Calciolab è sempre vigile su manifestazioni ed eventi organizzati dalle tifoserie, compresi i gruppi organizzati, senza agire con pregiudizi di sorta ma mantenendo, come conditio sine qua non, buon senso e obiettività.
Vi abbiamo raccontato della protesta pacifica dei tifosi dell’Inter, la Curva Nord, che giovedì sera ha manifestato in corteo al di fuori delle mura del Meazza: la frangia organizzata del tifo interista se l’è presa con Tosel, il giudice sportivo reo di aver punito un intero settore quando i cori razzisti nei confronti di Pogba e Asamoah nel match contro la Juve erano stati generati da sparuti gruppi di spettatori. Nel pezzo troverete il video e un racconto spiccio di quanto accaduto.
In maniera altrettanto oggettiva vi raccontiamo che pochi minuti fa, durante Milan-Sampdoria (ancora in corso mentre scriviamo), dapprima timidamente, dopodichè con sempre più convinzione, dal primo anello blu dello stadio si è alzato il coro “Noi non siamo napoletani”, lo stesso che ha portato Tosel a squalificare la Curva Sud, sede del tifo rossonero organizzato, proprio per la partita che sta andando in scena. Un coro convinto, dicevamo, quasi come a voler sfidare l’istituzione giuridico-sportiva, nel tentativo di dimostrare che anche il resto dello stadio la pensa/tifa allo stesso modo dei tifosi della curva.
In un’atmosfera già di per sè surreale, senza i soliti cori di appoggio alla squadra di casa e il “fiato” della gente che sale a ogni pericolo da essa crea, nel catino del Meazza hanno dunque riecheggiato le solite carinerie dialettiche, riguardo alle quali non vogliamo entrare nel merito, ma di certo inutili e autolesioniste. Lo speaker di San Siro ha provato a porre fine all’iniziativa, leggendo un annuncio che, anzichè sortire effetto, è stato seguito da un altro bel coro recitante un inequivocabile “Ci avete rotto il c…”.
L’aspetto positivo, in tutto ciò, è stata la risposta del resto dello stadio, soprattutto del secondo anello verde – quello opposto al blu, per intenderci – che ha fischiato sonoramente i cori anti-napoletani quasi come a voler scrivere la parola fine e riprendere a tifare, nonostante l’assenza dei tifosi “caldi”, una squadra che in questo momento ha bisogno di tutto fuorchè esibirsi in uno stadio con le tribune vuote causa squalifica.