Questo nuovo notiziario torna ad essere dedicato ad uno dei libri in vetrina su " I Libri di Riccardino ".
In questo caso si tratta del libro " La custode di libri " di Sophie Divry.
Devo ammettere che mi sono occorsi due tentativi, di cui uno andato a vuoto, per poter riuscire a leggere questo libro.
La prima volta mi ero arenato sulla manifesta "spocchiosità" della protagonista, un'anonima, volutamente anonima secondo me, bibliotecaria addetta alla sezione dei libri di geografia.
Sezione ospitata negli scantinati di una biblioteca di provincia.
Ho definito "spocchiosa" la protagonista perché, specie nella prima parte del libro, passa il tempo a lagnarsi di come le addette ai reparti "Letteratura" del piano terra della biblioteca sghignazzano di lei e la trattano dall'alto in basso, quando si degnano di non ignorarla.
Eh sì!
Perché lei è "una manovale della cultura", come si autodefinisce.
Il libro è un monologo che l'anonima bibliotecaria scarica addosso ad un utente della biblioteca che addormentatosi durante il suo soggiorno in biblioteca si ritrova chiuso lì durante le ore che precedono l'apertura.
Il "misterioso" ed altrettanto anonimo utente viene svegliato ed anche piuttosto in malo modo dalla bibliotecaria che quindi comincia a monologare incessantemente.
Dopo la prima parte di sfoghi da "vittima designata" la bibliotecaria si lascia andare e la fluidità del libro ne risente favorevolmente.
La storia scorre più fluida da quando la bibliotecaria comincia a descrivere i "tipi da biblioteca" che, specie d'estate, popolano le austere stanze della biblioteca: vecchietti, disoccupati, studenti "in branchi" o singoli, e così via.
Nonostante risulti, come ho detto, più pesante anche nella prima parte della libro la bibliotecaria dice una cosa che ritengo verissima.
Dicendo che, comunque, non farebbe a cambio con le addette alla sezione "Letteratura" nel periodo dopo le ferie estive, la "bibliotecaria da scantinata", descrivendo gli "arrivi estivi" in biblioteca, ad un certo punto se ne esce con l'affermazione che, secondo lei (e non solo secondo lei, aggiungo io!!!) l'entrata nel catalogo di una biblioteca, una qualsiasi, deve essere una sorta di "premio alla carriera" (queste sono parole mie) per l'autore e non deve essere un "obbligo".
Lei, la protagonista, imputa questo fatto a quella che lei definisce come la "democrazia della cultura" (la definizione non sarà esatta alla lettera ma lo è di sicuro nel senso).
Nel complesso e nonostante alcuni punti "pesanti" il libro è leggibile e, tutto sommato, anche bello.
Può darsi che anche a voi capiti di doverlo affrontare più volte prima di riuscire ad averla vinta su di lui ma,alla fine, ne vale la pena!
Grazie infinite per l'attenzione e la pazienza!
Arrivederci alla prossima occasione!
Buona settimana e Buon tutto a tutti voi!
Con simpatia!
Riccardo Mainetti
Titolare de " I Libri di Riccardino "
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