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La Cyberspace Administration of China, profili istituzionali e cambiamento della sicurezza informatica in chiave cinese

Creato il 25 febbraio 2016 da Bloglobal @bloglobal_opi
La Cyberspace Administration of China, profili istituzionali e cambiamento della sicurezza informatica in chiave cinese

Grazie all'impulso dato dalla National Online Propaganda Work Conference[1], i cui lavori si sono svolti il 5 e il 6 gennaio, il nuovo anno è stato inaugurato a Pechino sotto il segno dell' internet policy e, volgendo lo sguardo alle aspettative, promette di essere "[...] a "year of innovation" [2]", soprattutto nell'ambito inerente alla gestione delle misure di controllo dell'informazione.

Sebbene non esclusivamente, le concrete prospettive di innovazione in questo specifico settore sono riposte nell'operato e nei valori di base della Cyberspace Administration of China (CAC)[3], un'istituzione che, all'interno delle complesse dinamiche relative ai legami tra il Partito Comunista Cinese e l'organizzazione statale [4], rappresenta adeguatamente l'idea di lealtà promossa da Xi Jinping [5].

Per un'analisi più congrua dei contenuti propri della conferenza sopra citata, si pone dunque la necessità di comprendere meglio la struttura e la caratura della CAC divenuta, nella variegata articolazione istituzionale cinese, punto di riferimento e di convergenza delle posizioni ufficiali sulla governance dei contenuti online.

La CACnel quadro istituzionale - L'amministrazione di Xi Jinping ha seguito, in termini di riforma dell' internet governance, un doppio canale che, come scritto da Rogier Creemers, ha contribuito a creare due corpi separati ma tra loro strettamente interconnessi:

First, it established a presidential-level policy coordination unit called the Central Leading Group for Cybersecurity and Informatization. Second, it greatly enhanced the authority of the State Internet Information Office. These two bodies have separate, but interrelated lineages. The Central Leading Group is the latest iteration of an organisational reform process that sought to lead and coordinate the development of China's information society, including technological development, economic success, and security, as well as online content. The State Internet Information Office, on the other hand, was established within the propaganda apparatus in order to provide a more coherent basis for the control of online content [6]

Il Central Leading Group for Cybersecurity and Information, riunitosi per la prima volta il 27 febbraio 2014 a Pechino epresieduto dallo stesso Xi Jinping [7], presenta una composizione trasversale che investe, in un'ottica di maggiore accentramento e adattamento alla rapida evoluzione del webrispetto ai media tradizionali, più aree d'interesse quali, ad esempio, la propaganda, il management economico e la sicurezza pubblica [8]. In questo contesto, si inserisce anche la nascita della CAC, emanazione diretta della riorganizzazione dello State Internet Information Office:

The Office of this new leading group, in charge of daily administrative work, was established within the S[tate] I[nternet] I[nformation] O[ffice], which was re-established as an independent entity and gained a new English name: Cyberspace Administration of China [...] [9]

A partire dall'agosto 2014, con nota ufficiale del Consiglio di Stato e subordinando gli altri organi di natura tecnica e consultiva come ad esempio il China Internet Network Information Centre [10], la CAC ha assunto formalmente la direzione delle attività di controllo sui contenuti online, secondo quanto riportato nella nota,

in order to stimulate the healthy and orderly development of Internet information services, protect the lawful rights and interests of citizens, legal persons and other organizations, and safeguard national security and the public interest [...] [11].

Il conseguimento degli ambiziosi obiettivi è stato affidato nelle autorevoli mani di Lu Wei, leader indicato dal "Time" tra i cento più influenti del mondo [12], politico esperto e soprattutto promotore della necessità di mantenere in primo piano gli interessi nazionali e la stabilità sociale, comprendendo il tutto nel solco di una più rigida regolamentazione. Da questa osservazione è possibile evidenziare due importanti temi di fondo: da un lato, i punti di contatto tra gli intenti del China's Internet Czar [13] e l'indirizzo di centralizzazione perseguito da Xi Jinping, dall'altro, l'esigenza, avvertita non solo nei riguardi di problematiche relative al cyberspace, di impostare linee di sviluppo coerenti con la rinnovata impostazione dei caratteri cinesi esaltati dal Partito Comunista [14].

Oltre a mantenere un sostanziale monopolio sulle questioni tecnologiche e organizzative, la CAC è in aggiunta coperta da un apparato propagandistico mirato a sostenere le iniziative dell'istituzione ad ogni livello, non solo apicale. Nel febbraio del 2015, ad esempio, ha destato scalpore la pubblicazione di un video contenente l'"inno" della CAC, interpretato da un'unità di impiegati e subito incorso nel vano tentativo di eliminazione da parte dell'autorità stessa [15].

I contenuti della National Online Propaganda Work Conference e il Tredicesimo Piano Quinquennale - Dalle osservazioni fatte, emerge la consonanza tra gli obiettivi della Conferenza del 5 e 6 gennaio e le prospettive assunte dalla CAC nel corso del tempo. Per questo motivo, l'istanza primaria risulta essere quella di rendere " the views of the country's ruling Communist Party the "strongest voice in cyberspace" [16]".

Gli argomenti di maggiore interesse affrontati durante i lavori hanno interessato un vasto spettro di tematiche, trattate rispettando i target delineati all'interno del Tredicesimo Piano Quinquennale che verrà ultimato e rilasciato in versione definitiva nel prossimo mese di marzo [17]. Nello specifico, come riportato da Sara Hsu in un dettagliato articolo, il piano si sofferma sulla crescita delle attività economiche legate a Internet con un particolare focus legato al programma Internet Plus[18], lanciato dal Premier Li Keqiang nel 2015:

Internet Plus seeks to integrate big data, the Internet of Things, and mobile internet with manufacturing, and to promote e-commerce. Under this plan, the Internet is to be used to promote innovation and boost the primary, secondary, and tertiary sectors. Much of the growth in China's Internet industry has been organic, coming from the private sector. Integrating the Internet into regular business processes requires somewhat better coordination, which is what this policy seeks to accomplish [19].

In ogni caso, oltre il versante economico dell'ultimo Piano, già dal Diciottesimo Congresso del Partito Comunista Cinese, l'attenzione verso la possibilità di creare attraverso Internet un terreno fertile per il mantenimento del consenso è costantemente aumentata, soprattutto in relazione all'opportunità di rafforzare la presenza online del Partito Comunista e della sua linea d'azione, finalizzata ad operare " to build and improve the rule by law system in the online space; using Chinese claims and Chinese proposals to direct changes to the global system of internet governance [20]".

In relazione a questa costruzione, il cambiamento in chiave cinese sta assumendo una fisionomia modellata dalla struttura istituzionale e, al contempo, basata su una solida consapevolezza che, visto il ruolo di potenza globale della Cina, ne limita la staticità: " China has different values on cyberspace, and even those are evolving [21]".

* Matteo Antonio Napolitano è OPI Contributor e Dottorando in "Geopolitica e Geoeconomia" presso l'Università degli Studi "Niccolò Cusano" - Telematica Roma.

[4] Per un approfondimento, cfr. T. WRIGHT, Party and State in Post-Mao China, Polity, Cambridge, 2015.

[6] R. CREEMERS, The Pivot in Chinese Cybergovernance. Integrating Internet Control in Xi Jinping's China, in "China Perspectives", No. 4, 2015, p. 6.

[8] Cfr. R. CREEMERS, The Pivot in Chinese Cybergovernance. Integrating Internet Control in Xi Jinping's China, cit., p. 8.

[13] L'espressione, riferita a Lu Wei, è ripresa da: D. BANDURSKI, Lu Wei on the "dream of the web", in "China Media Project", February 17, 2015; P. MOZUR, J. PERLEZ, Gregarious and Direct: China's Web Doorkeeper, in "The New York Times", December 1, 2014.

[17] Cfr. Letting the Positions of the Party Become the Strongest Voices in the Online Space, in "People's Daily", January 7, 2016. Citato in D. BANDURSKI, A "Year of Innovation" for Internet Controls, cit.

[20] Letting the Positions of the Party Become the Strongest Voices in the Online Space, cit. Citato in D. BANDURSKI, A "Year of Innovation" for Internet Controls, cit.


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