Troppa democrazia fa male: questo motto scherzoso l’ho sentito dire per la prima volta da un Amica parlando dell’educazione dei figli. Poi più in generale abbiamo cominciato ad adoperarlo tra noi amiche, per esempio quando non riuscivamo a metterci d’accordo sul giorno più adatto per organizzare una cena fuori o un week end alle terme. Abbiamo capito molto presto che non era il caso sottoporre a ognuna di noi un foglio excel per “votare” la data preferita. Era molto più proficuo scegliere un giorno, dare al massimo una seconda scelta, dopodiché l’evento era organizzato: al massimo poteva mancare una di noi (raramente è successo), ma perlomeno il dado era tratto.
Ho ripensato al nostro motto quando l’altro giorno mi è capitato di leggere un articolo sul movimento 5 stelle (M5S). Erano al vaglio del Consiglio di zona 3, a Milano, le decisioni sulle iniziative da intraprendere per il prossimo 27 gennaio per il Giorno della Memoria. In commissione erano già stati stanziati circa 3000 euro del bilancio locale.
In una normale democrazia chi vince un’elezione è eletto senza vincolo di mandato. Vale a dire che le decisioni da intraprendere nelle funzioni inerenti l’incarico istituzionale ricoperto non devono essere sottoposte al vaglio degli elettori. E ci mancherebbe altro: se ogni votazione dovesse essere preceduta dall’audizione vincolante degli iscritti a un partito (o movimento, che sia) sarebbe la paralisi di ogni provvedimento pubblico.
Ma il movimento 5 stelle è uno strano esempio di democrazia esasperata. Infatti i consiglieri M5S si considerano semplici “portavoce”, incaricati quindi di votare come la maggioranza dei sostenitori decide. Volta per volta!
E allora succede che nonostante la consigliera Patrizia Bedori fosse d’accordo per lo stanziamento della somma già prevista per il Giorno della Memoria, e si fosse anche deciso il programma a grandi linee, questa decisione ha dovuto essere sottoposta all’approvazione degli appartenenti al movimento, i quali hanno espresso le loro opinioni e votato… indovinate un po’? Attraverso Facebook. E si sono scatenati i commenti: perché dare soldi solo agli ebrei? I popoli oppressi sono molti! Allora stanziamo somme analoghe anche per i palestinesi. Ovviamente tutti dimentichi del fatto che il Giorno della Memoria è espressione di una legge dello stato che l’ha istituito con delle precise finalità morali e sociali. In primo luogo per non dimenticare la storia e non incorrere negli errori e negli orrori del passato. Tanto che le comunità ebraiche il 27 gennaio hanno ricordato spesso anche altri genocidi. In buona sostanza i grillini invece hanno stabilito che essendo soldi pubblici, non era giusto “sprecarli” così.
Ma non è il merito della questione “Giorno della Memoria” che mi ha stupito, quanto i metodi apparentemente democratici adottati dal movimento di Beppe Grillo. Già per le primarie abbiamo avuto riscontro di quanto le votazioni via web abbiano portato enormi errori di valutazione nella conta e dei votanti, e dei voti. Ricordiamocene quando (sembra) il 23 e 24 febbraio andremo ad eleggere i nostri 1000 mangiapane a tradimento parlamentari! Pensiamo quanto sarà bello proporre e approvare via internet ogni emendamento, ogni legge, ogni proposta legislativa. Ogni decretino, ogni decisione!
Se già l’iter legislativo è normalmente lento, in questo modo sarebbe assolutamente immobile.
E come sempre: peggio per noi!