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La descrizione di un attimo

Creato il 31 marzo 2012 da Blindsight
LA DESCRIZIONE DI UN ATTIMOUn attimo di realtà può fare la storia, non vedere toglie molta realtà, anzi quasi tutta se pensiamo che è tutto a misura di vedenti.
Quando vedevo amavo descrivere cose, che avevo visto, a chi non le aveva potute vedere: erano però tutti vedenti quelli a cui raccontavo e descrivevo, anche un solo attimo di vita e di realtà, e mai avrei immaginato allora che un giorno avrei avuto un disperato bisogno di questa "visione raccontata", perché sarei diventata cieca del tutto.
Sento la gente, la tv, i giornali, le radio parlare, a volte troppo e inutilmente, perdendosi in quell'overdose di vista di cui sono assuefatti quasi tutti i vedenti e mai descrivendo qualcosa, ma quasi sempre criticandola o immaginandola. Insomma mai nulla di reale, purtroppo per me che invece cerco disperatamente realtà in ogni secondo della mia esistenza.
Ascolto un film, posso dire che mi è piaciuto in base ai dialoghi, ma chissà quante scene importanti, quelle non parlate ma non per questo meno significative, mi perdo, e con esse la realtà.
Mi è sfuggita la realtà dagli occhi da quando sono cieca!
Raramente ho trovato chi ha letto qualcosa per me, e chi lo ha fatto di solito era per vanità personale, in quanto mi leggeva suoi scritti: mi accontento quindi di chi mi aiuta nelle pulizie di casa e mi legge anche una bolletta, ma è già tanto per me che sono rimasta senza questo potere, quello che ogni vedente non apprezza: la vista per leggere. Ma tra queste rare persone che hanno letto per me vorrei ricordarne sempre due: un'amica una volta lesse per me alcuni brani di un libro, senza che glielo chiedessi, è successo quando persi la vista, poi non ci siamo più viste e di conseguenza manco frequentate, una cosa questa successa con molti altri "amici". Un'altra amica invece è riuscita a farmi "vedere" molte cose, forse è la prima dopo tanti anni che riesce, senza difficoltà e con molta chiarezza, a descrivermi luoghi, oggetti, film, e quant'altro è visibile a tutti tranne che a me (perché un film non lo posso toccare per capire).
A volte basta così poco per far felice un cieco: usando la voce, la comunicazione descrittiva, si diventa un prezioso ausilio che tiene testa ad ogni sintesi vocale in commercio. Eppure 99 vedenti su 100 non riescono a comunicare, né tantomeno a descrivere, limitandosi a striminziti messaggi su una chat o via email, o con telefonate di cui capisco la metà del parlato in quanto pure mezza sorda.
L'amica più brava, che si chiama Nunzia, è riuscita a farmi "vedere" un ipad, un film, un luogo dove non sono mai stata, ed anche quelli dove sono stata ma da cieca: descrive con pazienza certosina ogni dettaglio, ma quelli importanti che avrei voluto vedere anch'io, e spiega e descrive con passione, sento quindi che non le pesa farlo, anzi ripercorre descrivendo le stesse immagini od oggetti visti con piacere. E' importante non sentire il disagio, le difficoltà nel linguaggio comunicativo, l'imbarazzo nella scelta dei dettagli, la paura di sbagliare, ma anche la superficialità visiva di cui molti vedenti peccano: io sento tutto, e non avvertire tutte queste sensazioni è meraviglioso. Con le descrizioni di Nunzia sono riuscita ad avere molta realtà senza toccare, mi piacerebbe che molte persone fossero come lei, e che quando mi incontrano anziché chiedermi "che hai fatto oggi?", mi chiedessero "che vuoi vedere oggi?".
In conclusione: a noi ciechi non piacciono le mani addosso per comunicare, il silenzio ci ucide e basta invece una sola voce, pulita e libera*, connessa ad occhi attenti sulla realtà, già questo ci farebbe sentire ...collegati, in questo regno di barriere sensoriali ed informatiche, ma anche di barriere mentali, quelle costruite con pregiudizi e cementificate dal razzismo e dalle convenzioni.
O forse hanno ragione i miei amici ciechi, che dicono che sono veramente pochi i vedenti che vedono davvero, come vedevo prima io? Mi sa di si, anche per questo sto preparando la mia mostra fotografica: foto scattate senza vedere ma con il mio super-sentire, di cui presto darò notizia, quale grido di aiuto in mezzo a vedenti che fanno i ciechi. Viva Nunzia, che senza averglielo mai chiesto, m'ha descritto così tanto che forse, tra quello che sento e quello che ora so, vedo più io che sono cieca di tanti altri, illusi di essere "normo"!
*per "voce pulita e libera" intendo la voce di chi è libero nella mente e pulito nel cuore, a tutte le altre voci preferisco una sintesi vocale: metallica, disumana tanto quanto quella di molti "umani", ma almeno posso spegnerla quando voglio.

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