“la dieta vegetale e integrale mi ha ridato una vita”

Da Nicla

TESTIMONIANZE. Marcella Dongiacomo e il racconto di una malattia renale cronica finalmente sotto controllo

Una diagnosi infausta: insufficienza renale cronica. Diagnosticata per sbaglio, a soli 20 anni e senza mai avvertire alcun disturbo. E’ iniziato così l’incubo di Marcella Dongiacomo, originaria di Napoli e oggi residente a Vicenza.
Sedici anni di malattia, due trapianti e un unico grande sogno, quello di poter diventare finalmente mamma. “Non sarei mai riuscita ad affrontare tutto questo se non avessi cambiato il mio stile di vita e la mia alimentazione. La dieta vegetale e integrale mi ha ridato le forze per riprendermi una vita che credevo derubata dalla malattia”.

Un entusiasmo contagioso quello di Marcella. Oggi, a 36 anni e 2 magnifici bambini (uno in arrivo dal Vietnam), Marcella può dire con quella ingenua certezza che viene dall’esperienza personale che “non c’è limite a ciò che il nostro corpo può fare contro una malattia”.
La storia di Marcella inizia molti anni fa, quando a soli 20 anni e dopo un controllo di routine voluto dal suo ginecologo, i medici di Napoli le diagnosticano una insufficienza renale cronica grave. “Ero già al quarto stadio- ci racconta Marcella-. Praticamente, come mi spiegarono i medici subito dopo, avevo una funzionalità renale che con entrambi i reni arrivava malapena al 30%. E l’evoluzione della malattia mi confermava ad un passo dalla dialisi e dal trapianto, sempre che mi andasse bene. Tutto senza aver mai accusato alcun sintomo o malessere”.

Come spesso avviene, l’insufficienza renale di Marcella aveva camminato dentro a tradimento. La sua creatina a 3,5 diceva chiaramente che i suoi reni, già molto piccoli a causa della malattia, zoppicavano da tempo. E che l’evoluzione della malattia, irreversibile come qualunque altra patologia renale, avrebbe portato Marcella dritta alla dialisi e al trapianto nel giro di pochi mesi se le cose non fossero cambiate.

Dottore, ma succede sempre così?
Le malattie renali sono tremende- ci spiega il dott. Goepel Volker, nefrologo impiegato all’Ulss di Vicenza che prese in cura Marcella qualche anno dopo- Nascono e si sviluppano senza manifestare evidenti disturbi, e quando alla fine escono allo scoperto sono per lo più ad uno stadio già avanzato e quel che peggio, irreversibile. Non si può fare nulla contro l’avanzamento di una insufficienza renale. Non si può riavviare un gramerulo ammalato ne’ si può curare o impedire la progressione della malattia. Non lo può fare la farmacologia o la medicina tradizionale e tanto meno lo può fare una dieta vegetale integrale”
E allora perché una dieta vegetale ed integrale per Marcella?
“Una dieta vegetale e integrale non guarisce, ma può aiutare a prolungare il decorso della malattia. C’è un tempo entro il quale, adottando le strategie più corrette, è possibile stabilizzare i valori del paziente, allontanando il momento dell’entrata in dialisi o del trapianto anche di molti anni. Queste stesse strategie sono quelle che si rivelano più utili anche nel corso della dialisi e soprattutto dopo il trapianto”.
E’ stato davvero così anche per te Marcella? Quando hai iniziato ad avere i primi risultati?
“Quando arrivai a Vicenza ero impaurita. E amareggiata. Non sapevo più cosa magiare e lentamente scelsi di non mangiare, o comunque mangiare poco. Incontrai per caso il dott. Volker. Mi avevano detto che Vicenza era uno dei centri migliori in tutta Italia, se non addirittura in Europa. Una volta ascoltato il dott. Volker, chiesi di poter essere visitata sempre da lui. Finalmente qualcuno mi stava aprendo una strada percorribile. C’era qualcuno che mi stava dicendo che c’era qualcosa di concreto che potevo fare, da subito, per contrastare il decorso inarrestabile della mia malattia. Il dottor Volker mi insegnò a mangiare. Mi guidò con cautela attraverso un percorso di cambiamento che mi richiese circa un anno, passando da una alimentazione altamente restrittiva e carente (che mi ero auto prescritta) a una molto più semplice, saziante. E soprattutto efficace. In un anno eliminai tutte le proteine animali, quindi carne, latte, uova e pesce. Tolsi i dolci di cui ero particolarmente ghiotta e imparai a sentire il mio corpo, aspettando lo stimolo della sete: prima bevevo troppo, fino a 4 litri, nella convinzione di fare del bene ai miei reni. Dopo un anno di dieta le mie analisi erano perfette considerato il mio stato di malattia: avevo 2,9 di creatinina e mi sentivo bene, come da anni non mi sentivo. Il nuovo stile di vita adottato mi aveva ridato la forza di riprendermi la mia vita e ricominciare a progettare”.
Marcella era ad uno stadio piuttosto avanzato delle sua patologia. Quali strategie ha dovuto mettere in atto, dottore, per seguirla correttamente?
“Il percorso seguito da Marcella è stato molto particolare. Quando i pazienti entrano nel mio studio tutti, indistintamente, si sentono fare lo stesso discorso sulla centralità dell’alimentazione. Ma non tutti sono disposti a mettersi in gioco e le risposte non sono mai le stesse. Prima di avviare un qualunque cambio alimentare devo essere sicuro del messaggio che passa e, soprattutto, devo avere la certezza che qualora il paziente stia male, qualunque cosa abbia, mi avvisi con tempestività. E’ necessario infatti controllare adeguatamente tutti i parametri: nel caso di Marcella, ad esempio, avevo fin da subito una forte anemia da contrastare. Avendo a che fare con nefropatici, non posso esagerare nel consumo di vegetali e cibi integrali perché il potassio può creare dei problemi. Tuttavia con gli adeguati supplementi, studiano le analisi passo per passo e adeguando le strategie alimentari in base al momento affrontato, con Marcella non solo siamo riusciti a superare l’anemia ma anche a mantenere una accettabile funzionalità renale per 12 anni. E’ un traguardo di non poco conto visto lo stadio avanzato in cui ho incontrato Marcella. Ad uno stadio 2, ad esempio, i risultati ottenibili sarebbero ancora migliori”.
Ora però, Marcella, hai subìto un trapianto?
“Nel febbraio 2013 ho effettuato il mio ultimo trapianto. Il secondo perché il primo purtroppo presentava delle anomalie nel rene trapiantato. Oggi sto davvero bene. I  miei valori di creatinina sono intorno allo 0,6-0,7 e non accuso alcun disturbo. Questo nonostante la vita mi abbia riservato spiacevoli inconvenienti negli ultimi anni”.
In che senso?
“Prima di arrivare all’ultimo trapianto, purtroppo, ho dovuto interrompere due gravidanze al sesto mese a causa di complicanze che non avevano nulla a che vedere con i miei reni. E il primo trapianto, realizzato qualche anno dopo, non ha funzionato come avrebbe dovuto a causa di un’anomalia del rene trapiantato. Nonostante questo, tuttavia, voglio davvero spezzare una lancia a favore di una dieta vegetale e integrale. Questa strategia alimentare mi ha sostenuta con valori che strabiliavano i medici non solo nei dodici anni di malattia che ha preceduto la dialisi (non ho mai avuto carenze di emoglobina come invece è facile che accada), ma anche durante la dialisi stessa intercorsa a causa di una bronco polmonite che ha innescato una grave infiammazione e quindi un innalzamento vertiginoso dei valori della creatinia e del potassio. Per non parlare, ovviamente, del successo ottenuto dopo il trapianto e dei valori che tutt’oggi accompagnano la mia vita”.
Dottore, e tutto questo davvero solo una alimentazione vegetale e integrale?
“Lo ricorderò all’infinito: nessuna dieta così come nessuna strategia medica convenzionale potrà mai guarire un nefropatico. Tuttavia, e questo è fondamentale per capire il successo ottenuto da pazienti come Marcella, l’alimentazione ci consente margini di benefici incredibili a chi è affetto da una insufficienza renale. Supportata dalla farmacologia tradizionale, che ci consente di controllare i valori del paziente in un momento in cui il tempo è l’unica cosa importante che abbiamo a disposizione, tutto ciò che incorre al risultato finale è una corretta alimentazione vegetale e integrale impostata caso per caso e strettamente monitorata”.

Vieni a visitare la sezione “testimonianze” a Verona il prossimo 14-15-16 novembre. Una tre giorni di workshop e racconti all’interno della prima fiera specialistica in Europa interamente dedicata al mondo della salute e del cambiamento di stile di vita. Ti aspetto.
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