L’opposizione sia dura e spietata, non per pregiudizio, ma per scrupolo nell’adempiere al proprio dovere di controllo. Quindi nulla di male che il consigliere comunale Antonio Agazzi insinui dubbi e scateni proteste, prendendo spunto da una richiesta di chiarimenti di M5S sui rimborsi dovuti a Matteo Piloni, presidente del consiglio comunale quando non lavora come funzionario del Pd.
Non è gradevole, perché poco repubblicana, poco democratica, quest’aura d’associazione a delinquere che si spande non so quanto inconsapevolmente su qualsiasi partito, soprattutto di sinistra. Perché deve bastare l’espressione “funzionario di partito” per evocare mostruosità di regime? I partiti sono indispensabili e hanno bisogno di funzionari capaci, preparati, efficienti. Tutti devono avere la possibilità di fare politica, non solo i delinquenti e le showgirl che ci hanno governato.
Ed è insensato che un alone di prestigio assoluto circondi l’Università Cattolica, nata per contrastare il pensiero moderno, la filosofia da Cartesio in poi, e imporre dogmaticamente la filosofia medievale di San Tommaso. Il Pd lavora per il progresso, almeno spero che ci provi sul serio, e ha quindi una ragion d’essere non certo meno rispettabile dell’Università cattolica, affermo, visto che Agazzi questo paragone lo fa intravvedere. È assurdo che Antonio Agazzi passi per per esente da critiche solo perché lavora nella biblioteca della Cattolica, dov’è stato assunto non sappiamo con quali criteri. Il lavoro di Agazzi e i suoi rimborsi non sono giustificati più di quelli di Matteo Piloni.
Non è illegale rimborsare chi lavora per un partito quando perde ore di lavoro per partecipare al consiglio comunale. I partiti fanno parte in modo decisivo, e da protagonisti, di un universo di impegno civile che si può e deve esprimere in molti modi, dalle associazioni, al volontariato, alla professionalità e coscienza nel proprio lavoro.
Mi dissocio totalmente quindi da questa orrida polemica. Ma Agazzi continui, faccia il rompiscatole, come politico deve farlo. Sarà un’occasione per chiarire alcuni concetti nei quali non so in quanti ancora crediamo.
Non male l’idea di Coti Zelati (Sel): se il Pd devolve fa un gesto che i tromboni della Cattolica non hanno mai fatto,
COMUNICATO-STAMPA: Il PD di Crema – nel tentativo di far credere che siamo tutti uguali – spulcia le determine del Comune di Crema e ricostruisce quanto segue: in 7 anni il Comune di Crema ha versato al datore di lavoro di Agazzi 25.000 euro di rimborsi per ore di lavoro che Agazzi non ha prestato in Universita’ Cattolica ma presso il Comune di Crema. Prima considerazione: l’Universita’ Cattolica non e’ un Partito Politico ma un Azienda, un’Istituzione che appartiene al sistema-istruzione del nostro Paese. Il problema di opportunita’ qui non sussiste: non si tratta di un Partito che assume come funzionario il Presidente del Consiglio Comunale che – divenuto tale senza avere un lavoro – non riesce a fare il Presidente a tempo pieno – fermato da polemiche politico-mediatiche (a Crema non lo fece Bruttomesso, non lo fece Fasoli, non lo fece Agazzi) -, quindi, come dipendente di un Partito, costringe un Comune a pagare rimborsi a un Partito Politico. Seconda considerazione: 25.000 euro di rimborsi all’Universita Cattolica in 7 anni,…ma perche’ in 7 anni? Io ho fatto per 5 anni il Presidente del Consiglio Comunale! E’ un errore o si sono aggiunti due anni di semplice mandato di Consigliere Comunale – tra i tanti – per conseguire una cifra che avesse piu’ presa sui cittadini? Terza considerazione: i rimborsi che il Comune ha erogato all’Universita’ Cattolica riguardano le sole giornate di convocazione del Consiglio Comunale. Mai chiesto rimborsi per le Conferenze dei Capi Gruppo – convocate alle 18.30, fuori dal mio orario di lavoro -. Mai chiesti rimborsi per le Commissioni Consiliari – partecipavo obbligatoriamente solo al Loro insediamento, in quanto convocante, e lo programmavo alle 18.30, fuori orario di lavoro -. Tutte le volte che era richiesta la mia presenza, per funzioni di rappresentanza del Consiglio Comunale, in giorni diversi dal fine settimana e in fasce orarie diverse da quelle serali (di mattina, quindi, o di pomeriggio) saccheggiavo le mie ferie personali o il mio Monte Ore lavorativo, per non chiedere rimborsi al Comune. Pur lavorando io a Milano – e non a Crema, in Via Bacchetta, come Piloni! – per 5 anni ho continuato il tempo pieno in Cattolica, rinunciando a chiedere un part-time verticale, che avrebbe migliorato la mia qualita’ della vita, facendomi cessare – almeno due giorni e mezzo la settimana – dalla condizione di pendolare quotidiano che si sveglia alle 5.30 per raggiungere Milano. Se l’avessi fatto – era conforme alla Legge – il Comune di Crema avrebbe dovuto corrispondermi per intero l’indennita’ di carica spettante al Presidente del Consiglio Comunale: ho preferito far risparmiare il 50 per 100 del mio compenso, facendo i salti mortali, al Comune, per gravare il meno possibile sul Bilancio dell’Ente. Nell’ultima fase del mio mandato di Presidente, il Legislatore ha modificato il Testo Unico degli Enti Locali: i permessi di assenza dal lavoro non coprivano piu’ l’intera giornata di adunanza consiliare – per ogni Consigliere Comunale, per altro, quindi anche per i Consiglieri del PD, perché non si dice che e’ di questo che la Cattolica ha beneficiato nel mio caso, di nulla piu’! – ma solo il tempo di svolgimento della medesima e quello strettamente necessario per raggiungerne la sede. A quel punto – in difficolta’ perche’ io lavoravo e lavoro a Milano, non in Via Bacchetta a Crema! – e solo allora attinsi a un budget di ore riservate ai Presidenti di Consiglio Comunale che non avevo mai intaccato prima, ricorrendo piuttosto – lo ripeto – a mie ferie personali o a diminuzione del mio Monte Ore lavorativo. Perche’ lo feci? Per non andare a Milano per poche ore e dover rientrare subito a Crema. NON SIAMO TUTTI UGUALI…anche se si tenta di far credere ai Cremaschi un’altra cosa!
Vien da chiedere che un Magistrato analizzi i rimborsi, riconducibili al mandato di Consigliere Comunale di Antonio Agazzi, erogati dal Comune di Crema all’Universita’ Cattolica, a partire dal 01 Marzo del 1995, data di assunzione del sottoscritto all’Ateneo di Largo Gemelli, a Milano: prima, infatti, ero studente universitario e il problema non sussisteva. Li sottoponga pure a microscopio, per favore, e verifichi se trova una sola irregolarità! Analizzi, parallelamente, i rimborsi di pochi mesi chiesti dal PD per Matteo Piloni – e li analizzi bene! -, dal medesimo PD candidato al Consiglio Comunale e fatto eleggere come Consigliere, successivamente designandoLo quale candidato all’incarico di Presidente del Consiglio Comunale. Una volta eletto – e una volta assunto come funzionario dal PD – che tale Partito pretenda che sia il Comune a cooperare a pagarGli il funzionario grida vendetta a Dio. E si diano risposte circostanziate alle domande del Movimento 5 Stelle…ma, comunque, un volonteroso Magistrato potrebbe ben supplire a una “politica” così impegnata a confondere le acque.
Antonio Agazzi
Capo Gruppo Consiliare di “Servire il cittadino” in Comune a Crema