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La distruzione di un'illusione non è forse peggiore dell'illusione stessa?

Creato il 24 marzo 2011 da Flavia

Sono lieta di annunciare che il blog Inchiostro simpatico collabora con la casa editrice Gargoyle, che è specializzata esclusivamente del genere Horror!

 

Cominciamo!

 

Dal 16 Marzo in libreria è possibile trovare in libreria 'Vendetta!' di Marie Corelli.

La Gargoyle si conferma uno dei punti di riferimento per il genere Horror dato che questa è la prima traduzione italiana del romanzo, opera di Monica Morelli.

La distruzione di un'illusione non è forse peggiore dell'illusione stessa?

Titolo: Vendetta!

Autore: Marie Corelli

Edito da: Gargoyle editore

Pagine: 345, brossura

Prezzo: 15,00 €

La trama

Nel 1884 la città di Napoli è sotto la morsa dell'epidemia di colera, l'aristocratico Fabio Romani si ammala accidentalmente e, creduto morto, viene frettolosamente tumulato nella cripta di famiglia.

Ma il conte è vivo e, ridestatosi, riesce a fuggire dal lugubre luogo grazie alla forza della disperazione. Tornato a casa dalla moglie, la bellissima Nina, e dal suo migliore amico, il pittore dilettante Guido Ferrari, scopre una verità che mai avrebbe voluto conoscere, decidendo così di cambiare identità e di attuare una terribile nemesi...

 

Vendetta! (1886) costituisce assieme a Wormwood (1890) e a Ziska (1897) la trilogia più marcatamente gotico-terrifica di Marie Corelli: il romanzo si presenta, da un lato, come una confessione del protagonista della storia, il conte Fabio Romani, dall'altro come una sua invettiva.

Nella confessione, il conte, che è anche l'io narrante, si mette a nudo davanti al lettore in un faccia a faccia che, seppur cinico e beffardo, non sfugge al dolore provocato proprio della disillusione: i crimini di cui si è macchiato sono stati conseguenti a una vendetta resasi inevitabile per poter recuperare il rispetto di sé e ripristinare un senso di giustizia altrimenti per sempre perduto.

Nell'invettiva, Fabio si scaglia contro l'umanità, in generale, e contro le donne, in particolare; in quest'apparente misoginia, è come se la Corelli intendesse porre una distanzia tra sé e il suo sesso non investigando il femminile nel profondo ma semplicemente oggettivandolo a mera causa di riprovazione.

L'autrice avvinghia il lettore alla pagina attraverso una narrazione piena di suspense fino alla fine, rivelando un impianto solidissimo per qualità della messinscena e per emblematicità degli attori: da una parte Fabio, inizialmente ingenuo e mite poi in preda a una freddezza spietata, dall'altra Guido, baldanzoso gaudente e cialtrone, in mezzo Nina, "malafemmina d'antan" dalla frivolezza crudele.

Romanzo nero ma anche feuilleton - con ascese e disgrazie, agnizioni, amori infelici, intrighi e tradimenti - e melodramma, solcato da conflitti insanabili che sottendono universi di valore contrapposti, e punteggiato costantemente da una deprecatio temporum affatto scontata nelle argomentazioni.

Dal romanzo

«[...] che cos'è l'immoralità, dopotutto? Nient'altro che una questione di opinioni. Prendete quello stereotipo di virtù che è la fedeltà coniugale. Dopotutto, a che cosa serve? A che cosa porta? Perché un uomo dovrebbe essere legato a una sola donna, quando ha abbastanza amore da poterne soddisfare venti? La graziosa ed esile ragazza che ha scelto come compagna nell'impulsività della giovinezza potrebbe essere diventata un orrore di donna, grassa, volgare e rubiconda, quando lui avrà raggiunto la piena virilità; eppure, finché lei è viva, la legge sostiene che l'alta marea della passione debba scorrere sempre nella stessa direzione, sempre sulla stessa spiaggia tediosa, piatta e inutile! La legge è assurda, ma esiste e, come naturale conseguenza, noi la infrangiamo. La società finge di essere inorridita quando lo facciamo, sì, lo so; ma è tutta una farsa».

L'autrice

Mary Mackay, vero nome della scrittrice è la figlia i illegittima tra Elizabeth Mills e il giornalista scozzese Charles Mackay e poco più che trentenne inventò il personaggio di Marie Corelli uno dei tra i più eccentrici dell'Inghilterra a cavallo tra XIX e XX secolo e considerata la regina del romanzo vittoriano. Ha sempre vissuto all'insegna del mistero che ha contribuito ad accrescere lasciandosi fotografare raramente e parlando poco della sua vita privata: figlia di un conte italiano e si descriveva come una "bionda bellezza italiana".

La sua strepitosa avventura letteraria ed editoriale ha inizio con i romanzi  The Romance of Two Words e Vendetta - The Story of One Forgotten, entrambi del 1886; complessivamente la Corelli pubblicò 31 titoli, di cui il più popolare, The Sorrows of Satana (1895): fu apprezzata dai reali inglesi, in primis dalla regina Vittoria, ammiratrici della Corelli furono anche Margherita di Savoia e l'imperatrice Elisabetta d'Austria; l'impressionante numero di lettori dell'autrice londinese era formato però anche da esponenti della nobiltà colta (il poeta Alfred Tennyson), della classe politica (W. E. Gladstone, Randolph Churchill) e del clero - le sue opere, sovente in linea con il conformismo religioso dell'epoca, venivano citate nei sermoni domenicali -, nonché da operai, commesse e soldati al fronte, questi ultimi la ringraziavano per lettera del ristoro ottenuto con i suoi romanzi.

 

Dal 1920 i libri della Corelli cominciarono a apparire datati, e la sua fama ad appannarsi. Dalla critica (eccezion fatta per Rebecca West e Leonard Woolf) non ricevette alcun sostegno in quanto le fu sempre avversa, rimproverandole la convenzionalità dei temi affrontati - le grandi questioni in auge nella sua epoca come il rapporto tra fede e scienza, lo spiritualismo, la trascendenza -, la primitività degli ingredienti che rimpolpavano le sue trame - sentimentalismo sanguigno e passioni incendiarie - e l'ampollosità dello stile.

Da poco più di un decennio l'accademia ha cominciato a occuparsi della scrittrice, all'insegna di un approccio critico rigorosamente argomentato e contestualizzato, privo dei tanti pregiudizi che hanno gravato per troppo tempo sulla sua opera.

 

A dispetto delle critiche ricevute a profusione dai suoi contemporanei, il contributo della Corelli viene adesso ritenuto a ragione fondamentale per capire i valori letterari, l'egemonia di classe, i conflitti di genere che caratterizzarono la cultura europea alla fine dell'Ottocento, sullo sfondo di un mercato editoriale in continuo mutamento.

Hanno detto di lei

Anche se è abitudine deriderla, trovo i suoi libri affascinanti e assolutamente coinvolgenti.

Henry Miller

 

Una fata che scuote il mondo, con una bacchetta magica intrisa d'inchiostro.

Robert Hitchens


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