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>>La “dittatura dello spread”

Creato il 27 novembre 2012 da Felice Monda

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In Italia come in altri stati c’è una condizione di democrazia sospesa con un governo di tecnici guidati dal “supertecnico” Mario Monti. La condizione italiana è simile a quella di altri stati: ormai tutti possiamo appurare la condizione di postdemocrazia in cui molti stati versano, una condizione in cui politica e governi “ratificano” come dei “notai” le decisioni dei “poteri forti”, della finanza, delle banche, dei mercati, delle borse, delle multinazionali, degli oligopoli, delle corporazioni etc.

Nella suddetta condizione di postdemocrazia vengono approvate riforme di austerità e rigore che causano l’indignazione e la rabbia di tanti cittadini che scendono in piazza per dimostrare il loro dissenso.

Molti cittadini vorrebbero avere accesso alla ricchezza prodotta da loro stessi e dall’intera società, ricchezza che finisce nelle mani di “pochi eletti” mentre essi ricevono in cambio del loro lavoro tagli alla sanità, alla spesa pubblica, diminuzione dei servizi fondamentali, tagli alla scuola e all’università come anche alla ricerca. Essi ricevono in cambio anche misure impopolari come quelle approvate in Italia riguardo alle pensioni e al mercato del lavoro.

Nella “dittatura dello spread”, come alcuni l’hanno definita, ci troviamo in una sorta di “distopia” in cui veniamo “schiavizzati” sempre più in nome di un sistema economico ritenuto il migliore possibile.

Nella dittatura dello spread votare sembra “inutile” sia per il panorama politico attuale in Italia sia per una legge elettorale che si appresta ad essere modificata per favorire l’ingovernabilità e quindi un Monti-bis.


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