"La Dolceria Bonajuto. Storia della cioccolateria più antica di Sicilia", (Kalòs Edizioni d’Arte, Palermo, 2013) sarà al centro dell’incontro di oggi, giovedì 27 marzo alle ore 18,30, curato dall'autore ragusano Giovanni Criscione e dalla freelance Elisa Mavilia. Il libro racconta “la grande storia di una piccola impresa”, una fabbrica di cioccolato nata a Modica agli albori dell’Ottocento per iniziativa di Francesco Ignazio Bonajuto e nota oggi come una delle cioccolaterie più antiche e famose d’Italia: l'Antica Dolceria Bonajuto. Pregiate e note in tutte il mondo sono le sue specialità. Anche gli scrittori l’hanno amata, rendendole una fama imperitura. Come Leonardo Sciascia che ne "La Contea di Modica" scriveva:
"...Altro richiamo per restare alla gola é quello del cioccolato di Modica a quello di Alicante (e non so se di altri paesi spagnoli): un cioccolato fondente di due tipi alla vaniglia e alla cannella, da mangiare in tocchi o da sciogliere in tazza: di inarrivabile sapore, sicché a chi lo gusta sembra di essere arrivato all¹archetipo, all¹assoluto, e che il cioccolato altrove prodotto, sia pure il più celebrato ne sia l¹adulterazione, la corruzione..."
Modica è una città dove un tempo esisteva la bellissima figura dello "ciucculattaru" il quale inconsapevole collega del suo corrispondente spagnolo si portava dietro il metate su di un carro per produrre di casa in casa ciò che i suoi compaesani ritenevano un alimento prima ancora che un dolce. Nel 1820 Francesco Ignazio Bonajuto aprì un’aromateria, con interessi nel campo della lavorazione cioccolatiera e del commercio della neve (ghiaccio) utilizzata per preparare sorbetti e gelati. L'imprenditore modicano morì nel 1854 lasciando in eredità al figlio Federico una bottega di gelatiere-sorbettiere con annesso un "fattoio del ciccolatte", ovvero un frantoio per la lavorazione delle fave di cacao. Federico (1822-1899) consolidò l’azienda, concentrando i propri interessi nel settore del cioccolato, all’epoca in forte espansione. Ma fu Francesco (1861-1932) a perfezionare la barretta artigianale, ottenendo la medaglia d’oro all’Esposizione internazionale di Roma nel 1911. Sotto la sua gestione, la Dolceria divenne anche un ritrovo di socialisti. Egli stesso tentò l’avventura politica nel 1920 con il Partito socialista riuscendo eletto nel Consiglio provinciale di Siracusa, che restò in carica pochi mesi. Alla sua morte l’azienda, per il tramite di un’adozione, passò a Carmelo Ruta (1916-1992), già apprendista nel laboratorio della dolceria. A guidare l’Antica Dolceria Bonajuto oggi sono Franco Ruta e il figlio Pierpaolo, rispettivamente quinta e sesta generazione di imprenditori.
E oggi la sua storia, una storia siciliana in ogni “ingrediente”, è in un libro. Carte d’archivio, immagini d’epoca e documenti storici sono fonti inedite sono alla base del saggio di Giovanni Criscione che ripercorre vicende pubbliche e private, crisi e sfide, sconfitte e successi di una famiglia di dolcieri che da sei generazioni si tramanda la passione per le tradizioni e l’artigianato di qualità. Dall’industria primitiva della “neve” utilizzata per sorbetti e gelati alla lavorazione del cacao sull’arcaico metate, dai caffè della belle èpoque ai nostri giorni, si snoda un viaggio inedito e affascinante alla scoperta di mestieri scomparsi, tradizioni artigianali e tesori gastronomici “sepolti” in un territorio che fu un’enclave spagnola in terra di Sicilia.
Giovanni Criscione, classe 1972, giornalista, collabora con la cattedra di Storia contemporanea della Struttura didattica speciale di Lingue e letterature straniere dell’Università di Catania (SDS di Ragusa Ibla) ed è autore di saggi e studi sull’antifascismo e sulla storia economica. Il direttore del Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università di Catania, Giovanni Barone, nella prefazione del libro "La Dolceria Bonajuto. Storia della cioccolateria più antica di Sicilia", scrive:
“La filiera del cioccolato modicano oggi punta di diamante dell’economia Iblea ha radici lunghe, che affondano nella società di una “piccola capitale”abituata da secoli a coniugare l’autonomia delle sue istituzioni e l’originalità del sistema agrario con la cultura materiale “alta”dei ceti borghesi. Con questa densa e approfondita ricerca sulle vicende familiari e imprenditoriali dei Bonajuto, Giovanni Criscione ci consegna un inedito scorcio di storia sociale della città tra Ottocento e Novecento, mettendo in luce sia la straordinaria varietà di competenze artigianali, sia lo spirito di impresa che ha caratterizzato la nascita e lo sviluppo del distretto del cioccolato modicano. L’Antica Dolceria Bonajuto ha fondato il distretto del cioccolato, eccezionale riserva del turismo culturale e gastronomico, esprimendo al meglio la memoria e il futuro di una Sicilia diversa, colta, che indica la strada verso un modello di sviluppo legato alle vocazioni del territorio”.
Antonella Di Pietro