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La Domenica economopolitica: la banca che vorrei

Creato il 05 febbraio 2012 da Firenze5stelle @firenze5stelle

La Domenica economopolitica: la banca che vorrei

Viviamo oggi in Europa e in Italia gli effetti della crisi finanziaria americana del 2008.

Negli ambienti degli Indignati e nella contestazione di Wall Street , ancor oggi perdurante, fortunatamente, si è sviluppata sempre più forte la richiesta, rivolta al mondo finaziario delle banche , di attuare una netta divisione tra banche commerciali e banche di investimento.

Questa richiesta è qualcosa di più di una provocazione tant’è che registriamo la totale indisponibilità delle banche ad attuarla . Ma questa richiesta ha un valore che va al di là della provocazione.

Ovviamente le banche non intendono dividere niente per non dover rinunciare agli enormi maggior utili provenienti dagli investimenti assai più remunerativi dell’attività definita come commerciale. Ma ci sono anche i rischi , insieme agli enormi maggior utili. E quando va male, come nel 2008 in America, e adesso qua da noi ci chiediamo se il gioco vale la candela .

Le banche commerciali non potendo investire in attività di speculazione finaziaria , si dovrebbero accontentare del privato che deposita i suoi risparmi , con l’attività del credito al consumo , e dell’attività di credito nei confronti delle aziende , per investire, e guadagnare , creando occupazione e salari .

Chi dovrebbe gestire queste banche commerciali ? Chi sarano i menbri del cda di questo tipo di banca ? Dovranno essere banche pubbliche ? Sicuramente non ci sarà bisogno di approfondire l’argomento, purtroppo, perchè le banche non opereranno mai questa divisione . Ma sarebbe fondamentale ottenerla.

Come sarebbe fondamentale che gli Stai Uniti d’Europa, cioè gli stati europei , non dipendessero dagli andamenti finanziari delle banche nel loro complesso , ma solo da queste banche commerciali delle quali stiamo parlando – ripetiamo – divise da quelle operanti nel settore finanziario. Adesso il sistema bancario mondiale è tutto un calderone, e gli Stati europei sono costretti a perdere la loro sovranità – e la loro dignità – per sostenere una politica che deve rincorrere i ” diktat” di FMI e BCE.

Certo i nostri politici non sarebbero stati in grado di “lavorare” per una unità europea sotto il profilo politico e fiscale , dopo averne fatta una solo sotto il profilo monetari 20 anni fa con il trattato di Maastricht, ma le “mosse” europee per contrastare gli effetti della crisi americana del 2008 e dei suoi “effetti domino” di cui stiamo soffrendo in Italia , potevano essere l’occasione per risanare il debito pubblico italiano , senza dover aumentare le tasse.

La Domenica economopolitica: la banca che vorrei
Nella speranza e nell’attesa di poter avere una classe politica responsabile e competente , una pubblica amministrazione efficiente , sicuramente in queste banche commerciali l’accesso al credito sarà facilitato , ma riservato solo a quelle aziende costituite da beni e capitali tangibili ,in grado di produrre profitti , salari e aumentare il PIL ,così come ai giovani che hanno idee sulle quali scommettere , spesso bisognosi solo di qualche migliao di euro per partire, e non sarà permesso investire in titolo azionari che possono rivelarsi delle vere e proprie bolle speculative come i titoli della new economy americani antecedenti e causanti la crisi del 2008 e dei suoi effetti in Europa, dei quali stiamo pagando le conseguenze con il prof. Monti , che trova il modo di non fare quello che si dovrebbe fare e fare quello che non sarebbe importante fare, ma sempre con profitto per le banche .

E’ necessario insistere nel richiedere questa divisione affinchè sia nettamente divisa la alta propensione al rischio tipica dei mercati finanziari dalla bassa o inesistente, propensione al rischio che avrebbe questo tipo di banca commerciale di cui stiamo agognando l’esistenza.

Solo chi si predispone al rischio è giusto che ci rimetta se gli va male. Perchè farci rimettere i cittadini che non gradiscono – è un eufemismo – far dipendere l’età di pensionamento e/o la “quantità “di welfare dall’esito di investimenti finanziari andati male .

E queste banche commerciali non avrebbero permesso ad uno stato di indebitarsi come ha fatto l’Italia in questi ultimi 30 anni !

Nonostante la classe politica, inetta , incapace, irresponsabile glielo chiedesse !!


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