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"La donna che collezionava segreti" di Iain Pears: L'ultimo caso nel mondo dell'arte per Jonathan Argyll e Flavia Di Stefano

Creato il 15 novembre 2011 da Alessandraz @RedazioneDiario
Pubblicato da Gabriella Parisi Autore: Iain Pears
Titolo: La Donna che Collezionava Segreti Titolo originale: The Immaculate Deception
Traduzione di Donatella Cerutti Pini
Casa Editrice: Longanesi (collana La Gaja Scienza)
Data pubblicazione: Luglio 2011
Pagine 240
Prezzo 16,60
Trama. Quando a Roma viene rubato un famoso dipinto in prestito dal Louvre, un paesaggio con una coppia mitologica, Cefalo e Procri, Flavia Di Stefano, facente funzione di capo del Nucleo investigativo per la tutela del patrimonio artistico, riceve l'ordine di recuperarlo a tutti i costi, ma senza mettere in imbarazzo le massime autorità italiane e soprattutto senza far trapelare nulla ai media. Non sapendo come sbrogliare quell'intricata matassa, Flavia chiede aiuto al suo vecchio mentore, il generale Taddeo Bottardi, il quale le suggerisce una possibile pista, che porterebbe niente meno che a un nucleo terrorista attivo negli anni Settanta. Nel frattempo suo marito, l'inglese Jonathan Argyll, storico dell'arte, ha intrapreso una sua indagine personale. Intenzionato a fare un regalo a Bottardi, ha deciso di stabilire la provenienza di un piccolo dipinto d'epoca rinascimentale, raffigurante l'Immacolata Concezione, che al momento è appeso a una parete dell'appartamento del generale. Possibile che quel quadretto sia lo stesso rubato tanti anni prima da una villa in Toscana? La ricerca della verità porterà Argyll e Flavia a scoprire antichi e sconvolgenti segreti e ad affrontare nemici pericolosissimi...
RECENSIONE Flavia Di Stefano e Jonathan Argyll sono sposati da quattro settimane. Jonathan è un ex mercante d’arte inglese, un po’ pasticcione, con una spiccata tendenza a mettersi nei guai: quando un quadro viene rubato o viene commesso un delitto nel mondo dell’arte, è sempre il primo ad essere sospettato. Adesso è docente di Arte Barocca in un istituto per studenti stranieri a Roma, e si affanna alla ricerca di argomenti per le pubblicazioni accademiche che l’istituto per cui lavora gli ha richiesto. Flavia è da poco diventata il capo del Nucleo investigativo per la tutela del patrimonio artistico (un corpo di polizia inesistente, inventato ad hoc da Pears) ad interim. Il suo ex-capo, il Generale Taddeo Bottardi, infatti, sta per andare in pensione; nel frattempo egli sbriga del lavoro burocratico in un efficientissimo ufficio dell’Eur. Per celebrare il semestre di Presidenza Italiana al Consiglio dell’Unione Europea, che inizierà di lì a breve, si è allestita una mostra su tutti gli aspetti dell’arte Europea. Ma uno dei quadri, un quadro che era stato inviato dal Louvre solo dopo che governo italiano era intervenuto ufficialmente per garantirne la sicurezza, viene rubato. Si tratta del Paesaggio con Cefalo e Procri di Claude Lorrain.
Non era certo un Raffaello, però quel dipinto aveva un passato turbolento. La fama di essere uno dei quadri più rubati al mondo gli conferiva un’importanza che andava ben oltre la qualità dell’opera.

Paesaggio con Cefalo e Procri di Claude Lorrain
(Berlino Staatliche Museen)

Flavia viene convocata dal Presidente del Consiglio Antonio Sabauda e dal Dottor Guglielmo Macchioli, direttore del Museo Nazionale, che si occupa di allestire la mostra, per cercare di recuperare il quadro senza suscitare lo scalpore dei media. Il presidente dl Consiglio fa capire a Flavia che, sebbene per lo Stato Italiano sia un reato pagare un riscatto, ci sarebbe un privato cittadino disposto a fornire qualsiasi cifra, pur di tenere l’intero affare sotto completo silenzio. La giovane sa di trovarsi in una situazione senza sbocchi. Qualunque cosa accada si troverà in una posizione molto scomoda: nel caso il dipinto non venga recuperato la colpa ricadrebbe in un modo o nell’altro su di lei, nel caso invece lo sia, si ritroverebbe a conoscenza di un segreto pericoloso che riguarda il presidente del Consiglio. In entrambi i casi dunque rischia il licenziamento.
Nel frattempo Jonathan ha deciso che la sua prossima pubblicazione riguarderà la ricostruzione della storia di un dipinto raffigurante l’Immacolata Concezione che il generale Bottardi tiene appeso sul caminetto di casa.
Eppure Bottardi, benché avesse speso metà della sua lunga carriera nel tentar di recuperare le opere d’arte rubate, non gli era mai sembrato il tipo desideroso di averne una tutta per sé. Ma quel quadretto era delizioso: dipinto a olio su un supporto di legno di circa venti centimetri per trenta, un po’ rovinato dal tempo, raffigurava la Vergine con un angioletto che volava sopra di lei. Insolito e poco ortodosso. Una Vergine diversa dalle altre, in poche parole. Era di una bellezza rara; inoltre il pittore aveva dipinto due personaggi inginocchiati di fronte a lei, assorti in preghiera. Era un bel quadro, in condizioni decenti, adatto a stare su un caminetto. Benché qua e là fosse riconoscibile l’opera di un restauratore, gli interventi sembravano essere stati pochi e leggeri. Secondo Argyll, risaliva circa al 1480 ed era attribuibile a un artista dell’Italia centrale, anche se non aveva potuto essere più preciso, dal momento che l’opera apparteneva a un periodo di cui lui non era esperto.
Oltre ad aver trovato un argomento per la sua relazione, Jonathan vorrebbe donare a Bottardi la ricostruzione della storia di quel dipinto, come presente per il suo pensionamento. Una volta che il riscatto viene pagato ed il quadro del Lorenese viene recuperato, però, Flavia non abbandona le indagini: ormai ha deciso di scoprire la vera motivazione del furto, che ha messo la sua carriera in crisi e che l’ha portata indietro agli anni di piombo, fra terroristi e intrighi politici. Ed il furto di quel particolare quadro, con Cefalo e Procri, la cui storia è narrata nelle Metamorfosi di Ovidio, potrebbe avere una motivazione più significativa di quanto non credesse inizialmente.
Argyll cercherà di ricostruire la storia del quadro dell'Immacolata Concezione, invece, con innumerevoli puntatine in Toscana, a Villa Buonaterra, un tempo tenuta di Robert Stonehouse, la cui collezione d’arte, di cui il quadretto del Bottardi un tempo faceva parte, è stata smembrata. Jonathan nelle sue indagini scoprirà la rivalità fra i vari collezionisti d’arte, ed una bizzarra storia di furti e ritrovamenti del quadretto in questione, in cui risultano coinvolti una giovane Mary Verney, una tristemente nota ed ormai anziana ladra di opere d’arte, e lo stesso Taddeo Bottardi.
Questo libro è il settimo e conclusivo caso del ciclo di Jonathan Argyll, scritto cinque anni dopo i primi sei romanzi, che invece si sono susseguiti con cadenza annuale. Forse è proprio per il lasso di tempo trascorso fra quest’ultimo libro ed i precedenti, o forse è per la riluttanza di Pears a chiudere questo ciclo, che questa storia perde un po’ del mordente dei primi casi, Il Caso Raffaello o Il Comitato Tiziano, per intenderci. Le due indagini parallele su due quadri così diversi, che hanno l’unico punto di contatto nel legame che c’è fra Flavia e Jonathan (comprendendo anche il Generale Bottardi e Mary Verney) danno sì, ritmo alla storia, ma nello stesso tempo sminuiscono l’importanza delle due ricerche. Il caso seguito da Flavia, quello nelle alte sfere politiche italiane, poi, è intriso di luoghi comuni sull’Italia ed i suoi cittadini che, se possono funzionare bene per il lettore anglosassone medio, al lettore italiano sembrano farseschi ed inverosimili. Certamente ci rivelano come uno straniero possa vedere il nostro paese, la sua storia più recente e la sua politica da un’ottica esterna, ma l’esagerazione sui difetti degli italiani, sulla loro indolenza, sul pressappochismo, sull’incompetenza potrebbero infastidire chi si sente molto lontano dal modello disegnato da Pears.
Tuttavia quando lo scrittore inglese ritorna sul suo campo, quello dell'arte, quando descrive le rivalità e gli atteggiamenti degli storici dell’arte verso i collezionisti e viceversa, ritroviamo la vena ironica che ci aveva fatto amare lui ed i suoi personaggi della serie, e le teorie di Jonathan Argyll sul collezionismo ed il furto d’arte sono espressione della filosofia dello stesso Pears.
Il collezionismo poteva essere visto come la prima manifestazione d’arte, effimera, fluttuante ed evanescente. Esisteva solo per qualche breve istante e subito svaniva, spazzata via dai venti del cambiamento indotti da sistemi economici corrosivi. E il furto? In tale ottica, anch’esso poteva essere interpretato come un atto estetico, parte del ciclo continuo dello scomporsi e ricomporsi di raccolte di quadri. Santo cielo, pensò, potrei farne il mio argomento per la relazione che devo scrivere.
Tutto sommato una lettura molto gradevole: dal punto di vista strettamente giallo della storia, è un libro molto ben costruito, perché è imprevedibile fino all’ultima pagina. Resta però l’amaro in bocca del doversi congedare da Jonathan e Flavia con un romanzo che non fa onore alla bellissima storia costruita attraverso le precedenti indagini.
L'AUTORE
Iain Pears è nato nel 1955 e vive a Oxford. Ha lavorato come giornalista, storico dell’arte e consulente televisivo. Autore di innumerevoli articoli di argomento artistico e storico, ha raggiunto il successo internazionale di pubblico e di critica con il romanzo La quarta verità. È inoltre autore della serie di romanzi polizieschi ambientati nel mondo dell’arte che hanno come protagonisti Taddeo Bottardi, Flavia Di Stefano e Jonathan Argyll. Bibliografia
Serie Jonathan Argyll
1990 - Il caso Raffaello (The Raphael Affair), Longanesi 2000; 
1991 - Il comitato Tiziano (The Titian Committee), Longanesi 2001;
1992 - Il busto di Bernini (The Bernini Bust), Longanesi 2004;
1993 - Il quadro che uccide (The Last Judgement), TEA 2007;
1994 - Il tocco di Giotto (Giotto's Hand), Longanesi 2008;
1995 - La pista Caravaggio (Death and Restoration), Longanesi 2009;
2000 – La donna che collezionava segreti (The Immaculate Deception) Longanesi 2011.
Altri romanzi
1997 - La quarta verità (An Instance of the Fingerpost), TEA 2001;
2002 - Il sogno di Scipione (The Dream of Scipio), TEA 2005;
2005 - Il ritratto (The Portrait), Longanesi 2007;
2009 - L'uomo caduto dal tetto del mondo (Stone's Fall), Longanesi 2010.

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