RECENSIONE
Oliver Cromwell
Nel 1628, dopo tre anni di regno, Carlo I Stewart, il sovrano inglese, intraprese un’autentica prova di forza per questioni fiscali con il Parlamento, che portarono la nazione alla guerra civile. Si formarono quattro partiti: gli indipendenti e i presbiteriani, che volevano ancora il re, gli Zappatori e i Livellatori, che appoggiavano il Parlamento e Cromwell. La prima fase della guerra si concluse nel 1649 con l’esecuzione del sovrano e la creazione della repubblica di Inghilterra, Scozia e Irlanda, governata dal Lord Protettore Oliver Cromwell.I Livellatori predicavano la sovranità popolare; l’estensione del suffragio, l’uguaglianza davanti alla legge e la tolleranza religiosa. Vengono considerati i precursori della Rivoluzione americana e della Dichiarazione d’Indipendenza. Dopo il 1649, però, essi vennero emarginati da chi deteneva il potere; alcuni vennero imprigionati nella Torre di Londra. John Lilburne fu processato e poi prosciolto; la loro influenza era ormai diminuita.
Tutti sapevano del marito di Elizabeth Lilburne. Era conosciuto come John Nato-libero e, quando non si guadagnava una vita di stenti come saponificatore, collaborava con William Walwyn – quello stesso W.W. che compariva in fondo all’elenco di Bartwain – nell’organizzare una masnada di esaltati, apprendisti, soldati, agitatori all’interno e al di fuori di Londra e dell’esercito del Parlamento. Erano stati i nemici a dare loro il nome di “Livellatori” accusando John e i suoi accoliti di voler “livellare” i patrimoni e mettere ogni cosa in comune. Nel 1642, allo scoppio della guerra civile, tutti costoro avevano sostenuto la Buona Vecchia Causa, il sogno di una repubblica libera, e avevano continuato a sostenerla negli anni successivi durante il conflitto che opponeva l’esercito del Parlamento al re (anzi alla tirannia reale, come alcuni – non Bartwain – la definivano). Nel gennaio del 1649, quando Carlo I era stato decapitato, non era mancato chi aveva accusato i Livellatori, e li aveva chiamati regicidi. Ma Bartwain sapeva che nessuno di loro aveva avuto in animo di fare niente di così definitivo o concreto. Dopo la vittoria dei Parlamentari, il movimento dei Livellatori aveva perduto slancio e nessuno sapeva dire con precisione da quale parte stessero, pensava Bartwain.Fra le schiere dei Livellatori — proprio alla fine del 1649 e nei primi giorni del 1650 — è ambientata la storia di Rachel Lockyer, La donna dagli occhi di smeraldo, verdi, come il colore simbolo dei Livellatori.
Non è la prima volta che leggo un libro ambientato in questo periodo storico. Ogni volta, qualunque sia la storia che esso narra, provo un grandissimo senso di oppressione, una rigidità nelle leggi dei Puritani, mi sento impotente, in un mondo intollerante e quasi senza speranze.Infatti, sebbene Cromwell aspirasse alla libertà religiosa di tutti i protestanti, la repressione spietata contro i cattolici e l’intransigenza delle leggi, resero questo periodo particolarmente buio.
Ne La donna dagli occhi di Smeraldo viene presa in esame una legge in particolare, quella che previene lo scempio e l’uccisione dei figli bastardi del 1624. Le donne che partorivano figli nati al di fuori del matrimonio condannavano se stesse e i propri figli a una vita di totale emarginazione, spesso alla morte: esse erano considerate alla stessa stregua delle streghe. Per questo motivo, spesso cercavano di liberarsi dei figli, uccidendoli dopo averli partoriti. Ma la legge era intransigente:
«La donna “che si sgravi di un figlio – maschio o femmina, che, essendo nato vivo, sia bastardo per la legge di questo Regno –, e provveda di nascosto, tramite annegamento o tramite segreta sepoltura o in qualsiasi altro modo, agendo da sola o istigando altri, a occultare la morte del detto bastardo, sicché non si possa sapere se sia nato morto o vivo, ma sia stato occultato, in tutti questi casi la detta madre, di ciò rea, sia messa a morte, come per omicidio...”»Nessuno sconto, nessuna attenuante. Rachel Lockyer non è sposata. Ha partorito da poco, lo dice la sua datrice di lavoro, la guantaia Mary Du Gard, che l’ha seguita, mentre trasportava un fagottino, e l’ha vista mentre lo seppelliva nei boschi dietro al mattatoio di Smithfield. Mary ha scavato in quello stesso punto, dissotterrando una neonata morta, con un segno livido attorno al collo. La prima parte del libro si occupa dell’indagine preliminare, a cura dell’investigatore Thomas Bartwain, un uomo di solito intransigente, ma che, davanti al silenzio di Rachel e al suo sguardo fermo dagli occhi magnetici, comincia a rendersi conto della fallacità della legge, che forse andrebbe modificata. Bartwain è alla fine della sua carriera di investigatore; rotondo nella figura — è un ghiottone — afflitto dalla gotta. L’imputata e la saggia moglie — che continua a viziarlo con prelibatezze che gli fanno male — gli hanno instillato numerosi dubbi. Di Bartwain riusciamo a cogliere i pensieri e le titubanze, al contrario di Rachel, una presenza muta, di cui scopriamo solo in brevi sprazzi il carattere. Una donna misteriosa, che parla con i morti, di cui percepisce la presenza, ma di cui non riusciamo a capire fino alla fine cosa pensi. Anche perché la Brown, centellina strategicamente gli indizi; percorrendo avanti e indietro la linea cronologica e alternando i punti di vista, pur mantenendo la terza persona.
La trama è semplice, in effetti: prima le indagini, poi il processo, infine l’esecuzione della condanna (ma non vi lasciate abbattere, potrebbero esserci delle sorprese). Solo alla fine sapremo ciò che è accaduto in realtà a Rachel Lockyer. Il tutto nello scenario della fine della prima fase della guerra civile inglese, con personaggi storici e fatti realmente accaduti.
Rachel Lockyer è una donna semplice del suo periodo, un’apprendista guantaia. Sa che in quei tempi incerti è bene tacere, a maggior ragione se si è donne. Ha imparato a farlo. Lo fa per proteggere chi ama. Elizabeth Lilburne, al contrario, le dimostra la sua amicizia parlando; avvicinandosi più di chiunque altro alla verità che Rachel ha taciuto. Elizabeth rappresenta proprio lo spirito dei Livellatori, di coloro che ispireranno la Dichiarazione d’Indipendenza Americana.
Un romanzo storico magistralmente costruito, che per certi versi sembra avvicinarsi quasi a un thriller. Una Londra provata dalla guerra civile, in preda a incertezze e cambiamenti, forse troppo rigidi. Una protagonista coraggiosa e personaggi comprimari di grande spessore. L'AUTRICE
Stacia M. Brown. Americana, si è laureata in teologia e storia delle religioni presso la Emory University di Atlanta. Prima di trasferirsi in Georgia, ha lavorato come supervisore in un rifugio per senzatetto di San Francisco.La donna dagli occhi di smeraldo è nato in parte dalle ricerche per la sua tesi di laurea e in parte per scommessa: quando, a una cena, si sentì dire che era inutile scrivere un romanzo su una popolana del Seicento, perché a quei tempi le donne povere non possedevano una vita interiore, non potevano permettersi il lusso di essere complicate. Il suo libro d’esordio, accolto con grande entusiasmo dal pubblico e dalla critica, ha dimostrato che ne valeva la pena.