Finalmente. Ci siamo. O almeno credo. Di questi tempi le mie certezze sono davvero ridotte all'osso o, più scientificamente parlando, ai minimi termini (ma non chiedetemi se ricordo ancora la scomposizione matematica per minimi termini, la mia risposta è NO!).Era da tempo che mi frullava per la testa la voglia di parlare un pò di me, dei pensieri che mi vagano per la mente (sarà che sono così tanti che o spazio sta terminando e sento il bisogno di dargli un ordine?) di cosa penso, sento. In una maniera più slegata dagli argomenti centrali del mio blog. E col tempo l'idea si è fatta mano a mano più concreta; ho avuto per settimane pensieri e frasi già compiuti in testa a cui mancava solo di essere scritti ma, questa sorta di bolla di incertezza che ultimamente mi circonda, mi impediva di renderli nero su bianco. L'idea del titolo me la sono trovata in testa già pronta. Ovviamente il primo rimando è al bellissimo romanzo di Fruttero & Lucentini, che ho amato e amo molto, perchè leggendolo sa lasciare nel lettore immagini così nitide di quel periodo che non si può evitare di calarsi nella trama. E poi mi ricorda l'atmosfera di Torino, un'altra città italiana che ho nel cuore: nobile, austera, pallida, signorile. Questi sono gli aggettivi che collego a Torino; per me questa città è proprio come una donna misteriosa, che ti attre e ti affascina. Non so perchè.Il secondo rimando lampante per appassionati blogger è al già noto "Gatto della Domenica" di L'armadio del Delitto. Un buffo angolino per farci sorridere che la brillante Signora del Delitto ci lascia (un bacio, un saluto e un grazie amica blogger!!! :-). "La donna della domenica" presuppone un appuntamento che si ripete nel tempo, un'abitudine, ed è questa proprio la mia intenzione, una sorta di rubrica in cui ritrovarsi, per condividere pensieri su vari argomenti, in un giorno un pò più tranquillo degli altri.
ROMANTICISMO, DOVE SEI?
Ultimamente mi capita spesso di pensare a quanto io sia un'inguaribile romantica, nonostante io cerchi di nascondermi dietro la mia facciata di cinismo, e quanto poco di romantico sia rimasto al giorno d'oggi. Voi non l'avete notato? Non intendo il romanticismo svenevole e mieloso da telenovela, o da ode di Keats (e chiedo scusa a Keats per il poco simpatico accostamento!), quanto romanticismo nella concezione dell'essere femminile, nel modo di rapportarsi ad esso da parte del mondo maschile, quell'aura di attenzioni e riguardi. Sarà che questo è il pegno da pagare per la nostra indipendenza? Non che io riuscirei mai a rinunciare alla mia indipendenza, al mio lavoro, ma mi viene da pensare che la vittoria del femminismo abbia dato all'uomo una "giustificazione" per esimersi da certi comportamenti. Voi che ne pensate?
Qualcosa tipo: "Hai voluto essere indipendente? E allora sentiti orgogliosa di pagare la cena". :-) Ecco, qualcosa del genere. Abbiamo desiderato essere al pari dell'uomo in tutto ed ora ci ritroviamo quasi ad essere noi "a portare i pantaloni". Recentemente una mia amica ha apertamente "invitato" il fidanzato ad andare a comprarle l'anello di fidanzamento... Era questo ciò a cui tanto anelavamo?Quante volte al giorno vi capita che vi venga aperta la porta da chi sta avanti a voi e poi vi ceda il passo per farvi entrare (escludere dalla statistica nonno e papà, please)? Quante volte sull'autobus, un uomo seduto si alza per cedere il proprio posto ad una signora? Io prendo l'autobus 2 volte al giorno, in orari di punta e vi posso assicurare che non ho mai visto un uomo alzarsi per far sedere una signora anziana, oppure con molti sacchetti della spesa, meno che mai una signora giovane! Hanno il loro sguardo fisso al finestrino, verso un infinito che solo loro vedono, concentrati a mantenere la loro tranquilla conquista. Solo le donne si alzano e si scambiano favori! (e conoscendo la famosa "solidarietà fra donne", questa cosa è ancora più spaventevole! ;-)Dov è finito l'uomo sicuro di sè e scattante, che non ha bisogno di un seggiolino ma che sa chiederti la cosa giusto al momento giusto, che è attento alle cavolate che a te ogni tanto fa piacere che venga prestata attenzione, che sappia guardarti con quello sguardo tanto decantanto da quello spot da dopobarba (lo sguardo dell'uomo "che non deve chiedere mai") ed intimidirti piacevolmente? Un gentiluomo che sappia quando è il momento giusto per cedere il passo o per le maniere decise..Non lo so. Ma una mia amica l'altro giorno ha detto una cosa che mi ha illuminata. Stavamo parlando di romanzi e scrittori meritevoli e lei ha detto: "...comunque a mio parere non dovrebbero mai e poi mai permettere di far leggere alle adolescenti romanzi delle Bronte e della Austen!!! Rischi di crescere con una visione contorta dell'amore e del romanticismo! Dovrebbero permetterli dopo i 25 anni, quando hai già avuto un assaggio della realtà e sei perfettamente consapevole della definizione di FICTION" (quanto è saggia la mia amica... e se pensate che ha solo 23 anni!).Dunque, calcolando che i miei primi innamoramenti seri sono stati per Mr. Rochester e Mr. Darcy (ebbene sì, il burbero/stronzo ma col cuore d'oro ed i modi da gentiluomo vince sempre), dovrei preoccuparmi? ;-)
Sono forse io a non essere al passo coi tempi e a rimpiangere un passato ormai obsoleto? E' questo il giusto prezzo da pagare per la nostra indipendenza?Mmmm.... non ne sono convinta. Una via di mezzo ci deve essere e questa potrebbe essere un buon compromesso. Ma aspetto le vostre opinioni, a patto che non mi diciate di essere circondate da nipoti di Mark Darcy! ;-)
Per il momento...una buona domenica!