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La Doppia Ora

Creato il 31 ottobre 2015 da Becomingtrendy
La Doppia Ora
Fossi in voi, stasera dopo cena, la tv la lascerei perdere e recupererei (insieme a un plaid) questa storia che non molti conoscono.Qui, appena sotto, la recensione che ho scritto per il dizionario "Un anno di Cinema", uscito poche settimane fa in libreriae edito da Classi.La doppia ora(di Giuseppe Capotondi, Ita 2009)***"Non essere giù perché la tua donna ti ha lasciato: ne troverai un'altra e ti lascerà anche quella."Ecco, grazie a Bukowski, quasi quasi sottilmente vi spoilero (è un neologismo orrendo, ne sono consapevole, deriva da to spoil, "rovinare", ma questa precisazione non assolve la mia povera coscienza) la trama di questa storia.Perché questa affermazione del vecchio Hank, ci starebbe tutta come incipit, almeno per quanto concerne il protagonista maschile di questa vicenda controversa (un Filippo Timi intenso e profondo quanto la sua voce).Ci sono dei film che almeno per me, hanno una specie di magia, non c’è sempre una spiegazione. Questo ad esempio, mi piace particolarmente, sia per l'interpretazione misurata dei due protagonisti (quello femminile è un'enigmatica Ksenia RappoportCoppa Volpi a Venezia), sia per l'eterogeneità degli spunti che accende senza abbandonarne nessuno per strada, anzi.Infatti, a ben guardare, inizia come un giallo, e prosegue come un thriller (psicologico), nel modo in cui si sviluppa e suggerisce le pieghe di ciò che potrebbe essere e/o essere stato.Io invece, ogni volta che lo rivedo, ci leggo "semplicemente" una storia d'amore. Di quelle che ti fai male, ma che ti fanno essere vivo pure però, in questa vita che vivo ci sei poche volte e a intermittenza. Quella stessa vita che fa economia di scena quando crede, e ti mette di fronte a certe cose che a immaginarle usciresti pazzo, specie se sei un tipo silenzioso, che osserva e parla con gli occhi, e di mestiere ascolt(av)i gli altri come Gene Hackman ne "La Conversazione" di CoppolaVabbè basta divagare, c'è anche lei, Sonia, che un po' di sfiga se la porta addosso con l'ambiguità di chi si guarda sempre alle spalle, che va beccare uno che finalmente le piace al momento sbagliato, come legge di Murphy vuole.Ma io sono un maschio, e quest'ultima considerazione la faccio a bassa voce, tra i denti aggiungo sommessamente solo altre due cose:1) a parte tutti i pregi che ho elencato, ci sta qualcosa di non risolto che non voglio trovare, perché come spiegavo, sono di parte; magari sarà che questo regista marchigiano di videoclip d'alto livello, Capotondi, era alla sua prima opera (per il momento ancora unica), e che i comprimari intorno alla storia sembrano troppo caricaturali (tranne Gaetano Bruno che come "cattivo" è sempre perfetto);2) che il senso del tutto, in fondo, lo trovi nella canzone di Robert Smith che accompagna quest'ora e mezza torinese, basta alzare finalmente il volume:"come back, come back, don't walk away, come back, come back, come back today, come back, come back, why can't you see, come back, come back, come back to me, and I know I was wrong, when I said it was true, that it couldn't be me and be her, in between without you…"



Articolo di Francesco Della Calce 

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