L’artista friulana ancora protagonista della passerelle parigina sull’arte contemporanea. Quadri, foto, sculture e street art dal vivo hanno animato l’appuntamento internazionale più conosciuto dai collezionisti d’arte
Anche per quest’anno, alla volta della sua sedicesima edizione, l’appuntamento internazionale di Art Shopping ha confermato il proprio ruolo di passerella tra gli artisti e gli appassionati di arte contemporanea. Un ponte diretto tra collezionisti e realizzatori; come quello che da Port de Saint-Pères collega le due parti della Senna, portando i turisti e gli amanti parigini davanti al tempio mondiale dell’arte. Proprio qua, a due passi dal Louvre, il Carrousel ha offerto per due giorni (dal 13 al 14 giugno) le proprie gallerie alle mostre di 450 opere, che da tutto il mondo hanno raggiunto la capitale francese percorrendo un viaggio attraverso le più celebri e originali discipline al cuore dell’arte.
Una raccolta di esposizioni senza dubbio poliedriche. Dalla pittura alla scultura, dalla fotografia passando per la Street Art, che ha visto l’esibizione dal vivo di venti maestri di pittura decorativa, i cui nomi rispondono alle giovani stelle del murales mondiale: è il caso di EZP, Zenoy, Stoul, Iza Zaro, Wire e Anis, tanto per citarne qualcuno. Le loro perfomances si sono contraddistinte in diversi stili di ‘affreschi da parete’, prettamente interpretati dalla tradizionale bomboletta spray, dai mosaici e dall’uso di materiale tessile.
A pedibus usque ad caput. Tra i corridoi che delimitano gli spazi riservati alle gallerie, la selezione delle migliori opere internazionali ha toccato tutti gli angoli del globo; se la sala di rappresentanza giapponese ‘Be Gallery’ è riuscita a colpire l’attenzione con le realizzazioni di Chisayo Nakata e Okazaki Arisa, agli estimatori di Art Shopping non è mancata la possibilità di perdersi tra i dettagli dei personaggi ritratti sulle tele dell’azerbaijano Sakit Mamadov. Allo stesso tempo, non è stata fatta salva l’ambientazione dedicata alla Bohemian Fine Art, firmata dall’artista americana Amy Polling. I padroni di casa francesi, dal canto loro, hanno decisamente corroborato le aspettative dei partecipanti, con evidenti punte di prestigio per i quadri di Sophie Bryces e di Perrot.
In situ, anche l’arte contemporanea italiana è stata protagonista di questa sedicesima edizione della cosiddetta fiera dell’accessibile. A tal proposito, agli onori della rappresentanza, l’EA Editori Gallery di Palermo ha esposto numerose tele e opere realizzate da artisti provenienti dal Belpaese. Tra questi, occorre spendere qualche parola sui recenti contributi artistici di Vesna Pavan; già nota come ideatrice di numerosi progetti improntati sul sociale, di cui ne è gonfaloniere l’iniziativa ‘Red&Fucsia’, lanciata e consacrata sul tema della violenza sulle donne. Un ritorno di successo, quello dell’artista friulana, che al Carrousel du Louvre ci era già arrivata nel 2013; oggi, a differenza di allora, con l’obiettivo di trasmettere una differente relazione tra colore e pittura.
Cosi’ è possibile inquadrare il ciclo Skin, nato dall’esigenza di rispondere ad un bisogno psicofisico dell’artista. Partendo dal desiderio di liberare ogni sorta di emozione, l’innovazione tecnica del ciclo Skin è dato dall’assenza della tela, che Vesna Pavan giudica un elemento statico e inadatto per descrivere le proprie sensazioni. Attraverso la divisione in due filoni – ‘created by color’, per quanto riguarda la presenza di figure femminili sulla falsariga del ciclo Fusion Forex; ‘moving color’, basato sul movimento del colore – l’idea dell’artista di condividere i propri stati d’animo risulta ben riuscita, proprio grazie agli effetti di naturalezza prodotti dall’utilizzo dello smalto, che si afferma l’unico materiale impiegato dalla Pavan.
Cio’ è particolarmente evidente nelle tre opere esposte e messe in vendita ad Art Shopping, che riprendono tutti gli elementi organici del moving color; per capirlo è opportuno riferirsi ai moduli Feeling, Red Lips e River, tutti e tre rigorosamente ‘smalto su smalto’ da 96 x 76 cm. Come ha recensito il critico d’arte Luca Beatrice, il concetto di questi lavori sta nella messa in scena del corpo umano come materia liquida, che recupera le tecniche pittoriche delle avanguardie degli anni cinquanta; basti pensare alle tele cauterizzate di Alberto Burri e al dripping di Pollock, con evidenti richiami all’espressionismo astratto di Clyfford Still e all’influenza pop di Robert Rauschenberg. Il risultato si confuta nella sintesi dell’eterno conflitto tra apparenza ed essere, che sfocia in un palese contraddittorio più tecnico, tra immagine e contenuto.
Giacomo Fidelibus
Tribuna Italia