Non è la prima volta che abbocco, ma vorrei capire se sono io la disfunzionale – come peraltro ripete a nastro mio padre - o se il cosiddetto finger food soddisfa o meno i vostri appetibili palati. Cominciamo dalla teoria. Cos’è il finger food? Per imparzialità e trasparenza vi rimando alla più cliccata delle definizioni - ttp://it.wikipedia.org/wiki/Finger_food – e aggiungo che fino all’altro giorno non sapevo nemmeno che si definisse tale. E’ stata Giulia – la mia cara amica dei piani alti e di nobile profilo – che da signorina perbene mi ha ammonito nell’usare la terminologia corretta e atteggiamento consono alla serata.
Per farla breve: io non mi riempio lo stomaco con sta menata del finger food. C’ho fame! E di ste mini porzioni, tartine, quiche e vol au vent dovrei mandarne giù una vagonata per saziarmi. E in queste situazioni bon ton dove si sussurra e non si parla – io che in genere sono cinque toni sopra la media, in questi ricevimenti mi sembro afona – c’è sempre la gnocca di turno con tacco 12 di Prada (oh bella scarpa niente da dire) che non mangia di suo e “pretende” che gli altri facciano lo stesso mentre io – che non ci sto più dentro e al tacco ho preferito la pianella - scalpito come se fossi a digiuno da settimane e darei cento euro per una piada con crudo, squacquerone e rucola. E il bottiglione di sangiovese sulla tavola, come Dio comanda.
In Romagna dovrebbe essere proibito il finger food. Non mi interessa se non fa figo azzannare la piadina del chiosco stravaccata su una sedia di plastica nell’intento di non impataccare i pantaloni. E’ appagamento totale, è poesia.
Queste che vi mostro sono le foto che ho scattato per testimoniare il “ben di Dio” che il finger food propone. Io ci ho messo la faccia e le immagini. Ai posteri l’ardua sentenza.
Pacman
Nostradamus
Magical Cat Adventure
Snake