Edizione rinnovata dell’ormai storico appuntamento pomeridiano su Rai 2, il programma di attualità “Pomeriggio sul due”, condotto in diretta dal lunedì al venerdì alle 14.00 da Milo Infante e Caterina Balivo.
Oltre due ore di diretta per raccontare l’Italia, i cambiamenti e la vita quotidiana, seguendo e cercando di comprendere cronaca e attualità.
Tema della puntata, la crisi della famiglia. La famiglia è solo un valore del passato? La famiglia italiana sta di fatto andando a pezzi?
Questo è l’allarmante quadro che emerge dall’analisi contemporanea di quel che oramai appare come un’istituzione del passato. I matrimoni durano sempre meno, le famiglie si sfasciano, i figli sono circondati da nuovi padri o nuove madri, coppie scoppiate e dialoganti oppure, per lo più, separate e litigiose, genitori divisi e incapaci di offrire un modello di unità coniugale in grado di creare il giusto equilibrio allo sviluppo della personalità dei giovani. In compenso pubblicità e media in genere raccontano, quotidianamente, che i valori che contano sono quelli dell’apparire, della moda, dell’avere e del capriccio.
Una famiglia quindi sempre più disgregata tra conflitti generazionali che di fatto la minano.Possiamo senz’altro affermare che essa ha subito, nel secolo che si è concluso, delle molteplici trasformazioni. Dalla famiglia patriarcale, in cui nella stessa casa vivevano insieme più generazioni ( nonni, figli, nipoti, nuore, ecc…) si è passati a quella nucleare, in cui ci sono solo i genitori ed i figli. Ed è un fatto che l’individuo contemporaneo abbia un acuto senso della propria identità, dei propri diritti, della propria autonomia. Mal tollera perciò quei legami, quelle costrizioni, quelle dipendenze, economiche e psicologiche, che soltanto poco tempo fa sopportava.
Qual è allora, il male oscuro della famiglia?
Forse l’indifferenza, il narcisismo, il consumismo: distratti dalle proprie mete di carriera e di consumo da raggiungere ad ogni costo, forse si tende a trascurare i figli, il loro bisogno di colloquio, di ascolto. I ritmi lavorativi ed esistenziali, sono, in occidente, fortemente accelerati, compressi, lasciando sempre meno spazio per un’adeguata cura dei rapporti personali; la sfera emotiva, affettiva di molti bambini ed adolescenti tende a risentirne e di certo non agevola lo sviluppo armonico della personalità.
La struttura economica che fa da cornice alla precarietà e all’insicurezza economica sono altri motivi per i quali la famiglia è in crisi. Produrre un reddito che permetta di pagare affitto, bollette e tutto il resto comporta un dispendio di energie notevole. Altrettanto vero è che il modello vincente della felicità è associato alla nostra capacità di consumo, ci siamo abituati al concetto che essere felici equivale a possedere oggetti. La riuscita della persona non consiste nel progettare, costruire, essere creativi, impegnarsi anche con sacrificio in vista di qualche importante ideale; ma sta nel consumare cose ed esperienze nella maggiore quantità possibile.Ecco spiegato il motivo per cui i figli, sovente ultratrentenni, prolungano la permanenza nella famiglia d’origine, dichiarando di trovarcisi bene, di godere di assistenza e servizi altrimenti non fruibili, demandando perciò alla famiglia originale il compito di supplire alle carenze economiche e di infrastrutture.
Eppure a me sembra che la famiglia sia come la democrazia, un’istituzione imperfetta che tuttavia non ha alternative migliori praticabili.
Laddove gli esseri umani si incontrano e interagiscono per anni, è naturale e inevitabile che, dallo scontro di volontà diverse, si sviluppino conflitti.
L’importante è, forse, tentare di gestire questi conflitti con efficacia e maturità, lasciando spazio alla comprensione, al dialogo, all’affetto, alla solidarietà.
Eppure la famiglia continua ad essere in crisi.
La famiglia oggi è considerata non come un soggetto sociale con diritti e doveri, ma come un fatto esclusivamente privato; non come una comunità peculiare, ma come una somma di individui che abitano nella stessa casa;
Ma, la famiglia, comunque, riveste un’importanza fondamentale per il costituirsi della società. Senza di essa, non può esserci neppure la società stessa. Forse se arrivassero dei segnali positivi quali un aiuto alle giovani coppie, che so, il taglio dell’iva sui prodotti per l’infanzia, oppure l’accesso ad asili nido vicino a casa e con rette minime accessibili a tutte le fasce di reddito, i benefici non sarebbero immediati?Sperando che, nel frattempo, politici e amministratori, cerchino di creare le migliori condizioni esterne (sostegni economici, infrastrutture, servizi, ecc.) affinché la famiglia prosperi, constatiamo che solo pochi coraggiosi e temerari si avventureranno nella scelta di vivere in coppia e formare una famiglia, con il conseguente ed inevitabile impoverimento della nostra società.