Magazine Cultura

La fantasia organizzata

Da Marcofre

Nel libro di Eudora Welty si parla di un mucchio di cose interessanti. È una lettura impegnativa, più di altre dello stesso genere, ma che consiglio senza dubbio.

In uno dei capitoli, si parla proprio della “fantasia organizzata” (pagina 46). Il che è strano perché spesso si dice, che questa qualità debba essere lasciata libera.

Piccolo segreto di Pulcinella: se scrivi una storia e lasci a essa troppa libertà, finirai in un pantano. Forse questo è meno vero con un racconto. Di certo l’autore nei confronti della storia che sta scrivendo deve assumere la mentalità del gendarme.

Più che scrivere, diventa essenziale sorvegliare. In questo lavoro, la fantasia se non viene tenuta a bada, se appunto non è organizzata, sfugge di mano. Alla fine il rischio di avere tra le mani una creatura indomabile, che si potrà o abbattere, o riscrivere da capo con spietate amputazioni, è tutt’altro che remoto.

Forse il racconto è la palestra migliore per imporsi questo modo di lavorare. La maggior parte degli autori esordienti, si lancia nel romanzo perché… Già, perché?

L’opinione che recita: “I racconti sono letteratura di serie B” è da XX secolo.
Probabilmente sono vittime dell’idea che: “Il romanzo è meglio perché ho un sacco di idee, e dentro ci sta più roba”. In un container ce ne sta di più, sul serio.

E non si tratta nemmeno di scrivere di meno: il racconto è l’estrazione chirurgica di un evento, e delle sue ripercussioni su uno o più personaggi.

Il romanzo parla di quello che succede prima e a volte (non sempre), del dopo. Anna Karenina muore, ma il romanzo procede ancora per un po’.

“Ma non è la stessa faccenda?”, si chiederà qualcuno? No.
Il ritratto è una cosa; un affresco è un’altra. Sì, gli strumenti possono essere simili o identici, ma è evidente anche ai sassi che parliamo di differenti mondi, e modi.

La costrizione a cui ci si sottopone con un racconto aiuta a comprendere che la fantasia è in realtà una lama a doppio taglio, maneggiata di solito con imperizia.

Se si ha molta fantasia (quante volte gli amici ci hanno detto: “Hai una bella fantasia, perché non scrivi?”), devi imparare il prima possibile a imbrigliarla. Quello che dicono gli altri a proposito di questo argomento non è utile. Cercano di essere utili, di aiutarci; ci fanno dei complimenti.

Fai attenzione, perché ci vuol poco perché la tua amica fantasia si trasformi in zavorra; e il primo passo per liberarsene (riconoscendola), è leggere. Leggere. Leggere.


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog