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La fatwa di Madau contro il "sardismo reazionario"

Creato il 19 gennaio 2011 da Zfrantziscu
In un psichedelico articolo per il manifestosardo, l'archeologo Marcello Madau aggiunge ad altri noti (razzisti, filo-nazisti) un nuovo epiteto per dire de disprezzo per quanti stanno fuori del Tempio della Dea Ragione: questa volta, oggetto della fatwa sono gli infetti da “sardismo reazionario”. E chi sarebbero costoro? Quanti fanno “delle sceneggiate isteriche [...] ogni qualvolta si parla di fenici, o di progetti che il nome dei fenici portano”, coloro che arrivano, “delirio che genera delirio, a negare l’esistenza [dei fenici], in un patetico ma concettualmente preoccupante ‘negazionismo’”. Insomma, chi come me non è della partita feniciomane o che trova orripilante che la feniciomania arrivi a ribattezzare in Golfo dei fenici quello di Oristano o, anche, osi rimettere in discussione il Verbo, intaschi la sua parte di scomunica e cerchi di rimediare nelle preci notturne, implorando il perdono della Dea Ragione.Il Madau mica scherza. In una sua riflessione che apparentemente nulla c'entra con il suo articolo (dall'enigmatico titolo “S. Imbenia, i nuragici e Marchionne”), lancia un messaggio a noi vandeani. Invita i consoci adoratori deisti a “non dimenticarsi di preferire [...] il modello della rivoluzione francese rispetto a quello della rivoluzione americana. Concedendo qualcosa come la rinuncia alla guillotine, ma nulla sui diritti del lavoro e dei popoli”. Ti aspetteresti qualcosa di diverso da un giacobino sostenitore del “Ça ira ça ira”, ahilui rassegnato a rinunciare alla ghigliottina? No, evidentemente. Eppure ci vuole una certa dose di faccia tosta, nel sostenere che i suoi padri putativi avessero rispetto dei diritti dei popoli. Chiedere, per conferma ai bretoni, agli occitani, ai baschi, ai corsi, agli alsaziani. E, avendo una macchina del tempo, chiedere ai girondini, sterminati dai giacobini perché favorevoli alla soggettività dei popoli, quello occitano in primis. O chiedere ai corsi che si sono visti respingere dal Conseil Constitutionnel il loro statuto perché osava parlare di popolo corso; o agli altri popoli della Francia con lingua propria che si son visti senza tutela della Carta europea perché, messieurs, in Francia c'è una sola lingua: il francese. Tutti figli della Rivoluzione che manda in brodo di giuggiole il Nostro.È, però, un peccato che Madau si lasci prendere la mano dal suo sacro furore ideologico. Perché nel suo articolo sconclusionato – che parte da S. Imbenia e approda a Sergio Marchionne, sì proprio quello della Fiat, dopo aver mostrato il filo rosso che lega i fenici all'Unità d'Italia – dice cose interessanti. Come questa: “Quello dei nuragici di S. Imbenia è un rapporto con Fenici che arrivarono già con profili ‘compositi’ – ciò che spiega meglio la loro ‘multiculturalità, ma anche le loro relazioni – grazie ai segni filistei, libanesi e ciprioti, e le ceramiche euboiche: contesti così articolati noti in oriente e nel mar Egeo, a Cipro come in Siria e in Fenicia”. Insomma, mi pare di capire, che questo “sardista reazionario” neghi che i Fenici fossero un popolo. O ho capito male?

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