C’era una volta, in un paese lontano lontano, una bellissima Principessa, una fanciulla dall’animo nobile e gli occhi lucenti. Il suo nome era Lettura. Lettura amava trascorrere le giornate insieme ai suoi amici: la Regina Alfabetizzazione, La Principessina Cultura, e il Duca Progresso.
Al calar della sera, i quattro amici si davano appuntamento in una sala del castello, una grande stanza, confortevole e luminosa. In quello spazio incantato, accorrevano tutti i bambini del regno per assistere, attoniti, ai racconti dei quattro compagni. Le giornate trascorrevano così, esplorando, insieme, mondi meravigliosi e incontrando strani personaggi, abitanti di un paesino, collocato al di là dell’orizzonte, che si chiamava Fantasia. Il tempo passava, e le cose al castello non erano più come prima. Lettura, Alfabetizzazione, Cultura e Progresso incontravano, ormai, solo pochi amici al castello.
Tra loro, il Principe Passione che aveva confessato a Lettura i suoi sentimenti. Passione aveva occhi solo per lei, gli altri abitanti del villaggio, invece, iniziavano a frequentare le dimore al di là del sentiero. In fondo alla valle, infatti, la folla accorreva numerosa per far visita e rendere omaggio a strani personaggi, dai nomi goffi e dalle bizzarre espressioni del viso: Sir Playstation, La Principessa Tivvù e Lady Ignoranza.
Lettura era triste, i suoi amici non le bastavano più. E nemmeno Passione riusciva a regalarle un sorriso. Non le piaceva assistere, sconsolata, a quel penoso spettacolo. Voleva far qualcosa, sì, voleva aiutare i suoi piccoli amici e consentire loro di riscoprire i mondi meravigliosi che avevano, un tempo, imparato ad amare. E all’improvviso, in un ridente giorno di primavera, giunse al castello Sir Unesco, in sella a un cavallo bianco. Il cavaliere dalla folta chioma rassicurò la Principessina: “Mai più resterete sola, Lady Lettura. Combatterò, da oggi, al Vostro fianco, assalendo crudeli nemici per consentire ai piccoli abitanti del villaggio di pensare, riflettere, gioire, viaggiare e innamorarsi insieme a Voi…”
Per saperne di più sull’autore Antonio Campolongo: