La Fecondazione Medicalmente Assistita: la diagnosi di infertilità (I Parte)

La Fecondazione Medicalmente Assistita: la diagnosi di infertilità (I Parte)

Oggi parliamo di un argomento molto serio e importante: la fecondazione assistita. Ogni coppia ha una propria storia personale e in alcuni casi può capitare che dopo aver tentato più volte di avere un bambino decida di rivolgersi ad uno specialista. E' un percorso molto faticoso e lungo a cui bisogna essere ben preparati. Il mio consiglio quello di rivolgervi sempre a seri professionisti che possano supportarvi in tutto il percorso.
Cominciamo a definire il concetto di sterilità che e' l'incapacità di ottenere una gravidanza dopo 12 mesi di rapporti tendenti alla fecondazione quindi frequenti e non protetti.
Non e' una scienza esatta, ovvero non sempre si può stabilire con certezza che una coppia non può avere figli, la diagnosi non e' sempre facile.
Quindi dopo aver individuato il professionista ginecologo esperto in problemi di infertilità, inizialmente lo incontrerete per una visita generale in cui vi conoscerete meglio e cercherà di capire come assistervi meglio.
In Italia la legge che disciplina la fecondazione assistita è la n. 40 del 2004. Questo decreto prevede proprio che le coppie vengano informate dettagliatamente su tutte le cure. Inoltre si prevede che gli interventi devono essere graduali. Essendo un percorso di coppia le indagini mediche riguardano sia l'uomo che la donna.
Per quanto riguarda la donna si sottoporrà ad una visita ginecologica che inizierà come un normalissimo controllo, vi verra' fatta l'anamnesi in cui vi si chiederà l'età, la professione che svolgete, se avete subito interventi, se avete patologie, assunzione di farmaci. Poi si passera' alla sfera ostetrico/ginecologica in cui vi verra' chiesto quando e' iniziato il ciclo (menarca), se il vostro ciclo e' regolare, se avete avuto gravidanze precedenti o aborti, e poi da quanto tempo cercate una gravidanza.
Infine si passa all'esame obiettivo misurando il peso, l'altezza e il BMI, la pressione arteriosa e un controllo generale.
Dopo aver inquadrato la situazione femminile si procederanno alle indagini definite di I livello, che sono quindi quelle meno invasive, proprio come vi dicevo prima.
Verranno eseguiti:
Ecografia ginecologica: permetterà di mettere in evidenza eventuali malformazioni uterine, fibromiomi, cisti ovariche ed endometriosiche, eventuali dilatazioni tubariche. Inoltre verra' utilizzata per valutare poi la crescita del follicolo quando si indurrà l'ovulazione.
Isterosalpingografia: è un esame che permette di valutare la morfologia dell'utero e delle tube. Consiste nell'opacizzazione della cavità uterina e delle tube mediante l'introduzione in un liquido di contrasto. Permette quindi di valutare la morfologia e poter quindi evidenziare se ci sono delle aderenze, malformazioni uterine, occlusioni tubariche, polipi endometriali, fibromi uterini.
Inoltre si andrà a valutare il fattore ovulatorio, importante per capire i livelli ormonali della donna e valutare se avviene l'ovulazione. Verra' quindi chiesto di misurare la temperatura basale per 3 cicli e poi verranno effettuati una serie di prelievi per monitorare l'ovulazione.
FSH e LH: Questo due ormoni vengono misurati insieme al terzo giorno di ciclo. L'FSH e' l'ormone artefice della maturazione del follicolare, ovvero porta alla maturazione del follicolo dominante che porterà poi all'ovulazione. L'LH agisce sul follicolo durante l'ovulazione e ne induce la rottura per permettere la fecondazione e mantiene il corpo luteo
Estradiolo: e' un importante ormone estrogeno. Il suo tasso aumenta progressivamente durante la prima fase del ciclo proprio perché stimola l'ovulazione
Progesterone: e' un importante ormone prodotto durante la seconda fase del ciclo e il suo ruolo e' quello di preparare l'utero ad accogliere la gravidanza.
Prolattina: e' l'ormone che serve per mantenere la lattazione, quindi viene prodotto in allattamento. Di solito il suo dosaggio e' indicato in caso di amenorrea, ovvero di assenza del ciclo mestruale.
Se si riterrà opportuno indagare meglio la situazione verrano eseguiti ulteriori accertamenti diagnostici, definiti di II livello. Servono solo nei casi in cui non si sia giunti ad una conclusione certa durante il primo livello di indagini.
Si tratta quindi di andare a valutare meglio le tube, se lì e' il problema con un intervento di laparoscopia diagnostica, oppure si potrà indagare meglio l'utero con un'isteroscopia se ci sono dei dubbi. Ma se dal punto di vista anatomico non ci sono problemi, e a dare sospetti e' il fattore ovulatorio, si procederà a valutare ecograficamente la crescita follicolare.
Anche l'uomo deve eseguire degli accertamenti e affrontare un percorso diagnostico proprio come la donna.  Infatti il fattore maschile a volte e' responsabile di circa il 40% dei casi di sterilità di coppia. E' importante che l'uomo si sottoponga ad una visita andrologica.
Abbiamo sempre due livelli di diagnosi come nella donna e l'esame cardine per valutare l'infertilita maschile e' quello del liquido seminale, in cui si valuteranno se ci sono alterazioni del seme e in particolare si valuta la funzionalità degli spermatozoi.
Se non dovesse bastare si passa alle indagini di II livello che andranno a valutare i dosaggi ormonali maschili. Si valuteranno gli ormoni FSH, LH, il testosterone e gli ormoni tiroidei. Verranno fatte anche indagini immunologiche. In alcuni casi vengono eseguite anche delle indagini del cariotipo che permettono quindi di visualizzare la mappatura genetica.
Domani parleremo nello specifico delle tecniche di procreazione medicalmente assistita, che vengono eseguite dopo aver accertato qual è la causa dell'infertilità.
Elisa
Enthusiastic Midwife