Gianni Vattimo è stato sempre convinto che, più di ogni altro filosofo, sono stati Nietzsche e Heidegger ad aver cambiato il “pensiero moderno”, dominato dalla fede in un graduale e crescente cammino verso la verità.
Vattimo spiega che la filosofia, dopo la decostruzione nietzscheana e heideggeriana dei valori occidentali, deve essere una “avventura della differenza”, un pensiero liberato dalla condanna platonica, dalla riduzione di ogni cosa a un singolo principio ideologico. Per lui la fine della modernità (il postmoderno) acquista credibilità filosofica solo se pensata in relazione alla problematica nietzscheana dell’eterno ritorno e a quella heideggeriana del “superamento della metafisica”. Anche se Nietzsche e Heidegger hanno sottoposto a critica e decostruito la tradizione del pensiero europeo, essi non hanno proposto un mezzo o un metodo per una soluzione critica, dissoluzione o superamento di questa eredità. E questo è ciò che per Vattimo li rende importanti. Infatti Nietzsche e Heidegger sono gli unici filosofi a non aver delineato una “nuova” filosofia, un nuovo programma intellettuale, come invece è il caso di Schopenhauer e Sartre. Nella riflessione di Vattimo, Nletzsche e Heidegger hanno suggerito in modo indiretto che per poter parlare dell’Essere dobbiamo ricordare che l’”ontologia” altro non è che l’interpretazione della nostra condizione; l’Essere è quindi il suo evento, e l’ermeneutica è necessaria per imparare a interpretare l’evento dell’Essere.
Se il pensiero degli antichi era condizionato da una visione ciclica del corso degli eventi, se il pensiero moderno è dominato dalla secolarizzazione della tradizione giudaico-cristiana e i postmoderni lo sono dalla “fine della storia” o dalla “fine della storia unitaria e privilegiata”, qual è allora la filosofia che corrisponde a questa specifica epoca dell’Essere? Per Vattimo, se questa dissoluzione segna la fine della storíografia come immagine di un processo unitario di narrazione degli eventi, la risposta deve essere nel riconoscere che alla fine della modernità comincia per la filosofia l’”avventura delle differenze”. In altre parole, per far fronte a questi “viaggi delle differenze”, la filosofia deve non solo riconoscere l’essere come un evento, la natura interpretativa del concetto di verità, ma anche riconoscere il suo status intellettuale di pensiero debole…
Gianni Vattimo è tra i filosofi più importanti in ambito internazionale. Le sue opere sono state tradotte in tutto il mondo. Per commemorare il suo percorso filosofico, pensatori come Umberto Eco, Richard Rorty, Charles Taylor e molti altri hanno voluto dibattere i temi da lui affrontati.
Nel volume ci sono i contributi di Rüdiger Bubner, Paolo Fiores d’Arcais, Carmelo Dotolo, Umberto Eco, Manfred Frank, Nancy K. Frankenberry, Jean Grondin, Jeffrey Peri, Giacomo Marramao, Jack Miles, Jean-Luc Nancy, Teresa Ohate, Richard Rorty, Pier Aldo Rovatti, Fernando Savater, Reiner Schürmann, James Risser, Hugh J. Silverman, Charles Taylor, Gianni Vattimo, Wolfgang Welsch, Santiago Zabala.
Una filosofia debole
Saggi in onore di Gianni Vattimo
a cura di Santiago Zabala
Garzanti
2012