Sammy Wasem aveva 15 anni quando aprì una fan page della Ferrari su Facebook. La pagina ebbe un tale successo che raggiunse i 500.000 fans, diventando una delle più seguite in ambito automobilistico.
La sede Ferrari di Maranello (yo.spc.free.fr)
La Ferrari, dopo sei anni, ha deciso di denunciare il ragazzo ormai 21enne per violazione del copyright. La Rossa accusa al ragazzo di aver venduto e quindi monetizzato, sulla pagina, prodotti a marchio Ferrari.
Il ragazzo nega di averci guadagnato dei soldi e attacca: “Non hanno scrupoli. Hanno infranto il sogno di un ragazzino”. Da Maranello fanno sapere che l’azione legale è solamente contro i Wasem e non Facebook. Nello specifico è stato Stefano Lai, portavoce Ferrari, a fare luce sulla situazione: “Il problema non è con Facebook o con i nostri tifosi, ma con chi tenta di utilizzare la proprietà intellettuale della Ferrari per fare soldi fuori da esso”.
Non è la prima denuncia di questo tipo e non sarà l’ultima. La Coca-Cola, per esempio, in situazioni simili ha adotatto una strategia differente: ha assunto i fan. Questa diatriba legale apre interessanti domande sul binomio copyright-social network. Fino a dove arriva la libertà d’espressione? Quando si sconfina nell’effettiva violazione del marchio e, ancora, Facebook cosa può fare? I social sono un’arma a doppio taglio: Wasem e la Ferrari l’hanno imparato a proprie spese.
(sportmediaset.it)