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La festa del Pd. L'unico che si diverte è il Pdl

Creato il 21 agosto 2010 da Massimoconsorti @massimoconsorti

La festa del Pd. L'unico che si diverte è il Pdl.Mentre dalle parti del Pdl, fra un ultimatum di Berlusconi e un grappino di Bossi, si cerca di mettere una pezza alla “maggioranza risicata” che tanta paura fa al capo, nel Pd la voglia di litigare è sempre dietro l’angolo e ogni occasione buona per l’ennesimo distinguo politico (questione di sfumature) fra un presunto leader e un altro aspirante. Così accade che alla festa nazionale del Pd di Torino, la leadership del partito decida di non invitare Roberto Cota per non riconoscergli il ruolo di governatore del Piemonte, visto che la sua elezione è sotto inchiesta e si stanno ricontando i voti. La presenza di Cota avrebbe insomma “ufficializzato” la sua elezione in un momento in cui la Bresso spera in tutt’altro esito, sostenuta dalle sentenze del Tar del Piemonte e di quella del Consiglio di Stato. Secondo noi il ragionamento non fa una piega e la “fuga” degli esponenti del Pdl dalla festa del Pd, c'era quanto meno da aspettarsela. Hanno declinato l'invito già accettato, nell’ordine: Roberto Maroni, Roberto Calderoli, Giulio Tremonti e Paolo Romani mentre Maurizio Sacconi, che pure vorrebbe andare, non sa che pesci pigliare. Com’è risaputo, l’eventuale mancato apporto di statisti del calibro di Maroni e Calderoli, farebbe perdere alla kermesse pidina quell’appeal intellettuale che presenze di tale calibro sicuramente costituirebbero. Le loro parole, che i dirigenti del Pd attendono con particolare interesse anche per capire come si fa a vincere le elezioni in questo paese, rappresenterebbero uno spunto di riflessione del quale D’Alema, Violante, Bersani e La Torre non potrebbero fare a meno considerato che qualcuno dovrà pure spiegargli come fregare Nichi Vendola alle primarie. Ma il più incazzato di tutti è il sindaco di Torino, quel Sergio Chiamparino che al pari di Vendola e Bersani vorrebbe tanto correre alle primarie del Pd che decideranno il “chi è” il nuovo leader. Accusato dai vertici romani di “subalternità culturale a qualsiasi presa di posizione della destra”, Chiamparino ha risposto piccato: “Non avendo trascorso le vacanze sulle spiagge a commentare le dichiarazioni con il vicino d’ombrellone, ma con gente che lavora, anche a Ferragosto, ho constatato quanto sia bassa la credibilità del Pd e dell’opposizione in generale verso un governo che pure vede la sua maggioranza sgretolarsi”. Per il sindaco di Torino la credibilità presso un elettorato stanco e scoraggiato, si riacquista invece inseguendo la destra sul suo stesso terreno: fuori gli extracomunitari e gli ebrei dall’Italia, evviva le leggi ad personam, largo alla cricca e un posto gratis in ospizio ai rincoglioniti della nuova P2. Nella sua dichiarazione Chiamparino, oltre a farci sapere che ha trascorso il ferragosto al lavoro, non ha aggiunto nulla a quanto già non si sappia del carattere di un partito destinato, fin dal dna veltroniano a perdere sempre, compresa la corsa dei sacchi e il tiro alla fune della sagra dei fagioli di Cellole. Secondo il Chiamparino pensiero, insomma, più si flirta con la destra più si ha la possibilità di combatterla e batterla e per questo ha deciso di buttarsi nell’imprenditoria televisiva acquistando Capracotta Libera Television. Da qualche parte bisognerà pur cominciare per mettere in piedi un impero mediatico partendo dal nulla.


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