TECNICA (Stadio Olimpico, Torino). La festa, la coppa, i lustrini. La Juventus e il Cagliari non si fanno male, impattano sull’1-1 l’anticipo delle ore 18 e fanno festa insieme. Ecco il riassunto del pomeriggio torinese nel quale fanno passerella gli eroi bianconeri di questa annata strepitosa coronata da uno scudetto e dall’entrata della Signora bianconera nelle otto squadre più forti d’Europa.
Con la consegna dello scudetto, tuttavia, non sono arrivati i record di punti e di vittorie consecutive sui quali la banda di Conte aveva messo il mirino. Resta accessibile, invece, il primato di 28 vittorie in campionato che si potrebbe raggiungere con una sola partita da tre punti in più. Insomma, festicciola in famiglia senza tre punti, ma con molta gioia, i bimbi dei ragazzi in bianconero in campo, esultanze varie e assortite. Poi la cerimonia, la coppa, il capitano che la alza.
Una celebrazione felice, ma non felicissima perché già incombe il futuro con le varie questioni da aggiustare nella casa bianconera. Da Conte a Ibrahimovic, dal futuro del tecnico che appare titubante sulla possibilità di fare meglio, fino al ritorno dello svedese inviso ai big che, mentre lui andava via, se ne andavano in B senza abbandonare la baracca. Si vedrà, intanto va agli archivi anche la consegna della Coppa del Campionato, al termine di un Juventus-Cagliari finito 1-1 con le reti di un Ibarbo in capo a un inizio di marca tutta rossoblu, poi pareggiato da Vucinic. Rovinano la festa i fischi a Beretta mentre consegna il trofeo dei vincitori del campionato ai bianconeri: un vero uragano.