"Perciò io dico: Eä! Vengano queste cose all'Essere! E io invierò nel Vuoto la Fiamma Imperitura, ed essa sarà nel cuore del Mondo, e il Mondo avrà Essere." Ma che cosa è questa Fiamma?
La Fiamma Imperitura o Fuoco Segreto è, nelle opere di J.R.R. Tolkien, l'essenza divina di Eru Ilúvatar, lo Spirito Divino di cui sono animate le creature della terra di Arda, inoltre, tale "Fiamma", possiede anche per sua stessa natura, la capacità di conferire esistenza a pensieri e sensazioni. Nel Silmarillion si dice che Melkor bramò per sé la Fiamma Imperitura (chiamata anche Fuoco Segreto) perché voleva creare esseri propri su cui comandare. Ma commise due errori: cercò la Fiamma nel Vuoto Esterno, mentre essa è con Ilúvatar, inoltre non capì che la Fiamma non dà vita a esseri che sono sotto il dominio del proprio Creatore, ma a creature indipendenti, che il Creatore può amare e a cui può dare solo preziosi insegnamenti, pur essendo legato ad esse. In sintesi, il Creatore può essere la guida degli esseri che vengono creati col potere della Fiamma, ma non il dominatore; o meglio, il Creatore può esercitare il controllo sulle cose create, ma esse sono per loro intima natura in-dipendenti. Infatti, all'inizio della Genesi di Arda, quando uno dei Valar, Aulë il Fabbro, creò i Nani, Eru lo ammonì, spiegandogli che se Lui non avesse accettato quell'opera e non l'aves-se consacrata con la Fiamma, i Nani non sarebbero rimasti altro che fantocci nelle mani di Aulë, necessitanti della sua volontà per muoversi, e sarebbero stati legati in tutto e per tutto a lui. Ancora più avanti si ha un'ulteriore prova di questo fatto: le creature di Melkor (Orchi, Troll e Balrog) non furono da lui forgia-te, ma sedotte dal male (i Balrog) oppure torturate fino all'estremo (Orchi e Troll derivano da Elfi ed Ent), ed è appunto il fatto di essere state, in origine, creature toccate dalla Fiamma a per-mettere loro di avere un'esistenza autonoma, seppur corrotti da Melkor. Un importante riferimento al Fuoco Segreto si trova, inoltre, ne "La Compagnia dell'Anello", quando Gandalf, rivolgendosi al Balrog incontrato nelle Miniere di Moria, dice "Sono un servitore del Fuoco Segreto, e reggo la fiamma di Anor." Essendo Gandalf proveniente da Aman, poteva benissimo definirsi tale, e contrapporsi al "Fuoco Oscuro, Fiamma di Udûn" ("Udûn" è la parola Sindarin per Utumno). [Questo passo riguardante Gandalf, verrà ampiamente trattato negli ultimi capitoli del presente Libro]. Ma il Fuoco Segreto, Imperituro, Sacro o Divino che sia, fa parte di molte cosmogonie della Terra, e se provassimo a risalire indietro nei secoli risulterebbe pressoché impossibile riuscire a datarne il culto, molto probabilmente antico quanto la scoperta del fuoco da parte dell'umanità. Il fuoco brilla, riscalda, illumina, brucia, purifica, cuoce le vivande, con il suo calore è un insostituibile fonte di energia; però se aumenta di volume e di forza può sfuggire al controllo dell'uomo e pro-durre effetti catastrofici, divorando e distruggendo case, coltivazioni e boschi. Nelle religioni primitive che si perdono nella not-te dei tempi, si distingueva un triplice fuoco: il Celeste (il Sole), il Terrestre (la fiamma del focolare prodotta da due pezzi di legno con lo sfregamento dell'uno contro l'altro) e l'Acquatico (la folgore che guizza dalle nubi). Molti popoli trattavano il fuoco al pari di un essere vivente, e per questo lo ritenevano meritevole di tanti riguardi, a cominciare da quello dell'antica Grecia, di quando Zeus, per la stima che riponeva in Prometeo, gli diede l'incarico di forgiare l'Uomo, ed egli lo modellò dal fango e lo animò con il Fuoco Divino. Un filo conduttore segreto unisce anche il culto del Fuoco Sacro nella mitologia zoroastriana e i primi culti cristiani, specie quelli gnostici. Ad esempio, l'evangelista Luca, nel capitolo terzo del suo vangelo, presentò il Batti-sta come un profeta che appicca dovunque il Fuoco della Parola del Signore, proclamando l'urgenza della conversione. Però, la folla, prima di accogliere il suo messaggio, volle accertar-si della sua identità, e Giovanni spiega precisando: "Io vi battezzo con acqua, ma viene uno che è più forte di me, al quale io non sono degno di sciogliere neppure il legaccio dei sandali: costui vi battezzerà in Spirito Santo e Fuoco" (Lc 3,16). Dunque, l'annunzio del nuovo battesimo era fatto dal Battista con il chiaro riferimento al fuoco. Il fuoco illumina e rende possibile il cammino anche nel buio della notte, riscalda e fa sbocciare il miracolo della vita nel gelo, purifica e fa risplendere un oggetto di metallo prezioso in tutta la sua attraente bellezza. Così è lo Spirito: è luce potente di verità che guida il cristiano passo passo "verso la verità tutta intera" (Gv 16,13); è fuoco che lavora con pazienza e incessante dinamismo nell'intimo di ogni battezzato per purificare e liberare dalle scorie: egli "piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato, accende il fuoco dell'amore". Simeone (949-1022), teologo e santo della Chiesa Ortodossa, scrisse nei suoi Trattati Etici: "Dio è fuoco, egli è venuto come fuoco e ha riversato il fuoco sulla Terra. Questo fuoco corre dappertutto, cercando una materia da investire, ossia una disposizione d'animo e una volontà buona per gettarsi sopra di essa e infiammarla. In coloro nei quali il fuoco si accende, la vampa sale alta, non lasciando requie o riposo a chi viene infiammato. Ne ciò accade in modo inconscio, come pensano alcuni, ignari delle cose dello Spirito. Infatti l'anima infiammata, che questo fuoco consuma, non è esca insensibile, ma pienamente dotata di sensazione e conoscenza; perciò essa all'inizio prova un enorme dolore. Poi, dopo averla purificata perfettamente dalle macchie delle passioni, questo fuoco le diventa cibo e bevanda, illuminazione e gioia incessante: per partecipazione trasforma il nostro essere in luce [...]" Ci son tre cause legate al calore: un calore naturale del corpo necessario alla vita, il ribollire dell'ira e l'intervento della grazia. Il calore, inoltre, scaturisce anche da un proponimento della volontà, e la grazia è la presenza divina che al momento del battesimo cristiano prende dimora nelle profondità dello Spirito, dove attende di essere accesa di proposito dall'Anima che la fa divampare col suo ardore. La Gnosi, pertanto, è purificazione. l'Anima va resa omogenea al Cielo, cioè pura, leggera, trasparente, luminosa e sottile, e questo processo non va solo reso autonomo dal Corpo, ma anche trasformato, e quando accade ha persino una ricaduta sul Corpo Fisico che si spiritualizza e può così seguire docilmente i moti dell'Anima. Quando ogni uomo, tramite la Gnosi, riprende contatto con il proprio Sé Interiore o Superiore, viene riportato alla luminosità originaria, ma con il tempo le passioni materiali possono oscurare quella luce, e la Mente si contamina con pensieri impuri. Se c'è di pari passo, però, una continua purificazione interiore, le cose tenebrose vanno via, e se il Fuoco del maligno è oscurante, quello divino è ascendente e porta al distacco delle cose materiali o terrene per quelle pure e universalmente spirituali. Il Fuoco Interiore si attua con la continuità della propria ricerca spirituale, e più questo Fuoco divampa, più la materia sottile controllata dalla Mente è soggetta a variare le sue caratteristiche, e quanto più splendore riceve per il fluire dello Spirito, tanto più diviene leggero, forte e concentrato. Per questo motivo, non solo gli gnostici, ma anche molti artisti nel corso dei secoli, sino ad arrivare all'opera di Tolkien, hanno ricercato la conoscenza interiore di Sé come una chiave per comprendere le verità universali: 'chi siamo, da dove veniamo, dove andiamo', e la convinzione che "chi esplora l'esperienza umana scopra nello stesso tempo la realtà divina". Simon Mago (Samaria, I secolo, considerato dagli eresiologi cristiani il primo degli eretici e proto-gnostico samaritano), ad esempio, sosteneva che ogni essere umano è un luogo abitato e 'che in lui dimora un potere infinito... la radice dell'Universo'. Ma questo potere infinito esiste in due modi, uno reale e l'altro potenziale, perciò 'esiste al-lo stato latente in ognuno', ma 'potenzialmente, non realmente'. Alla base della dottrina di Simon Mago, dal punto di vista filoso-fico, c'era il monismo, una Potenza Unica, proprio come in Tolkien (divisa in alto e in basso), riconducibile al Fuoco Divino (come nella cosmogonia zoroastriana), ingenerato e dotato di pensiero, principio creatore e ordinatore del cosmo e in esso immanente, principio della generazione delle creature. L'unica Potenza Divina sotto vari aspetti costituisce il Tutto: il macrocosmo animato e vitale, e il microcosmo umano, il cui elemento divino può essere reintegrato nella condizione iniziale per diventare immagine perfetta della Potenza Divina stessa. Arrivati a questo punto del nostro viaggio, però, sarà bene iniziare a spiegare quali sono le varie entità, razze e i personaggi che di-morano in Arda, creati da Eru Ilúvatar mediante la Fiamma Imperitura, in modo da rendere ancora più chiara questa analisi.
Autori: Ambra Guerrucci e Federico Bellini
Titolo: " Il Fuoco Segreto di Gandalf"
Editore: Risveglio Edizioni
Data pubblicazione: Settembre 2014
ISBN-A: 10.978.8899009/014