Magazine Società

La finanziaria "sòla" di Matteo Renzi, venditore di pentole in teflon

Creato il 09 aprile 2014 da Tafanus

Federico-fubiniQuesto chiarissimo articolo di Federico Fubini su Repubblica, sul sito del giornale è nascosto in una righetta di due cm. di lunghezza, in corpo 5, che rinvia all'inizio dell'articolo, presente solo sul "cartaceo", o riservato agli abbonati a Repubblica online.

Federico Fubini ormai è - insieme al "grande vecchio" Eugenio Scalfari, uno dei pochissimi "giapponesi nella giungla" di Repubblica, ormai embedded totalmente al renzismo. Possiamo capire. Nella situazione attuale delle aziende energetiche di De Benedetti, essere "filogovernativi" è inevitabile. Ben vengano quindi articolo come quello di Fubini (quanto resisterà, a Repubblica?), che spiegano molto bene quali siano gli scheletri nell'armadio della (vana)gloriosa presemntazione del DEF di Renzi:una cartella carica di soldi altrui, di soldi inventati, e di soldi dati per incassati, anche quando l'incasso è sui massimi valori di precarietà.

Faccio quindi - spero - cosa gradita, a chiunque voglia ancora usare il proprio cervello per combattere il diffuso "agit-proppismo" filo renziano. scannerizzando l'articolo di Fubili quasi integralmente, e aggiungendo qualche domandina a Renzi (ma anche ai renzini da riporto) sulla base del grafico che riproduce alcune previsioni macro-economiche del DEF. Tafanus

Coperture a rischio: un terzo una tantum e 3 miliardi di tagli sono già impegnati  - I conti per finanziare quest'anno la manovra fiscale del 2014 non sono affatto così certi (Fonte: Federico Fubini - Repubblica)
Il difficile inizia adesso. Il governo ieri ha presentato uno scheletro di grandezze di bilancio astratte e poche sorprese, di cui quella di un debito che sale sempre di più verso quota 135% del Pil. Ora però gli spazi bianchi fra le righe dei numeri, quello scheletro di intenzioni, vanno riempiti con una materia di cui si parla attentamente molto poco.
Il merito del Documento di Economia e Finanza (Def) passato in consiglio dei ministri in tempo per i tiggì della sera è nel suo sforzo di realismo. Non capita spesso che il ministro dell'Economia formuli una previsione di debito per l'anno in corso peggiore di quella sfornata poche ore prima dal Fondo Monetario Internazionale.
Il problema è che le scelte ponderate finiscono qui. Il nucleo del Def approvato ieri, un taglio alle tasse da dieci miliardi sui redditi bassi, solleva domande in chiunque lo affronti con il pallottoliere dei conti anziché con le ali della politica. In primo luogo lo fa sulla natura delle coperture all'ammanco di cassa. Esse dovrebbero da garantire, almeno nelle promesse, che il deficit pubblico non aumenterà e a prima vista queste contromisure svolgono tutto il loro lavoro. Lo sgravio fiscale quest'anno peserà 6,6 miliardi di euro (poiché varrà solo da maggio, non da gennaio) e sarà garantito da tre voci diverse: 4,5 miliardi di tagli di spesa; circa un miliardo di prelievo supplementare dalle banche sul guadagno di 7 miliardi registrato rivalutando per decreto di governo le loro azioni in Bankitalia; e ancora circa un miliardo dal gettito Iva prodotto dal pagamento degli arretrati dello Stato alle imprese.
Messo alla prova però l'intero edificio vacilla paurosamente. Le entrate dell'Iva legate alla liquidazione dei debiti dello Stato non rappresentano nuove risorse, ma solo l'anticipo di ciò che sarebbe successo in futuro quando quelle fatture sarebbero state comunque pagate. In altri termini, si sta spostando una posta di bilancio da un anno all'altro e si creerà dunque un ammanco equivalente negli prossimi esercizi.  Resta solo una misura «una tantum» per finanziare un taglio di tasse che invece è permanente.

Carlo-padoan
Ancora più controversa la scelta di tassare le banche sulle loro azioni di Bankitalia perché è sensato che gli istituti versino imposte in più, ma nel migliore dei casi anche in questo caso si tratta di «una tantum» irripetibili: un altro buco da colmare l'anno prossimo. Ma soprattutto, sull'intera operazione delle quote Bankitalia gravano obiezioni di Bruxelles perché la drastica rivalutazione delle quote per decreto sembra essere un aiuto di Stato illegale. Se poi le banche realizzassero la loro plusvalenza rivendendo le proprie azioni alla stessa Bankitalia, quindi girando parte del rilavato al Tesoro, in base alle regole europee questo potrebbe essere finanziamento monetario del deficit: un ritorno agli anni '70, la violazione più radicale delle regole a fondanento dell'euro.
Resta poi tutto da capire il contenuto di tagli di spesa per 4,5 miliardi da eseguire ormai on sette mesi. Di certo però dovranno toccare sussidi all'autotrasporto e interventi invasivi sull'acquisto di beni e servizi, che freneranno la ripresa. Con un problema di fondo in più: secondo le prime stime della Ragioneria, almeno tre di quei 4,5 miliardi di tagli sono già impegnati da misure incluse nell'ultima manovra del governo di Enrico Letta. Insomma, se questi calcoli della Ragioneria fossero esatti, i dieci miliardi di tagli permanenti all'Irpef già decisi sono coperti in modo altrettanto permanente solo per 1,5 miliardi. Il resto sono solo «una tantum» e misure incerte, con l'obbligo quantomeno di triplicare i tagli dal 2015. Il ministro Padoan per la verità aveva detto che le coperture non sarebbero state così effimere.

Il premier Renzi poi nelle sue prime slide aveva promesso interventi rapidi anche per l'edilizia delle scuole, le bollette delle imprese e la difesa dell'ambiente. Oggi tutto ciò è già sparito per evidente assenza di fondi. E certo i politici si giudicano per ciò che fanno, ma neanche questo può azzerare il ricordo di ciò che dicono.
Federico Fubini

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Le cifre del governo

Def

Qualche domandina nostra a Renzi e ai renzini da riporto:

  • Renzi doveva andare in Europa e fargliela vedere lui, alla Merkel..."Siamo sotto il 3% di deficit, siamo al 2,6. Nessuno ci impedisce di portarlo non dico al 3,0, ma almenmo al 2,8".Morale_ la previsione 2014 resta al 2,6, quella del 2015 viene portata all'1,5. Come mai? Ha avuto qualche schiaffone dalla Angela?
  • Come mai questa diversità fra le previsioni di crescita del DEF italiano, e quelle degli organismi europei e del FMI?
  • Denito/Pil. L'anno prossimo diventa operativo il fiscal compact. L'anno comincia con un debito del 134,9% sul PIL. Il fiscal compact impone di abbassarlo 3,745 durante il 2015 (un ventesimo della differenza fra debito effettivo, e target del 60%. Come nai viene abbassato solo - nella migliore della ipotesi, di 1,6 punti?
  • Qual è la magia attraverso la quale in presenza di un deficit del 2,0% Renzi riuscirà a far scendere il debito?

Ma ora devo uscire. Il resto delle domande, stanotte. Tafanus


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :