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Trilogia del Cornetto. Numero 3.
La fine del mondo parte come classico film su bevute e nostalgia, con un gruppo di amici sgangherato che ben 20 anni fa, per celebrare la fine della scuola, aveva deciso di percorrere il miglio dorato: no, nessuna maratona o corsa che sia, ma "visitare" tutti e 12 i pub di Newton Heaven, dove bere senza ritegno per concludere la serata nel fantomatico "The world's end".
Causa collassi vari, mezze risse e soprattutto la quantità elevata di birra e droga ingerita, 20 anni fa il miglio dorato non si riuscì a percorrere, diventando così per Gary King un cruccio difficile da sciogliere, e simbolo del suo declino che da fico della scuola e leader della sua compagnia lo ha portato al nulla, senza un lavoro, senza una famiglia ma con tanti debiti e tanti problemi di droga da risolvere.
Capito questo, Gary si metterà in moto per riunire la vecchia banda, trovando i suoi vecchi amici molto scettici sul suo conto e ormai accasati, con un lavoro triste ma sicuro e per nulla gloriosi come un tempo. Non sarà certo questo a fermarlo, però, e tornati a Newton Heaven inizieranno nuovamente la loro personale staffetta fino a che... l'imprevedibile, l'assurdo, si compie, e la fine del mondo non sarà solo il nome di un pub.
Il tris Edgar Wright-Simon Pegg-Nick Frost stupisce ancora, e dopo aver ridicolizzato il genere zombie e il poliziesco, si fa ora beffe nel modo più geniale del catastrofico, con degli eroi altamente improbabili che si battono a suon di pinte ingurgitate e test dell'ultim'ora.
Il cambio di registro lascia così di stucco, provocando un'inevitabile sensazione di "WTF?" che le risate, le situazioni improbabili fanno presto dimenticare.
Le risate non diminuiscono, quindi, ma si vanno a sommare in un numero forse maggiore rispetto agli altri due capitoli, facendo di questo ultimo già un culto.
E se si pensa che un genere parodistico come questo non abbia pregi al di là della comicità insita, basta vedere il modo frenetico e goliardico con cui Wright gioca con il montaggio, i suoi omaggi ai film di genere durante i combattimenti, a partire dall'inizio in flashback di folgorante velocità.
Menzione speciale, poi, alla colonna sonora nostalgica e retrò quanto basta per essere amata al primo ascolto, che passa dai Blur ai Pulp e a Kylie Minogue senza perdere un colpo.
E il cornetto? Qui è purtroppo solo un sogno agognato, di colore verde.
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