Solo in Italia si ostenta un insano ottimismo, soprattutto nel mare ipocrita della sinistra pacifista. Ma la verità è che il dopo Gheddafi è una vera e propria incognita per la stabilità del nord Africa. Abbiamo già potuto vedere quello che sta accadendo in Egitto. Il paese del Nilo è tornato indietro di trent’anni. Agli anni settanta. Ormai lo storico accordo di Camp David del 1979 è carta straccia per il nuovo regime che ha preso potere a Il Cairo. L’integralismo/fondamentalismo islamico ha preso il potere e non intende cederlo. E la priorità ovviamente è solo una: distruggere Israele o quanto meno contribuire in questa direzione. Abbiamo potuto constatare con i nostri occhi questa drammatica verità con l’attentato a Eliat di qualche giorno fa.
La Libia rischia di fare la stessa fine. Tutti esultano per la caduta di Gheddafi. Giustamente. È stato comunque un dittatore, e nemmeno tanto tenero. E teneva il paese in una morsa antidemocratica poco umana. Però, proprio perché era un dittatore, riusciva a tenere a bada le frange più estremiste dell’ondata islamica. Quella che scalpita per terrorizzare l’occidente. Quella che scalpita per cancellare Israele dalle carte geografiche.
Perciò la verità è più complessa. Se diamo un’occhiata alla cartina mediorientale targata 2011, sono poche le vecchie dittature rimaste in piedi. Anzi, per vero ne è rimasta solo una: quella iraniana. La più potente, influente e pericolosa. Quella che può effettivamente tirare le fila di tutti i governicchi sorti dal crollo dei vari regimi. Persino la Siria oggi è più debole e incapace di influenzare gli assetti del mondo arabo. Di fatto, nel 2011, il medioriente rischia di cadere nelle mani dell’integralismo islamico di matrice iraniana, e questo è assai pericoloso non solo per Israele, ma per l’intera Europa.
Dunque, si può certo essere soddisfatti che un altro regime sia caduto. Ma altresì, bisogna essere profondamente realisti. La democrazia è un concetto di governo che mal si concilia con una visione teocratica dello Stato, e dunque con l’Islam. Pensare davvero che nell’ex colonia italiana venga instaurato un governo democratico, è pensare in modo infantile. Difficilmente ciò accadrà, e se anche repubblica sarà, sarà repubblica islamica, con tutti i suoi limiti sulla dignità e la libertà delle persone.
Ovviamente nessuno rimpiangerà Gheddafi. Ma l’idea di ritrovarsi un regime islamico a poche centinaia di chilometri da casa, non è certo un’idea che fa dormire sonni tranquilli. La Libia è un paese virtualmente ricco, e non sappiamo esattamente di quali armi disponga. Perciò le incognite sono parecchie, e ridurle tutte a una fatua e inconsistente speranza, è chiudere gli occhi davanti alla verità dei fatti. La democrazia è un concetto occidentale. Dove predomina il Corano, non può esistere. Che ci piaccia o no.
di Martino © 2011 Il Jester