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La finestra sul cortile

Creato il 31 maggio 2013 da Luciusday
22/05/2013
Apro la finestra ma il vetro, rigato dalla pioggia, mi consente di intravedere appena le luci dei lampioni: giusto quanto basta per scorgere le finestre illuminate, all'interno delle case di fronte. In fondo in 22 anni non è cambiato quasi nulla. Gente conosciuta di persona, persone conosciute di vista, delle quali la vita, gli amori, i vizi, le preoccupazioni provo a immaginare, o ricordare - la differenza, in fondo, è sottile.
Famiglie di amici un tempo frequentati. So tutto di loro tramite Facebook, non so niente della loro vita. Quando li incontro, alcuni ormai non salutano nemmeno più. Mentre magari mi era appena apparso un loro post sulla home page di Facebook.
La casa della vecchia vedova, scomparsa poco tempo fa.  Il suo cane, come spesso succede, l'ha seguita poco dopo. Le persiane, perennemente abbassate e eternamente storte. Il figlio, che vive all'interno e non si vede mai, almeno di giorno.
Il balcone della signora che si affaccia e rende partecipe tutto il condominio delle sue conversazioni, spesso contornate da avverbi o interiezioni poco fini ma molto coloriti. D'estate, però, possiamo tirare tutti un sospiro di sollievo, dato che non esce per il troppo caldo. In compenso, dalle finestre comunque chiuse si riescono a sentire le canzoni di Gigi D'Alessio e della Tatangelo.
L'appartamento dei quattro amici cinesi, proprietari e gestori di un ristorante poco lontano da casa. Una di loro, ogni settimana - non ricordo che giorno - scendeva puntualmente qualche rampa di scale per portare la cena alla vedova. Un rito atteso nella monotonia di chi ha vissuto di tutto e non si attende più sorprese dalla vita. Tranne l'ultima.
Il bagno della zitella che, puntualmente, d'estate alle 10 di sera ci diceva di smettere di giocare a pallone, perché doveva lavorare. Continuò a romperci le scatole, fin quando un pallone non ruppe casualmente la finestra del suo bagno.
I nuovi inquilini, che si accingono a impossessarsi della loro casa, a infondervi emozioni, vita, ricordi. A trasformarla nel loro punto di riferimento. Una volta un amico mi disse: una casa è veramente tua quando ci sai camminare al buio, con gli occhi chiusi e le orecchie tappate e quando riesci a percepire il tuo stesso profumo addosso alle cose.
Dai tempi del liceo ho un amico che cambia casa continuamente: ne avrà cambiate quattro solamente da quando lo conosco. Scherzavamo sempre su questo fatto, dicendo che i genitori sono in realtà delle spie russe che non vogliono farsi scoprire, e che perciò ogni tot di tempo hanno bisogno di cambiare aria. Lo ammiro e lo compatisco: lo ammiro, perché  io non sarei emotivamente capace di cambiare casa con una tale frequenza come fa lui, se le necessità lo richiedono. Lo compatisco, perché forse in tutte le case in cui ha vissuto non ha  mai reso una stanza veramente sua, con i suoi vicini, e tutto il resto.
Tutto sommato, anche se a volte li fulminerei, i miei vicini mi stanno simpatici.
Pulchra vobis;)
LuciusDay

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