Archiviati con più danni che altro i due capitoli che dovevano segnare la loro rinascita artistica, i Metallica tornano a fare quello che hanno fatto negli ultimi venti anni: inventarsi cazzate per mascherare la totale mancanza di idee. Se l’idea del ritorno al sound classico dietro Death Magnetic era l’ultima carta spendibile ed è stata giocata male, ancora peggio è andata a finire con Lulu, album di una bruttezza tale che lo renderà nel tempo oggetto di culto e che tragicamente risulta essere l’ultima cosa incisa dal grande Lou Reed.
Riposta qualsivoglia velleità artistica, si diceva, i Metallica ritornano a mettere in scena il grande spettacolo di se stessi, dei loro ego gonfiati e delle loro chitarre tronfie, una band alla costante ricerca del primato delle fregnacce (proprio pochi giorni fa annunciavano il primo concerto rock di sempre in Antartide o qualche altra stronzata del genere). Through The Never, ‘il film’ dei Metallica, si inscrive perfettamente in questa serie di operazioni volte ad ottenere inutili primati di qualche tipo; posso immaginare il borioso Ulrich affermare “siamo la prima band al mondo fare un film in 3D” o qualche amenità del genere. Perché è ovvio che Through The Never è solo una parruccata per mascherare l’ennesimo live / dvd truccandolo per qualcosa di diverso e mai fatto prima. L’operazione è poi ancor più senza senso se ripensiamo alla band integerrima dei primi album: ricordate quelli che si rifiutavano di fare i clip promozionali, quelli che il primo home VHS che fecero uscire era una raccolta di bootleg video di pessima qualità volta ad omaggiare il grande soldato caduto che rispondeva al nome di Cliff Burton? Questi tizi il nostro rispetto se lo erano meritato per davvero, non solo per i dischi clamorosi che avevano inciso ma anche per essere alfieri di una purezza metallara e una visione del mondo che poteva e doveva essere presa come esempio da imitare.
ricordiamoli così
Il presunto film è quindi in realtà un semplice concerto al quale al quale si sovrappone una storia senza senso che vado brevemente a sintetizzare: un roadie del gruppo deve recuperare una borsa dal contenuto misterioso (la valigetta di Marcellus Wallace insomma) e per farlo gliene succedono di tutti i colori. Through The Never è la pornografia secondo i Metallica, una trama insulsa al servizio delle scene hot, con James Hetfield al posto di culi e tette. Le ricordate le scene recitate dei pornazzi? Certo che le ricordate, erano quelle che si potevano mandare avanti in fast-forward perché totalmente irrilevanti. La classica situazione tipo: lei suona il campanello del vicino, lui apre, lei si presenta. “Ciao sono Tiffany mi sono trasferita da poco dall’Illinois”. Lui: “Piacere, sono Bobby, lo sai che hai delle tette meravigliose? Entra, ti offro qualcosa da bere.” Lei gli slaccia la patta dei pantaloni e finiscono a scopare sul tavolo della cucina.
Ecco, il tenore della trama del film è di questo tipo, ma qui è talmente senza senso che fa sembrare il finale di Lost una cosa quasi comprensibile. Il problema vero è che però un film porno forse possiede più soluzioni possibili all’interno delle scene d’azione: può arrivare il postino, lei può chiamare una sua amica che passava di là e per caso, può finire benissimo in gang bang senza che uno stia a farsi particolari domande. Qui invece sai benissimo che bisognerà passare per Enter Sandman e Master Of Puppets (che poi, ricordiamolo, è una canzone contro la droga). Insomma, si sfiora il paradosso che sia un film porno in cui la cosa che delude di più è proprio la trama. La scaletta ovviamente è poi impietosa nel fotografare una carriera tragicamente in discesa, unico brano degno del periodo non classico è quella The Memory Remains che all’epoca (geni!) riuscirono a rovinare con il tragico apporto di una Marianne Faithfull in versione Gabriella Ferri.