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Che le cose non vanno bene e non sono così semplici da spiegare, almeno non attraverso la sola interpretazione finanziaria di variazioni dei portafogli dei grandi operatori finanziari la da l'annuncio della riunione indetta per domani dal Consiglio Europeo.
Le prime agenzie avevano dato come all'ordine del giorno della riunione proprio l'attacco subito dalla nostra borsa negli ultimi giorni, ma le ultime paiono smentirlo (del resto non si potrebbe non farlo).
Del resto la debolezza del quadro politico italiano invita i grandi speculatori d'oltre oceano (vi ricordate del "benefattore" George Soros?) a scommettere sul ribasso dei bpt italiani.
La consob dal canto suo sembra voler vietare le vendite allo scoperto, ovvero alla vendita di titoli che non si hanno materialmente in possesso ma che si promette di acquistare in seguito a un prezzo che si spera più basso dell'attuale (una scommessa sul ribasso dei titoli, in sostanza).
Il provvedimento era già stato preso in passato, ma non si dimostrò molto efficace (non si può imporre fuori il territorio nazionale e i mercati finanziari sono globali) ed è operante già in altre piazze finanziare, come quella tedesca.
L'unica cosa da vedere adesso, è se si tratta effettivamente di vendite allo scoperto o di vere e proprie vendite di titoli detenuti in portafoglio.
Il tutto mentre in America si discute sull'aumento del tetto del debito finanziario statunitense, senza il quale gli Stati Uniti andrebbero in default.
Un ipotesi difficile che si verifichi ma che porterà il presidente Obama a dover patteggiare con i Repubblicani sui tagli alle spese e sui finanziamenti pubblici, anche nei campi che furono i suoi fiori all'occhiello, come la riforma sanitaria.
Una vera e propria ammissione della scarsa efficacia delle politiche economiche messe in atto dal governo Obama, che a fronte di un indebitamento gigantesco non è riuscito a risollevare l'economia del paese e a recuperare il numero di disoccupati prodotti dalla crisi.
In fondo è un po' la stessa situazione che stiamo vivendo in Italia, con la differenza che mentre in America il confronto è tra due schieramenti politici che hanno due visioni e due soluzioni differenti (una vorrebbe alzare le tasse, mentre l'altra vuole che si tagli la spesa pubblica), da noi entrambi si accorderanno per aumentare le tasse (per i redditi medio bassi naturalmente) lasciando invece correre la spesa.
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