Cos’è che fa impazzire tutti i membri di una famiglia quando si approssima la data fissata per un trasloco?
Cosa rende folli, ciechi e sordi genitori, fratelli e parentado vario quando si approssima il momento di lasciare la dimora estiva e tornare ad acquartierarsi ove si trascorrerà l’inverno!?
Se qualcuno se lo chiedesse, ho usato il termine “acquartierarsi” non per desiderio di scriver nella maniera più “baroccheggiante” possibile, cioè non volevo fare il secchione arrogante di turno, ma l’ho usato perchè in gergo militare significa stanziare le truppe ed il trasloco, come anche il rientro dalle vacanze, non è altro che una guerra.
“I Vitelli dei romani sono belli!” (Va’, o Vitellio, al suono di guerra del Dio romano) afferma un’antica frase latina e non sbaglia, perchè il suono della guerra, durante un trasloco, è la voce stridula della madre insegnante che ti sveglia alle sette del mattino – beninteso del terzo giorno antecedente alla partenza – berciando come uno stormo di corvi in fuga dal pericolo qualcosa sul “preparare”, sul”alzare le chiappe dal letto” o robe simili ma lontane e prive di ogni significato logico per te che stai ancora immerso nella fase R.e.m., perso tra sogni di gloria e, dio volesse, di erotica ispirazione.
Tutto torna buio, tutto torna silenzio e pare che la tempesta sia passata ma ti illudi come ogni santissimo anno, perchè lei è lì, dietro la porta, che fa quanto più rumore le è umanamente concesso nello smuovere questo mondo e quell’altro solo per il gusto sadico di svegliarti, perchè tu SAPPIA che LEI FATICA, che lei pensa alla famiglia mentre tu – oh maledetto ignavo fuoriuscito dal suo grembo cum magno dolore!!! – giaci placido ed indifferente nel tuo giaciglio fatto di inopia ed insolente silenzio.
Allora l’incantesimo è rotto, niente più gloria (nè ideale nè in fattezze umane e magari prive di alcunchè d’abbigliamento), ti alzi mestamente e già irritato dal trambusto, ma ancor più dalla consapevolezza che il tutto è orchestrato contro di te, beh da emerito imbecille apri comunque la porta sperando vanamente di poter giungere indenne alla cucina e guadagnare una modesta colazione frugale.
Non c’è speranza, LEI VEDE, LEI ASPETTA e quando metti fuori il fottuto alluce…ecco, quando vede il fottuto dito spuntare dalla porta esclama in tono amorevole:” tesoro mio!,amore di mamma me la daresti una manina prima di fare colazione?Poi ti lascio in pace…”
E così ti trovi coinvolto e travolto da mille e piùcose da fare, a seguire un piccolo sacco di lamento che gracchia ordini e strepita al minimo errore e non hai tempo di respirare, di capir dove sei, manco un attimo per biasimare te stesso o i tuoi dei o una cattiva stella, perchè “c’è l’armadio da svuotare,la tv da smontare e caricare in macchina, le valige da riempire, il gatto da impacchettare, il topo da lisciare,l’elefante da sistemare e i fottuti leocorni da trovare…”.
Ma tu resisti, stoico e impassibile nel dolore non proferisci verbo, resti calmo e glaciale ed esegui ogni comando con una pazienza tale quale manco Buddha o Gesù o Maometto potrebbero avere e speri, preghi e sogni solo una miserrima tazza di caffè o per lo meno un minuto di sosta ma il tempo scorre, il maledetto orologio corre “e poi sennò, tra tre giorni come si fa se s’è dimenticato qualcosa!?!?!?”.
Arriva finalmente lo stop dalla megera genitrice e tutto sembra permetterti di raggiunger l’agognato e disiato premio, quando il padre, il genitore che più dovrebbe capire e condividere il tuo stato perchè “LUI C’E’ PASSATO”, ecco, il tuo “adorato papà” ruggisce ordini a destra e a manca e tu non puoi dir di no, ti senti quasi soldato semplice sotto le armi e allora via a conttrollare che la macchina sia in perfette condizioni, che in ogni stanza non sia rimasto nulla di non necessario per il “pochissimo tempo restante” etc, etc etc…
Quando giunge il silenzio e torna la pace, perchè la vegliarda coppia di censori schiavisti è stanca quale bimbo dopo un giorno al parco giochi, allora guardi l’orologio e t’accorgi che la giornata è andata e ti ritiri stravolto a letto, pregando che l’incubo finisca e tornino i sogli del mattino oramai lontano, ma ti illudi, perchè mancano ancora altri due giorni e l’incubo tornerà a popolare e traviare le tue giornate, come Freddy Krueger in Night-mare , come The Boogie-man (l’uomo nero) e allora tornerai a soffrire in silenzio sperando, forse un giorno, di raggiunger l’illuminazione o il paradiso per aver tanto patito in vita.