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La follia di un piano di conquista

Creato il 03 febbraio 2012 da Ilsegnocheresta By Loretta Dalola

La follia di un piano di conquistaSi parla e tanto della qualità del mezzo televisivo accusandolo di scarsa produttività, ma con  un tocco di zapping è possibile approdare su History Channel che consente a tutti di vedere documentari di vario interesse che offrono approfondimenti, intrattenimento e spunti di riflessione.

Un’analisi sulla vera storia della Battaglia di Stalingrado, teatro di una delle più importanti battaglie del fronte russo-tedesco,  fondamentale per la seconda guerra mondiale e caratterizzata da grande violenza,   grandi e brutali battaglie, emormi perdite di vite, e condizioni di vita miserabili sia per i russi che per i tedeschi.

La follia di un piano di conquista
Uno scontro titanico  tra la Germania nazista e l’Unione Sovietica socialista. Uno scontro militare su larga scala, che mise contro milioni di soldati. Punto chiave di una follia ossessiva contro gli ebrei, e in Unione sovietica ce n’erano molti e la follia del potere di dominio assoluto . Un dramma nel quale si affrontarono due sistemi sociali, il sistema capitalista-imperialista rappresentato dai nazisti tedeschi e quello socialista che nacque dalla Rivoluzione d’Ottobre e che si sviluppò durante due decenni con la direzione di Lenin e Stalin, in un combattimento per la vita o la morte. Hitler è convinto di riuscire nella conquista in brevissimo tempo, contando sul fattore sorpresa, visto che aveva firmato il patto di non aggressione. Vuole annientare il nemico per imporre la supremazia tedesca e impadronirsi delle ricchezze naturali del sottosuolo e dei giacimenti petroliferi quindi era una guerra guidata da  una politica dichiarata dei nazisti, di uccidere, deportare o ridurre in schiavitù la popolazione russa, che essi consideravano inferiore, ma anche di carattere economico predatorio. Per lui rappresenta  un grande traguardo che avrebbe aperto un varco per conquistare anche la parte più ad est dell’Europa, lo “spazio vitale” per quel pazzesco piano che mirava alla “conquista del mondo”.

“Operazione Barbarossa”  era il nome in codice tedesco.  Mussolini vuole partecipare. Entrambi i dittatori sono convinti della capitolazione russa  in breve tempo.  Si aspettano una vittoria in pochi mesi e non si prepararono per una guerra che si sarebbe protratta lungo l’inverno. Non equipaggiarono nemmeno le truppe per tale eventualità, dotandole di abbigliamento adeguato a un clima rigido. Il loro errore di valutazione fu l’origine della disfatta e il dramma di molti soldati impegnati sul Don.

Infatti l’idea della guerra lampo sfumò velocemente, il sopraggiungere dell’inverno  prolungò il conflitto e il valore del popolo nella difesa dell’URSS e l’eroismo dell’Esercito Rosso, capace di resistere, e infine vincere, un nemico molto meglio attrezzato, furono determinanti.

La follia di un piano di conquista
Nella steppa sconfinata si consuma la tragedia. I soldati combattono corpo a corpo, bersagli umani sacrificati in nome di una delirante e megalomane idea.   Le truppe, stanche, sconvolte dalla fame, dal gelo e dai combattimenti, coprirono chilometri e chilometri, in condizioni climatiche proibitive (temperature tra i meno 35 e i meno 42 gradi). Intrappolati e senza via di scampo. Intere divisioni allo sbando,  inghiottite dalla neve.

La morte bianca, copre ogni cosa.

Una sola cifra può dare l’idea di cosa abbia significato l’Operazione Barbarossa: i morti dell’Unione Sovietica furono  20.000.000.

Quella che doveva essere l’avvio alla conquista del mondo  divenne  un simbolo degli orrori della guerra.


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