Il nostro tour fotografico attraverso l’album dei miei ricordi approda oggi, ancora una volta, in Lombardia e precisamente in una delle città simbolo della pianura padana: Mantova. La mia migliore amica è originaria di Mantova e da quando la conosco non ha perso occasione per invitarmi a casa sua. A parte passare del tempo insieme, ci teneva a farmi fare un giro nella sua città, dichiarata nel 2008 dall’UNESCO nientemeno che Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Ci credete che conosco Sara dal 2006 e solo quest’anno sono riuscita a mettere piede a Mantova? E già che c’ero, per recuperare il tempo perso… in pochi mesi ci sono stata pure due volte :-)
La mia “prima volta” mantovana è nata grazie al viaggio tardo-primaverile in Italia di un collega olandese, il quale ha incluso Mantova nel suo itinerario lombardo-veneto con la famiglia. Quale migliore opportunità di una réunion internazionale per intraprendere il viaggio di sole due ore che mi avrebbe portato in una città inserita da tempo nella mia lista dei desideri? Ovviamente una sola giornata non è sufficiente per visitare Mantova. Di sicuro, però, un giorno basta per farsi ammaliare dal suo retaggio storico e culturale, dalla sua ricchezza artistica, dalle sue specialità gastronomiche, dai suoi originali scorci naturalistici.
Insomma, l’unico risultato garantito di poche ore trascorse a girovagare per il centro di Mantova è la certezza che in quella città ci vuoi ritornare. Perché hai visitato solo il Palazzo Ducale, ma vuoi vedere anche la sede estiva dei Gonzaga, Palazzo Te, a poche centinaia di metri dalla residenza principale. Perché dopo aver osservato ciò che rimane della struttura originaria solo sul lato destro del Duomo vuoi anche entrarci, nel Duomo. Perché dopo essere passata davanti al Teatro Bibiena vorresti dedicarti alla scoperta della città cercando tutti i luoghi del verdiano “Rigoletto”. Perché solo quando ritorni a casa scopri che a Mantova c’è un itinerario interamente dedicato al celebre pittore Mantegna, ma ce n’è anche uno dedicato al grande poeta latino Virgilio. Perché dopo essere entrata in città dalla strada che divide il Lago Superiore, vorresti solo avere il tempo per inforcare una bicicletta e percorrere l’intera pista ciclabile che costeggia il lungolago e, perché no?, dedicarti a tutte le attività naturalistiche alla scoperta del Parco del Mincio. Perché permanendo in città per un weekend (magari un weekend lungo…) puoi addirittura pensare di dedicarti anche ai dintorni, con una visita a Sabbioneta e al suo Santuario della Madonna delle Grazie. E perché non vedi l’ora di ammirare i palazzi storici finalmente restaurati, senza le impalcature che li hanno caratterizzati per molto tempo dopo il sisma del 2012. Così, per dire…
Io di Mantova ho un bellissimo ricordo. Breve, certo, ma stupendo. E per la “foto della settimana” di oggi ho scelto proprio uno scorcio della città che mi è piaciuto fin dal primo momento in cui l’ho fotografato. Si tratta di una veduta prospettica attraverso uno dei simboli di Mantova: le Logge di Giulio Romano. Poiché Mantova era in origine costituita da un insieme di isole che sorgevano sull’acqua – oltre ai Laghi Superiore, di Mezzo e Inferiore che abbracciano la città, va considerato anche il fiume Mincio, che attraversava la città – tra le attività principali dei mantovani non poteva che svilupparsi la pesca. E i due porticati costruiti nel 1546 dall’architetto Giulio Romano sul ponte Rio erano indubbiamente dedicati al commercio del pesce. Da qui il nome comune di Pescherie, o Logge dei Pescatori.Dal momento che questa fotografia aveva suscitato un discreto successo quando l’ho condivisa di fresco su Facebook in quell’ormai lontano 1° di maggio, ho pensato che avrei potuto presentarla anche qui sul blog. Sperando di invogliarvi ad organizzare al più presto una visita in quel di Mantova, potremmo anche darci appuntamento in terra dei Gonzaga… chissà, magari proprio alle Logge. Che ne dite?