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La foto della settimana: Recanati e il colle dell’infinito

Creato il 20 ottobre 2013 da Auroradomeniconi

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.

Recanati, colle infinito
Sbirciando nel mio album informatico con l’intento di scovare la “foto della settimana” di oggi non avevo ben chiaro dove portarvi; poi ho letto Marche e… mi sono illuminata d’immenso. Sì, lo so… ho mescolato un po’ di poeti, ma è proprio così: non appena il mio sguardo si è soffermato sulle foto della mia ultima vacanza nelle Marche, mi è venuta subito in mente quella che poteva essere l’immagine per la rubrica fotografica. Direttamente da Recanati, città natale del poeta del pessismo cosmico, ecco una veduta da quello che fu l’ermo colle decantato da Leopardi nella celebre poesia che tutti abbiamo imparato a memoria ai tempi della scuola: L’infinito.

Il binomio “mare&monti” era un elemento imprescindibile della mia vacanza nelle Marche; soggiornando a Porto Recanati avevamo a portata di mano sia l’uno che gli altri e per aggiungere un tocco culturale all’esplorazione dell’entroterra marchigiano, non potevamo farci mancare una visita a Recanati. Della cittadina abbiamo privilegiato la zona cosiddetta leopardiana: qui si può visitare la casa in cui il poeta ha trascorso gli anni della sua gioventù, studiando i classici e arricchendo la sua cultura con i libri della vastissima biblioteca del padre, nonché accedere ai luoghi che hanno ispirato poesie come A Silvia, Il sabato del villaggio o Il passero solitario.

La visita alla casa di Leopardi – tutt’oggi in parte abitata dai suoi discendenti ed eredi – mi ha colpito molto e sapendo che il colle de L’infinito era lì a due passi non vedevo l’ora di trovarmici faccia a faccia. Non vi nascondo che una volta arrivata lì ho pure provato a recitare la poesia, ma a parte il primo endecasillabo – riportato anche in un’iscrizione sulle mura – non ricordavo altro. Così ho cercato il testo integrale della poesia e ne ho fatto l’introduzione alla foto di questa settimana; magari se continuo a rileggerlo riesco a tenerne a mente qualche verso in più

;-)

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