La foto della settimana: scorci di Rimini da una finestra

Ormai l’ho detto e ripetuto un sacco di volte: il 2 luglio 2012 ho iniziato una nuova avventura lavorativa in quel di Rimini ed ogni giorno mi scopro sempre più compiaciuta della mia nuova città di adozione. Per questo, e pensando anche al blog tour “Tipicamente Rimini” (in partenza il prossimo fine settimana!), come “foto della settimana” ho scelto uno dei miei ultimi scatti della città che ritrae il campanile della Chiesa Santa Maria in Corte.

Quel campanile esercita un fascino strano su di me. Innanzitutto, ha rappresentato il mio primo “incontro” con la città di Rimini, perché è stato il primo scorcio che ho visto guardando fuori dalla finestra del mio nuovo ufficio in quell’assolato 2 di luglio di quasi un anno fa. Secondo poi, è diventato una presenza costante nelle mie giornate lavorative, perché mi basta affacciarmi alla finestra per ritrovarlo lì, ogni giorno identico a se stesso e ogni volta diverso in base ai giochi di luce che il sole – o la sua assenza – disegna attorno al suo profilo.

Ricordo come fosse ieri che nei primi giorni della mia avventura riminese, quando ancora nell’ufficio non c’era nulla se non tre scrivanie e tre computer, abbiamo passato un pomeriggio intero a fotografare quel campanile. E anche se all’epoca non erano ancora stati reclamati diritti di proprietà sulle scrivanie, io sentivo già un feeling particolare con quella che poi sarebbe diventata la mia a tutti gli effetti. Da quella postazione, mi basta girare la sedia per vedere il campanile; ed è sempre un gran belvedere :)

A luglio, poi, non avevo ancora lo smartphone, per cui quella di fotografare il campanile era una vera e propria azione premeditata: in pratica, dovevo ricordarmi di portarmi dietro la macchina fotografica… da quando c’è il mitico Galaxy, invece, ogni momento è buono per immortalare uno scorcio dei tetti di Rimini che mi colpisce in modo particolare. Questa foto, ad esempio, è stata scattata proprio con il telefonino… addirittura mentre il mio capo entrava in ufficio perché aveva bisogno di me. Pensate un po’: da galantuomo quale è, ha atteso che finissi di fare le foto prima di dirmi quello per cui mi stava cercando. Poi uno dice che ha trovato il lavoro dei propri sogni… ;)