CondividiLa frode
(USA 2012)
Titolo originale: Arbitrage
Regia: Nicholas Jarecki
Sceneggiatura: Nicholas Jarecki
Cast: Richard Gere, Tim Roth, Susan Sarandon, Laetitia Casta, Brit Marling, Nate Parker, Monica Raymund
Genere: finanziario
Se ti piace guarda anche: Wall Street, Wall Street 2, Margin Call
C’è crisi dappertutto, dappertutto c’è crisi. Lo cantava Bugo già nel 2008 e da allora la situazione non ha fatto che peggiorare. Quando c’è crisi però, c’è anche qualcuno che riesce ad approfittarne. Le compagnie di volo, di abiti o di qualunque cosa low-cost, ad esempio. Negli ultimi tempi, pure il cinema sta cercando di sfruttare la crisi a suo vantaggio. Opera di sciacallaggio?
Potete chiamarla così, se volete, altrimenti potete anche definirlo cinema d’attualità. Cinema che cerca di riflettere sul mondo di oggi e sulla delicata condizione economica del presente. In questo filone si sono inserite pellicole troppo tecniche e noiose, il documentario premio Oscar Inside Job, così come opere di grande cinema vero e proprio, come il notevole Margin Call, in grado di spiegare i reali motivi della crisi economica come se parlasse a un bambino o a un golden retriever, attraverso un affascinante e thriller tutto in una notte.
"Grazie per questo premio di merda.
Io in ogni caso avrei preferito un Oscar o almeno un Golden Globe..."
La frode (titolo originale Arbitrage) prosegue per fortuna nella direzione di Margin Call, preferendo concentrarsi sulle vicende umane e avvicinandosi a territori thriller, piuttosto che andarsi a impelagare in questioni troppo economiche. Per sua sfortuna invece non riesce a raggiungere i livelli di Margin Call, ma d’altra parte quella sarebbe risultata un’impresa ardua per chiunque.
Pur senza la capacità di analizzare e indagare il presente come il sopracitato sopraesaltato Margin Call, La frode non si rivela nemmeno una frode di pellicola e qualche bella cartuccia da sparare ce l’ha.
Per prima cosa, a sorpresa Richard Gere sfodera una delle sue migliori interpretazioni da anni, forse decenni a questa parte. Niente per cui gridare al miracolo, o forse sì, perso com’era negli ultimi tempi tra filmetti di basso livello. Fatto sta che quello dei “vecchietti alla riscossa” sembra essere il nuovo trend del momento. Potrebbe anche diventare un trend topic su Twitter: #vecchiettiallariscossa, se solo i vecchietti sapessero usare Twitter, anzi se solo sapessero cos’è Twitter.
David Bowie, Robert De Niro, Richard Gere… Tutti di recente ritornati in splendida forma. Che i 60 siano i nuovi 20?
"Grazie per avermi chiamato per una consulenza, Richard."
"Sono stato costretto. Ghedini era già troppo impegnato."
Richard Gere è un 60enne a capo di un impero finanziario, è sulla copertina di Forbes, ha per figlia e partner d’affari Brit Marling (l’attrice/sceneggiatrice degli ottimi Another Earth e Sound of My Voice), è sposato con Susan Sarandon e come amante si bomba Laetitia Casta. Non ho mica detto Veronica Lario e Antonia Ruggiero. Insomma, se la passa proprio bene. Nella vita reale probabilmente se la passa bene pure Richard Gere il vero Richard Gere, comunque in questa sede mi riferisco al suo personaggio nel film, Robert Miller. Come si suol dire, però, non è tutto oro quel che luccica. Il Gere è infatti indagato per frode fiscale e poi finisce invischiato anche in un’altra brutta vicenda giudiziaria…
Vi ricordano per caso le disavventure di un famigerato imprenditore italiano?
A me fa pensare anche a una sorta di Patrick Bateman, un American Psycho che è invecchiato, ha messo su famiglia, ha smesso con gli omicidi e si è dedicato ad altri crimini, nell’ambito dell’alta finanza. Non a caso, il regista e sceneggiatore del film è l’esordiente Nicholas Jarecki, che già aveva lavorato allo script di The Informers - Vite oltre il limite, pellicola tratta dalla raccolta di racconti Acqua dal sole. Anche in questo film, è presente qualcosa di Bret Easton Ellis. Uno sguardo simile, solo meno ironico e cattivo, cosa che impedisce a La frode di fare il vero salto di qualità.
Come altro diffettuccio, la pellicola gioca sul campo del thriller finanziario, ma con ritmi troppo rilassati per essere considerabile un thriller davvero teso. La frode è in compenso un film impreziosito da una gradevole e variegata colonna sonora (con Grimes, Bjork, You Say Party e Billie Holiday) e che ci presenta attraverso il suo protagonista una serie di riflessioni magari non del tutto sorprendenti eppure interessanti sulla persistente crisi economica degli ultimi anni.
"Ma perché stai insieme a Stefano Accorsi, Laetitia?"
"Non lo so Richard, ueeè. Non lo so."
ATTENZIONE SPOILER
Robert Miller/Richard Gere ha un incidente stradale mentre si trova in auto con l’amante Laetitia Casta. No, non gli stava facendo un soffocone, ha avuto un semplice colpo di sonno. Dopo tutto è pur sempre un sessantenne e la poco casta Casta l’aveva già strapazzato per benino prima. Nell’incidente, la Casta muore e Robert/Richard scappa via, chiamando per farsi aiutare un tizio di colore che era in debito con lui, per via dello stretto legame che aveva con suo padre.
In questa scena possiamo intravedere le cause della crisi economica: gli uomini ricchi e potenti fanno un danno, se ne lavano le mani, e lasciano i più poveri e deboli nella merda. La cosa importante è che loro ne escano puliti. Proprio quanto succede in questo film, così come in maniera analoga vanno le cose anche in Wall Street 2 con quell'altro yuppie invecchiato di Michael Douglas/Gordon Gekko. Entrambe le pellicole si risolvono con degli happy ending. Sicuri sicuri si trattino di happy ending?
Per i protagonisti sicuramente, ma nel farla franca dei soliti ricchi e potenti possiamo più che altro avere uno sguardo cinico e disilluso sul crudele mondo in cui viviamo. Il mondo dei Robert Miller, dei Gordon Gekko, dei Silvio Berlusconi e degli altri furbetti di turno. Gli happy ending esistono nella vita? Sì, ma forse solo per loro.
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