Los Angeles Galaxy-N.E. Revolution 2-1- Arena gioca d’az…Zardes: la MLS torna in California
L.A. GALAXY-N.E. REVOLUTION 2-1 (d.t.s.)- Pronostico rispettato: Los Angeles batte New England e vince la MLS per la quinta volta nella sua storia. Una cinquina, però, messa in dubbio fino all’ultimo, strappata solo dopo trenta, palpitanti minuti dei tempi supplementari. E tutto sommato, visto l’andamento dell’incontro, è giusto così. E’ giusto perché questa era il degno passo d’addio di Landon Donovan, prima stella americana nel mondo del pallone, capace, grazie alla sua presenza, di dare un prezioso contributo alla crescita del Soccer negli States, sempre più attratti da uno sport che solo vent’anni fa, all’epoca dei Mondiali di calcio americani (come dimenticare in tal senso la famosissima canzone degli Elio e le storie tese?), era poco considerato all’opinione pubblica a stelle e strisce. Non è stata una gran finale dal punto di vista tecnico, dominata per lunghi tratti, oltretutto, da un esasperato tatticismo. La paura di perdere, d’altronde, era troppo elevata da entrambe le parti e ha prevalso sulla voglia di vincere. Alla fine, però, è stato premiato il team che ha cercato il successo con maggior convinzione soprattutto nel secondo tempo supplementare, momento decisivo della partita, risolto dal solito Robbie Keane, capitano e trascinatore assoluto degli uomini di Bruce Arena. Per i Revs, invece, l’incubo continua: quinta finale, quinta sconfitta!
PRIMO TEMPO - Avvio scoppiettante. Solo settanta secondi e sono i Galaxy ad andare vicinissimi al goal con Rogers, che, servito da Donovan, crea il panico nell’area di rigore avversaria e – dopo esser stato pressato da alcuni avversari – vede il proprio tiro respinto nei pressi della linea di porta da un difensore dei New England. I primi secondi, però, sono solo un lampo in un principio di match contraddistinto da poche emozioni, complice l’atteggiamento tattico particolarmente attento delle due compagini: la posta in palio è alta, prevale la paura di perdere sulla voglia di vincere. I Galaxy sono padroni del palleggio e mantengono costantemente il predominio territoriale, ma trovare spazi nella metà campo dei Revs è particolarmente complicato. Dopo venti minuti poveri d’emozioni, i Galaxy creano finalmente una palla-gol con Keane, che spara addosso a Shuttleworth da posizione particolarmente favorevole.
Altro giro di lancette ed è Farrell a chiudere in extremis su Zardes e ad evitare che la punta dei Los Angeles possa calciare in porta all’interno dell’area piccola. Saltano gli schemi. Rapido contropiede della squadra di Foxborough, Davies, però, viene bloccato in area di rigore avversaria da un miracoloso intervento in estirada di DeLaGarza. Il canovaccio tattico del match è chiaro: Galaxy alla ricerca del goal tramite il predominio territoriale; Revolution pronti a far male in ripartenza. Dopo cinque minuti di fuoco, il match torna ad essere privo di emozioni, con i Galaxy che, rispetto ai primi venticinque minuti, concedono maggiormente l’iniziativa alla squadra di Heaps, mai realmente pericolosa, però, negli ultimi venti metri. Lampo di Donovan al trentanovesimo, ma Zardes, ostacolato da Gonçalves, effettua un tiro che non inquadra lo specchio della porta. Il primo tempo termina a reti inviolate. Poco spettacolo e molta, forse troppa, prudenza.
SECONDO TEMPO - Nessun cambio nell’intervallo: Arena e Heaps ripartono dagli stessi undici dei primi quarantacinque minuti. Al terzo minuto, bruttissimo intervento di Jones su Donovan, ma il direttore di gara concede solo il calcio di punizione senza ammonire l’ex giocatore dello Schalke. Due giri di lancette e i Revs reclamano un penalty per un presunto fallo commesso ai danni di Nguyen, l’arbitro, però, non ravvede gli estremi per concedere il penalty. Sul ribaltamento di fronte, i Galaxy passano in vantaggio: Ishizaki crossa dalla destra, Zardes riceve palla al limite dell’area piccola, la controlla divinamente e trafigge il portiere avversario con un tiro ad incrociare il secondo palo. Il goal subito stordisce il New England, che fatica a contenere le sfuriate offensive della squadra avversaria. Heaps prova a scuotere i Revs: fuori Caldwell, dentro Kobayashi. I Galaxy, forti del vantaggio acquisito, assumono un atteggiamento prevalentemente attendista e lasciano il pallino del gioco in mano agli avversari, incapaci, però, ad essere incisivi nell’area di rigore avversaria. Per assistere ad un’altra palla-gol bisogna aspettare il ventunesimo, quando Penedo, portiere della squadra di Los Angeles, esce alla disperata al limite dell’area di rigore per anticipare Bunbury e riesce a mantenere illibata la propria porta. La grande chance per chiudere i conti capita, quattro minuti dopo, sui piedi di Keane, abile nel ripartire in contropiede – e mandare letteralmente in tilt Gonçalves con un paio di finte ubriacanti – ma non altrettanto bravo nella conclusione, che viene respinta di piede da Shuttleworth.
Sul ribaltamento di fronte, Revolution vicinissimi al pareggio con Rowe, autore di un destro a giro al fulmicotone che esce di pochissimo alla sinistra di Penedo. La squadra di Foxborough perviene al pari, in maniera totalmente inattesa, a dodici minuti dal termine: splendido spunto di Mullins sulla sinistra, che serve una palla a rimorchio per l’accorrente Tierney, bravissimo a superare in corsa Leonardo e trafiggere Penedo con un’efficace conclusione mancina. Reazione immediata della squadra di Arena con Ishizaki, protagonista di un ottimo spunto personale, concluso con un tiro respinto difettosamente da Shuttleworth sul quale non riesce ad avventarsi Donovan, ottimamente anticipato da un difensore avversario. Con il passare dei minuti, gli ospiti iniziano a credere sempre più nella vittoria. A cinque minuti dal termine, gran giocata di Burnbury, autore di un tiro a palombella che si stampa sulla traversa a Penedo battuto. Nel finale, i Galaxy premono senza costruire significative palle-gol. Si va ai tempi supplementari. E il rammarico, è tutto della squadra di Bruce Arena, che ha assunto un atteggiamento troppo conservativo dopo il goal messo a segno da Zardes.
TEMPI SUPPLEMENTARI - Supplementari che iniziano con un giallo per Keane, autore di un brutto fallo ai danni di Jones. L’avvio dell’extra-time non è certamente entusiasmante e ricalca, in toto, quanto visto nel primo tempo regolamentare, dove la paura di perdere ha prevalso, nettamente, sulla voglia di vincere. Il New England, però, si fa leggermente preferire, grazie ad una migliore circolazione della palla. Al nono minuto, Jermaine Jones si fa notare grazie ad una conclusione di destro, che termina fuori di un non nulla alla destra di Penedo. Tre giri di lancette ed è Mullins, servito in profondità da Kobayashi, a sfiorare il raddoppio per i Revs, ma Penedo si distende e respinge efficacemente l’insidiosa conclusione mancina del numero sette avversario. Ed è questa l’ultima emozione di un primo tempo supplementare giocato meglio dai Revolution, mentre i Galaxy sembrano caduti in uno stato depressivo dopo il goal subito a pochi minuti dalla fine dei tempi regolamentari.
Il secondo tempo supplementare nasce sotto il segno dei Galaxy. Al secondo minuto, Shuttleworth – ostacolato dalla pressione di alcuni giocatori avversari – effettua un’uscita molto approssimativa e mette in apprensione la propria retroguardia, ma Farrell, esterno destro dei Revs, riesce a spazzare il pallone a pochi metri dalla linea di porta. Ci prova anche Donovan, ma la punizione dell’ex Everton sfiora l’incrocio e si perde fra la folla dello Stubhub Center. La pressione della squadra di L.A. viene premiata al quinto: lancio lungo in profondità per Keane, che – approfittando della maldisposta retroguardia avversaria – si ritrova a tu per tu con Shuttleworth e lo fredda con un preciso piatto destro. Il N.E. si sbilancia alla ricerca del pari e si presta, inevitabilmente, al contropiede avversario, ma gli uomini di Arena sciupano alcune buone opportunità per far male alla difesa avversaria. Finale palpitante. I Revs si riversano in massa nell’area di rigore avversaria, creando non poca apprensione alla retroguardia dei Galaxy. Il risultato finale, però, non cambia. Los Angeles vince e la MLS, dopo solo un anno, torna a splendere in California.