Magazine Economia
Leggo che alcuni giuristi tedeschi hanno presentato un ricorso alla Corte Costituzionale Tedesca contro l'ultimo piano di acquisto di titoli pubblici da parte della BCE, perché in violazione del mandato attribuito alla banca centrale. Insomma, una riedizione di quanto già avvenuto con l'OMT. E questa è solo l'ultima, ma non è detto che sia l'ultima.
Andando per le vie brevi: riuscite ad immaginare lo stato della California che promuove un ricorso contro la Federal Reserve?
L'euro è una moneta che tiene uniti stati seperati in natura per evidenti divergenze culturali, storiche, economiche e politiche. Una moneta nata male e destinata a finire peggio. Considerata l'impossibilità di riformarla per evidente mancanza di volontà politica oltre che per impossibilità economica, non sarebbe forse il caso di separarsi in modo consensuale al fine di evitare, quanto più possibile, ulteriori danni?
Da Il Sole 24 Ore
Nuova offensiva giudiziaria contro la Banca centrale europea in Germania. Un giurista dell’Università di Lipsia, Christoph Degenhart, e altre due persone hanno presentato un ricorso alla Corte costituzionale tedesca contro il piano di acquisto di titoli pubblici e privati dell'eurozona, il cosiddetto Quantitative easing (Qe), lanciato dalla Bce a gennaio e avviato a marzo, e che dovrebbe essere completato, per circa 1.100 miliardi di euro, in settembre 2016. Il nuovo ricorso si sovrappone all’attesa sentenza della Corte tedesca, in arrivo il 16 giugno, su un’altra iniziativa dell’istituto di Francoforte, il piano Omt del 2012, destinato all’acquisto potenzialmente illimitato di titoli dei Paesi più deboli dell’area euro (per mettere in pratica, in una fase di crisi acuta, la frase del presidente Mario Draghi, secondo cui la Bce avrebbe fatto “tutto il necessario” per salvare l’euro) e mai applicato. L’anno scorso, i giudici costituzionali tedeschi avevano dichiarato l’Omt non conforme al diritto tedesco, ma avevano poi rinviato la causa, per la prima volta nella storia dell’istituzione di Karlsruhe, alla Corte europea di giustizia, dove l’Avvocatura generale aveva espresso un parere favorevole al piano, seppur suggerendo alcune modifiche. Secondo il nuovo ricorso, di circa 120 pagine, presentato il mese scorso da Degenhart e rivelato per primo dal quotidiano francese “Les Echos”, il Qe “viola ancor più scandalosamente dell’Omt” i diritti dei ricorrenti in base alla legge tedesca e la Bce si è spinta nell’ambito della politica “per il quale non ha ricevuto alcun mandato” e senza una delibera né del Parlamento, né del Governo tedesco, né tanto meno della Bundesbank. Il ricorso sostiene che il Qe sposterebbe i confini delle competenze fra i Governi dell’unione monetaria e la Bce a favore di quest’ultima. È possibile che la discussione alla Corte costituzionale di Karlsruhe sul Qe non possa essere messa a ruolo prima del 2016, quando il piano sarà già a buon punto della sua attuazione e presumibilmente avrà dispiegato in buona parte i suoi effetti. La Bce acquista 60 miliardi di euro di titoli ogni mese. Sarà interessante vedere come si svolgerà la discussione davanti alla Corte. Nel caso dell'Omt, infatti, la Bundesbank si schierò con i ricorrenti e contro la Bce. Quando è stato varato il Qe, però, Draghi ha sostenuto che la legittimità degli acquisti di titoli era stata riconosciuta da tutti i membri del consiglio, anche se il presidente della Banca centrale tedesca, Jens Weidmann e altri quattro consiglieri avevano argomentato che l’avvio del piano era prematuro.
Nel frattempo, una sentenza negativa della Corte tedesca contro l’Omt (come farebbe pensare la pronuncia preliminare dell'anno scorso) potrebbe creare un conflitto senza precedenti con la Corte europea di giustizia, qualora questa, seguendo il parere dell’Avvocatura, come è sempre avvento in passato, approvasse invece il piano.
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